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Storie di vite di condominio, tra signore del piano superiore e soggetti di involontaria comicità

Palmisano - Quieto vivere: due parole che evocano alla mente dei molti pensieri tranquilli, vita serena e pace interiore.
Due parole che però non trovano spazio, o per ignorato volere o per convenienza personale, nel vocabolario di quel agglomerato di appartamenti chiamato: Condominio.
Potrei parlarvi del mio, ma generalizzando nel discorso mi ritrovo a parlare degli stessi comuni problemi di qualsivoglia condomino, vittima degli stessi disagi che comporta questa forzata convivenza.
E così un giorno, o per imposta necessità o per scelta inevitabile, ci siamo ritrovati a stretto contatto con individui dai comportamenti più geniali o di involontaria comicità. E anche in questo mi accomuno al più ordinario dei condomini, perché nel comportamento condominiale purtroppo l’ordinario fa da padrone.
Puoi vivere dove vuoi e nel complesso che hai scelto, ma sembra che, come in una sorta di persecuzione, la signora del piano superiore ha sempre il bucato mal strizzato che continua a sciorinarti in testa quando ti affacci al tuo balcone. O che dire del vicino che come in una sorta di comizio elettorale ragguaglia i propri familiari facendoti ascoltare forzatamente le sue sfuriate. Perché vogliamo forse trascurare quei simpatici lavoratori così instancabili che ti martellano sulla testa anche la domenica mattina alle sette, quando approfitti dell’unico giorno della settimana per riposare qualche ora in più? Chissà per conto di chi devono ultimare i lavori, dal momento che il 4° piano, occupato dal bravo dottore che si alza tardi ogni giorno, è imbrattato di calcinacci? Ma continuiamo con questa escalation di bravi e amichevoli personaggi, perché dobbiamo ancora menzionare lo sbattere ‘involontario’ delle porte dell’ascensore, o chi le dimentica aperte al 7° piano, e tu dal pt devi salire al 6°. Oppure ricordiamo il migliore amico dell’uomo, che lasciato solo in casa per una giornata intera nel completo disinteresse dei padroni, abbaia fino alla sua e alla nostra disperazione. E non dimentichiamo l’inquilino dell’ultimo piano che non prende mai l’ascensore per mantenersi in forma ma che, come un bel filo d’Arianna, con l’immondizia gocciolante lascia le sue tracce per un eventuale futuro riconoscimento dell’impresa delle pulizie. E dulcis in fundo, il non plus ultra della considerazione: il fumatore da ascensore mentre legge tra l’attonito e lo strafottente il chiaro divieto legislativo: VIETATO FUMARE!
Che bel gruppetto di vicini conviventi! Ci si incontra, avvolte si fa presente in modo garbato alcune situazioni poco piacevoli, ma come se volesse scattare una fantomatica denuncia, scatta l’inquietante invito alla lamentela durante la fatidica: assemblea condominiale. Che per i più fortunati, se così si può considerare tale riunione, è comunque gestita e diretta da un amministratore delegato e competente in materia. Però purtroppo, in barba alla legislazione del 18 giugno 2013 dove viene imposto al condominio di regolarizzare a norma di legge la propria posizione, ce ancora chi si autonomina amministratore, o così si crede di esserlo, sotto le mentite spoglie di rappresentante di scala, e avanza ogni idea assurda senza alcuna conoscenza in materia o base legale a scapito delle povere vittime sotto la sua custodia. (E non ce da meravigliarsi che molti atti violenti avvengono spesso tra le mura di un condominio)
Quieto vivere: meditate gente, meditate!

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