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Barletta, la storia di Graciela figlia di barlettani immigrati in Argentina

« Sop a lare c’è ancora? Donde vende le pope, pece…». Barletta l’ha conosciuta soprattutto nei ricordi di suo padre Leonardo e di sua madre Carmela prima di conoscere la terra natia dei suoi genitori e dei suoi nonni visitata solo due anni fa.
Questa che vi stiamo raccontando è la storia di Graciela Binetti, figlia di Leonardo Binetti e Carmela Manosperti emigrati in Argentina subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.
«Mio padre mi raccontava spesso di Barletta e delle sue piazze, di Eraclio, del lungomare, della disfida, della Madona de Sterpeto e di Gini Pastoe, a me piacciono molto le sue canzoni».
A Lomas de Zamora  - paese situato a 20 Km da Buenos Aires – sono le cinque di pomeriggio circa, mentre qui a Barletta sono già le ore undici di una afosa notte di Agosto.
La ricostruiamo così, tramite una chat di Facebook, la storia di questa famiglia barlettana, simbolo di tutte quelle famiglie che durante gli anni del dopoguerra hanno lasciato la nostra città per cercare fortuna in terre lontane.
Ed ecco allora veder scorrere da una parte e l’altra del mondo un’interminabile fiume di parole che raccontano di quegli anni fatti di rovine e povertà che attanagliarono le tante città d’Italia così come la nostra nel periodo del dopoguerra, e di quando si emigrava nelle terre del sud America: «para fare la America» come ci tiene a sottolineare Graciela e « y para estar un poco meglio».
«En el ano 50, ano venito a la Argentina con due figli piccoli dopo de la guerra…», inizia così il racconto di Graciela circa il lungo viaggio dei suoi genitori da Barletta a Buenos Aires, assieme ai nonni materni e ai suoi zii, racconta di suo padre Leonardo che qui a Barletta non è mai andato a scuola e che « labora di picole podando la uva con suo padre», ma soprattutto di come la vita dei suoi genitori è cambiata una volta giunti in Argentina: « a mio padre grazie a Dio sempre la andato molto bene, molto laboro in Argentina…mio padre laboraba con la frutta», poi seguì un breve rientro qui a Barletta dal 1964 al 1966 per poi ritornare definitivamente in Argentina poiché:«Argentina es un pais molto rico, ganaderia pesca, agricoltura e turismo», anche perché:« in Argentina habia molto laboro in cueli anni».
Italia, Argentina, Barletta e Buenos Aires, ma Graciela verrebbe ad abitare qui a Barletta nella terra natia dei suoi genitori? «claro che no, a Barletta per paseyare solamente. Qui in Argentina sto bene, sono contenta di haber nato in Argentina, qui non c’è crisi, la crisi fue en el ano 2001», insomma ha le idee chiare Graciela circa la nostra città ma soprattutto sui barlettani, infatti alla domanda circa la differenza tra barlettani e argentini la stessa è lapidaria: « la differenza credo che i barlettani sono molto chiusi, viveno di aparenza», quindi una battuta su Papa Bergoglio argentino come lei:« non ho conosciuto personalmente Papa Francesco, ma me piace molto la su simpleza…lui era così in Argentina così come lo vedete in Italia».
Passano i minuti e giunge la notte, c’è un po’ di tempo ancora per perdersi un po’ nei ricordi, ricordiamo nonno Felice: « grande nono Feliche Binetti. Ha viaggiato solo dall’Italia fin qui a 87 anni per venire al mio matrimonio…», o meglio « …mio sposalicio».
Oggi a 52 anni Graciela è vedova, vive la sua vita in Argentina: «sono pensionada da mio marito che è morto. Il prossimo anno spero di poter tornare a Barletta…».
Torna pure Graciela, ti assicuro che “Sop a lare” – il riferimento è al mercato di Largo San Nicola qui nella zona Sette Frati -  esiste ancora con le sue puzze e i suoi odori, con i suoi colori e i suoi malcostumi, con la sua puzza di pesce e il suo odore di pesce fresco, qui troverai fruttivendoli che ti vorranno vendere uva in pieno inverno e pesce fresco durante i giorni di ferma. Troverai la contadina e il suo vino buono, ma ti potrà andare male in alcuni giorni perché potrà avere il suo retrogusto di aceto. Attenta quando disincantata sorriderai agli schiamazzi di fruttivendoli e pescivendoli, guardati sempre alle spalle, poiché potrà sempre esserci un pensionato che non potendo arrivare alla fine del mese, cercherà di arrotondare la giornata…ma questa è un’altra storia.         


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