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La Voce Grossa di…Evaristo Beccalossi(intervista):«Barletta?Sole, mare e salvezza in B…»

Nicola Ricchitelli - I dirigenti del Santos di Pelè sostennero che era tra i pochi in circolazione degno di indossare la maglia di “O’Rei” del Brasile: «mi ha fatto piacere ma mi sembrava esagerato…». A dire il vero parte dall’ultima maglia da lui indossata – questione di cuore – la chiacchierata con l’ex bomber nerazzurro, quella biancorossa del Barletta nello specifico, e quindi sfogliando le pagine più belle della carriera del Becca. Scusate se insisto…


Evaristo, la prime domanda la fa il tifoso biancorosso del Barletta, una delle ultime maglie da te indossate, che ricordi conservi della stagione nella città di Eraclio?
R:« è stata la mia ultima maglia da professionista. Bellissima esperienza, sole, mare e salvezza in B. Realizzai in tutto 6 gol, spero di aver lasciato un buon ricordo».

Quanto il calcio ti ha dato e quanto ti ha tolto…
R:«Sono state talmente tante le gioie che le cose negative non le ricordo. Rifarei e prenderei di nuovo tutto. Non ho niente da recriminare, ho sempre fatto quello che ho voluto...impagabile».

Chi è stato per te Omar Sivori?
R:« il mio primo idolo, dormivo con una sua foto attaccata al letto».

Evaristo, per i dirigenti del Santos tu eri tra i pochi giocatori che avrebbero potuto indossare la maglia numero dieci di Pelè. Come hai vissuta quella fase particolare della tua carriera?
R:« mi ha fatto piacere ma mi sembrava esagerato come complimento nonostante il Brasile sia la mia squadra preferita dopo la nostra nazionale di calcio».

Evaristo cosa vuol dire indossare la maglia dell’Inter?
R:« un sogno. Per me è stata una gioia nonché motivo di soddisfazione aver lasciato nel mio piccolo un ricordo bello a tutti i tifosi che mi hanno voluto bene. Il ricordo più bello che mi lega a questi colori risalgono a quell’Inter- Real Madrid di Coppa Campioni. Io che entro a vedere il campo e si alza un coro di 70000 persone che gridano “Evaristo Evaristo Evaristo”. Lo ricordo ancora adesso, dei brividi assalirono il mio corpo».

"Scusa se insisto, mi chiamo Evaristo", così cantò Mauro Minelli di te. Come nacque questa cosa e cosa hai provato nell’essere oggetto di una canzone?
R:«Enorme piacere. Lui e Ruggeri con il fantasista Paolo Rossi con lode a Evaristo. Sono amici e gli voglio un sacco di bene».


C’è un giocatore in circolazione che in qualche modo ricorda Evaristo Beccalossi?
R:« è talmente cambiato il calcio che non si possono fare paragoni. I calciatori di oggi sono più bravi, vanno anche a 3000 all’ora (meno male che ho giocato negli anni 80 altrimenti nel calcio di oggi non ce l’avrei fatta)».
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