La Voce Grossa di Lara Comi(intervista):« Forza Italia? Nessuna operazione nostalgica…»
Nicola Ricchitelli - Europa, destra e Forza Italia. Su queste tre parole
poggia la nostra chiacchierata avuta con l’europarlamentare Lara Comi alle
prese in questi giorni con un mini tour per spiegare ai giovani come promuovere
se stessi e cogliere le opportunità di lavoro che l’Unione europea offre.
D: Onorevole, negli ultimi tempi è impegnata in un
mini tour in alcune città del Nord Italia, per spiegare ai giovani come
promuovere se stessi e cogliere le opportunità di lavoro che offre l’Unione
europea, ci spieghi un po’ per sommi capi questa sua mission..
R:«È un tour
formativo attraverso tre regioni italiane, Lombardia, Piemonte e Liguria, per
far conoscere le opportunità che le istituzioni europee (e non solo) offrono in
tema d’occupazione e aiutarli a promuovere se stessi. Negli incontri sono affiancata da imprenditori e manager delle risorse
umane. Si spiega l'abc della self promotion, come compilare un curriculum in
inglese, come sostenere colloqui di lavoro, come partecipare a bandi, stage,
tirocini nelle varie istituzioni europee, come rispondere alle varie
application. Il progetto, che si chiama
‘La politica al lavoro per il lavoro dei giovani’ è partito da Milano, il 12
ottobre. Abbiamo ricevuto più di duecento richieste, ma per esigenze logistiche abbiamo potuto
accogliere solo un’ottantina di persone. Il percorso toccherà prossimamente
diverse città tra cui Torino (29 novembre), Brescia (13 dicembre), Genova e
molte altre località».
D: Perché bisogna vedere l’Europa come un’opportunità?
R: «Lavorare
all’estero è un’opportunità che oggi molti giovani dovrebbero prendere
seriamente in considerazione. Uscire dall’Italia significa spesso ritornarci
con una marcia in più. Le varie istituzioni europee, Parlamento, Consiglio,
Bei, Bce, Mediatore europeo, Corte di Giustizia, solo per citarne alcune, offrono
spesso stage e tirocini che possono diventare un’occasione d’ingresso nel mondo
del lavoro. Un’esperienza del genere può
costituire un biglietto da visita da spendere, poi, sul territorio nazionale.
Per chi ha un’idea come imprenditore l’Ue mette poi a disposizione dei bandi, anche se non è
facile vincere visto che la concorrenza è ampia. Non esistono però solo le
istituzioni Ue. La plenaria ha recentemente dato il via libera alla direttiva
sul mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali per facilitare la
mobilità di lavoro. In Europa si contano circa 800 professioni regolamentate,
ma oggi solo sette sono automaticamente riconosciute in tutti i Paesi membri
medici, dentisti, farmacisti, infermieri, ostetrici, veterinari e architetti».
D: Onorevole, cosa ci può raccontare di questi quattro anni al Parlamento europeo?
R:« Sono
stati anni intensi e produttivi, un’esperienza straordinaria. L’ottanta per
cento delle leggi italiane sono un recepimento di direttive o regolamenti
europei. Dunque da Bruxelles si ha il privilegio di vedere in anticipo gli
sviluppi normativi futuri. Il mio impegno politico è stato rivolto, in
particolare, alla difesa delle Pmi, dei giovani imprenditori e imprenditrici, a
sostegno del made in Italy, dal tessile all’agroalimentare, della ricerca, dei
lavoratori, con attenzione al territorio che rappresento. Mi sono occupata di
dossier importanti. Sono stata relatrice del regolamento di standardizzazione,
in vigore dal primo gennaio 2013 in tutti i Paesi membri, della denominazione
dei prodotti tessili, della sicurezza generale dei prodotti, e del regolamento
sulla protezione dei dati. Ho lavorato alla direttiva ritardo dei pagamenti
della pubblica amministrazione alle imprese».
D: Cos’è la politica oggi? La si fa politica per passione o per professione?
D: Cos’è la politica oggi? La si fa politica per passione o per professione?
R:« “La
politica è necessaria, oggi come ieri perché i problemi da soli non si
risolvono. Chi sbandiera il vessillo dell’antipolitca fa campagne sterili. Semmai c’è bisogno di maggiore qualità nella
politica, e che sia data ai cittadini la possibilità di scegliere chi li
rappresenta. Io cerco sempre di metterci la faccia e rispondo per quello che
faccio personalmente. Sono stata eletta col sistema delle preferenze. Mi occupo
di politica sette giorni su sette per passione, e macino chilometri per essere
sempre presente. Quando non sono a Bruxelles o a Strasburgo, sono sul
territorio italiano che rappresento, un’area molto ampia, Lombardia, Liguria,
Piemonte, Valle d’Aosta. Ma non faccio politica per professione: sono in
aspettativa, un lavoro ce l’ho».
D: Come giudica lo stato della
politica italiana oggi?
R:«Sta
cominciando a capire che la centralità della politica è ormai in Europa. Le
decisioni cruciali si prendono lì. E lì noi dobbiamo avere maggiore forza e capacità di negoziato. Dal primo
luglio 2014 il semestre di presidenza sarà poi detenuto dall’Italia, dunque si
aprono delle prospettive. Si può anche criticare l’Europa ma per avere più
Europa. Faccio un esempio, la questione sbarchi per cui c’è finalmente un
impegno a gestire i flussi migratori come problema comunitario. De resto c’è
ormai una road map disegnata che deve portare alle quatto unioni: economica,
fiscale, bancaria e politica».
D: E la destra italiana? Non ha la sensazione che stia vivendo un po’ una crisi di identità a vedere i tanti le tante sigle – vedi Alleanza Nazionale e Forza Italia – che stanno ritornando?
D: E la destra italiana? Non ha la sensazione che stia vivendo un po’ una crisi di identità a vedere i tanti le tante sigle – vedi Alleanza Nazionale e Forza Italia – che stanno ritornando?
R:«Non credo.
Con il ritorno a Forza Italia puntiamo a ricostituire una grande coalizione di
moderati che possa tornare a vincere le elezioni».
D: A proposito di Forza Italia, come vede la riesumazione del vecchio simbolo, un’operazione nostalgia o un serio progetto politico?
D: A proposito di Forza Italia, come vede la riesumazione del vecchio simbolo, un’operazione nostalgia o un serio progetto politico?
R:«Nessuna
operazione nostalgica. Il simbolo e il nome Forza Italia hanno sì un richiamo simbolico ed emotivo ma
oltre la forma ci sarà il contenuto. E noi dobbiamo riprendere l’obiettivo,
nato nel 1994, del partito liberale di massa. E il suo verbo non può essere che
meno tasse, meno spesa pubblica, meno debito, meno Stato, meno burocrazia. E dunque più individuo, più
impresa, più merito, più libertà, più ‘giustizia giusta’, più sussidiarietà,
più difesa della famiglia. A chi si presta a essere leader di un partito di
‘rottamatori’ e ‘asfaltatori’ noi dobbiamo rispondere con un partito di
‘riformatori’ nell’ottica di una visione liberale, e non socialdemocratica,
della società».
D: Cosa sarebbe la destra oggi senza la presenza di Silvio Berlusconi?
D: Cosa sarebbe la destra oggi senza la presenza di Silvio Berlusconi?
R:«Forza
Italia è imprescindibile da Silvio Berlusconi che è il suo fondatore e il nostro
leader indiscusso. Riaffermare il nome di Forza Italia significa difenderlo dall’intollerabile
e ingiusto tentativo di delegittimarlo.
E contemporaneamente significa difendere la nostra storia, quella di un partito
votato da milioni di italiani».