La Voce Grossa di…Federica Pacela(intervista):« Dei social detesto il girone dantesco dell’invidia…»
Nicola Ricchitelli
– Più di 500.000 followers al seguito, i suoi scatti ogni qual volta vengono
sommersi da innumerevoli like, il che fanno dell’ospite di quest’oggi una delle
influencer più amate di Instagam.
Da un salone
di acconciature al web, passando dalla fotografia, questa in sintesi la lunga
strada percorsa fino ad oggi da Federica Pacela. Non ci dilunghiamo con le
presentazioni, e vi lasciamo alla lunga intervista realizzata all’influencer di
Biella.
Federica benvenuta nel nostro spazio...Da hairstyle a influencer, come si
sono intrecciate le due strade?
R:«Grazie per la vostra ospitalità e vi
dirò: le due strade non si sono intrecciate, ma divise nettamente ad un certo
punto. Va detto però che il primo fotografo per il quale ho posato è il marito
della mia ex titolare, quando lavoravo come parrucchiera. E il mio primo
servizio con lui fu per partecipare a una iniziativa della Goldwell, una nota e
ottima marca di prodotti per capelli. Negli scatti si vedevano solo i miei
capelli e il mio sguardo, nient’altro. Bellissime foto».
Come nasce il tuo cammino come hairstyle?
Come nasce il tuo cammino come hairstyle?
R:«Da una vera passione. Volevo fare la
parrucchiera sin da ragazzina e credevo che sarebbe stata la mia professione
per sempre. Poi nella vita si cambia, possono nascere nuovi interessi e nuove
aspirazioni».
Cosa ti piace di questo mondo?
R:«La sperimentazione con il colore, quando ero parrucchiera, mi ha sempre entusiasmata. Posso dire, senza timore di smentita, di essere stata una “colorista” molto brava. Certo sono passati tre anni da che ho lasciato il lavoro per trasferirmi e dovrei aggiornarmi, ma… impiegherei poco a rimettermi in pari. Conosco i capelli; per me non hanno segreti. Li prendo tra le mani, li osservo e mi dicono tutto di loro. So come reagiscono al colore, quanto posso osare, quando fermarmi per rispettare la loro natura. Arrivare a certe competenze e ad alti livelli è un lavoro serio di apprendimento, ma anche di ricerca personale. Ci si deve sottoporre a costante formazione e ci vuole passione».
Che ricordi conservi della gavetta e delle tue prime esperienze come parrucchiera?
R:«Bei ricordi. Facevo un lavoro che amavo e il rapporto con le clienti era gratificante. Credo di essere stata sempre una gran lavoratrice: affidabile sia come parrucchiera che come persona. Ma al lavoro sono sempre qualcuno sul quale contare. Anche ora sono precisa, puntuale, professionale».
Il carattere dei tuoi scatti è sempre particolarmente sexy e provocante, come mai hai deciso di puntare proprio su questi aspetti?
Cosa ti piace di questo mondo?
R:«La sperimentazione con il colore, quando ero parrucchiera, mi ha sempre entusiasmata. Posso dire, senza timore di smentita, di essere stata una “colorista” molto brava. Certo sono passati tre anni da che ho lasciato il lavoro per trasferirmi e dovrei aggiornarmi, ma… impiegherei poco a rimettermi in pari. Conosco i capelli; per me non hanno segreti. Li prendo tra le mani, li osservo e mi dicono tutto di loro. So come reagiscono al colore, quanto posso osare, quando fermarmi per rispettare la loro natura. Arrivare a certe competenze e ad alti livelli è un lavoro serio di apprendimento, ma anche di ricerca personale. Ci si deve sottoporre a costante formazione e ci vuole passione».
Che ricordi conservi della gavetta e delle tue prime esperienze come parrucchiera?
R:«Bei ricordi. Facevo un lavoro che amavo e il rapporto con le clienti era gratificante. Credo di essere stata sempre una gran lavoratrice: affidabile sia come parrucchiera che come persona. Ma al lavoro sono sempre qualcuno sul quale contare. Anche ora sono precisa, puntuale, professionale».
Il carattere dei tuoi scatti è sempre particolarmente sexy e provocante, come mai hai deciso di puntare proprio su questi aspetti?
R:«C’è indubbiamente una vena
narcisistica forte in chi si espone come me, ma devo dire che “la piega” (per
dirla da ex parrucchiera…) sexy è dovuta al fatto che a me dà più risultati,
semplicemente. Ovvio che un certo tipo di sensualità faccia parte di me
altrimenti non potrei inventarlo, ma non sono esattamente il tipo che si
sveglia la mattina sexy e provocante e tale resta sino a che non se ne va a
dormire. I miei followers sanno, dalle mie storie Instagram, che nella vita di
tutti i giorni quando non lavoro sono in tuta h24: zero trucco - così la pelle
respira - e scarpe da ginnastica. Su Instagram se mi spoglio di più ottengo più
visibilità, inutile negarlo, ma con le mie storie e la mia vita tra palestra
(tanta) e stanchezza (altrettanta) ottengo più amici: followers più costanti
rispetto a quelli di passaggio».
Quanto lavoro c'è dietro ad ogni tuo singolo scatto?
Quanto lavoro c'è dietro ad ogni tuo singolo scatto?
R:«Tanto. Lavoro con il corpo e con il
viso, quindi uno scatto è il momento finale di una condotta di vita molto
rigida. Adoro mangiare, e lì sono dolori: dieta controllata e costante, rare
trasgressioni e le rinunce a tavola mi costano da pazzi! Poi niente alcol - zero
assoluto - e sonno regolare. Mi alzo presto, vado a dormire presto e sono in
palestra praticamente sei giorni su sette. Parrucchiere, manicure, ciglia e
sopracciglia, estetista, fisioterapista e qualche trattamento estetico non sono
di certo come lavorare in miniera… ma posso garantire che quando diventano un
impegno costante, per lavoro, non sono più uno svago. Inoltre sono
costantemente in viaggio, a qualsiasi ora, con qualsiasi tempo. Che mi senta in
forma o uno schifo non fa differenza: al lavoro se non ti dai orari, regole, limiti, e se non
rispetti gli impegni… non ottieni nessun risultato».
C'è una responsabilità nel gestire un account social con così tanti followers al proprio seguito?
C'è una responsabilità nel gestire un account social con così tanti followers al proprio seguito?
R:«Bella domanda e non darò una risposta
breve, perché sì: c’è una responsabilità. Un conto è esibire il proprio corpo,
cosa che di per sé non rappresenta un messaggio negativo e smettiamola di fare
gli ipocriti o i puritani: il corpo non è una vergogna, la sessualità non lo è,
e poi si spogliano anche gli uomini e non subiscono certo il giudizio morale
che invece si abbatte sempre sulle donne.
La mia responsabilità è un’altra e ne sono consapevole: ho 34 anni e nel confronto costante con i miei followers ho deciso, proprio per senso di responsabilità, di esprimermi al 100%. Potrei parlare solo di successi, invece parlo anche di sconfitte. Potrei mostrarmi sempre felice e “distante”, invece dico quando sono triste, stanca, amareggiata. Sento la responsabilità di non usare “la vetrina” permettendo a qualcuno di credere che una influencer o una ragazza-immagine siano soggetti senz’anima o baciati dalla fortuna e fuori dal mondo reale. Sento la responsabilità di ispirare positività, di essere sempre onesta, di dire la verità. Una foto allusiva in lingerie è il mio lavoro, ma poi la mia vita è altro, non è di certo “patinata” e questo deve essere chiaro. La verità è che mi spoglio molto di più con le mie storie Instagram che in fotografia. In fotografia poi correggo il brufolo, mentre nelle storie dichiaro di averlo e lo mostro persino! In foto c’è il mio corpo, ma io sono Federica, non solo l’immagine di Federica. Il virtuale, se non ridimensionato con verità e ironia, è fuorviante. Nel mio caso non sono un’influencer tutta party in piscina e viaggi meravigliosi. Si sappia, perché serve a ridimensionare certi ruoli oggi molto “di moda” e molto fasulli».
C'è qualcosa che non ti piace del mondo dei social?
R:«Più di una cosa. In primis il mio lavoro sul fronte “social” non mi concede pause. Non riesco a staccare perché i miei profili vanno costantemente controllati, ed è una cosa nevrotizzante (altro aspetto faticoso del mio lavoro). Durante il reality “Ex on the beach”, che ora commento su Youtube con Renato Biancardi, stetti tre settimane senza cellulare. Una pace totale e mai più provata, ma… appena uscita stavo già con lo smartphone in mano. Avevo aperto i profili, quindi ricominciava la “guerra”.
Non mi piace dei social la deresponsabilizzazione riguardo agli insulti pesanti, alla cattiveria feroce, alla diffamazione diffusa e tollerata come se ormai fosse normale. Io non permetto a nessuno di scrivere porcate o cattiverie sul mio conto. Possono criticarmi, lo accetto, ma se mi insultano pesantemente o scrivono oscenità, cancello. Il disprezzo e le ingiurie non devono venire tollerati a nessun livello, mai. Ai nuovi selvaggi va tolta visibilità ad ogni costo: con un click vanno messi fuori gioco tutti quanti. Imparino a comportarsi, poi si vedrà. In ultimo dei social detesto il girone dantesco dell’invidia. Terribile».
Proprio la fotografia è una delle tue passioni, come nasce l'amore per la macchina fotografica?
R:«Posare per molti fotografi è stato a lungo, per me, oggetto di scoperta di aspetti sconosciuto della mia personalità. Un’esperienza bellissima e interessante. Non ho posato subito in lingerie o costumi da bagno: a quelli ci sono arrivata capendo che il mio fisico, grazie alla palestra, poteva diventare un lavoro. Ho collaborato con tantissimi fotografi e con ognuno ho trovato una strada espressiva differente. Sono loro molto grata.
Posare mi ha dato via via sempre maggiore disinvoltura davanti all’obbiettivo. Ora sono molto consapevole e lavorare con me non è faticoso come lo era all’inizio. Anzi: mi dicono io sia un soggetto con il quale lavorare sia facile e produttivo».
Come spero si evolva il tuo cammino professionale?
La mia responsabilità è un’altra e ne sono consapevole: ho 34 anni e nel confronto costante con i miei followers ho deciso, proprio per senso di responsabilità, di esprimermi al 100%. Potrei parlare solo di successi, invece parlo anche di sconfitte. Potrei mostrarmi sempre felice e “distante”, invece dico quando sono triste, stanca, amareggiata. Sento la responsabilità di non usare “la vetrina” permettendo a qualcuno di credere che una influencer o una ragazza-immagine siano soggetti senz’anima o baciati dalla fortuna e fuori dal mondo reale. Sento la responsabilità di ispirare positività, di essere sempre onesta, di dire la verità. Una foto allusiva in lingerie è il mio lavoro, ma poi la mia vita è altro, non è di certo “patinata” e questo deve essere chiaro. La verità è che mi spoglio molto di più con le mie storie Instagram che in fotografia. In fotografia poi correggo il brufolo, mentre nelle storie dichiaro di averlo e lo mostro persino! In foto c’è il mio corpo, ma io sono Federica, non solo l’immagine di Federica. Il virtuale, se non ridimensionato con verità e ironia, è fuorviante. Nel mio caso non sono un’influencer tutta party in piscina e viaggi meravigliosi. Si sappia, perché serve a ridimensionare certi ruoli oggi molto “di moda” e molto fasulli».
C'è qualcosa che non ti piace del mondo dei social?
R:«Più di una cosa. In primis il mio lavoro sul fronte “social” non mi concede pause. Non riesco a staccare perché i miei profili vanno costantemente controllati, ed è una cosa nevrotizzante (altro aspetto faticoso del mio lavoro). Durante il reality “Ex on the beach”, che ora commento su Youtube con Renato Biancardi, stetti tre settimane senza cellulare. Una pace totale e mai più provata, ma… appena uscita stavo già con lo smartphone in mano. Avevo aperto i profili, quindi ricominciava la “guerra”.
Non mi piace dei social la deresponsabilizzazione riguardo agli insulti pesanti, alla cattiveria feroce, alla diffamazione diffusa e tollerata come se ormai fosse normale. Io non permetto a nessuno di scrivere porcate o cattiverie sul mio conto. Possono criticarmi, lo accetto, ma se mi insultano pesantemente o scrivono oscenità, cancello. Il disprezzo e le ingiurie non devono venire tollerati a nessun livello, mai. Ai nuovi selvaggi va tolta visibilità ad ogni costo: con un click vanno messi fuori gioco tutti quanti. Imparino a comportarsi, poi si vedrà. In ultimo dei social detesto il girone dantesco dell’invidia. Terribile».
Proprio la fotografia è una delle tue passioni, come nasce l'amore per la macchina fotografica?
R:«Posare per molti fotografi è stato a lungo, per me, oggetto di scoperta di aspetti sconosciuto della mia personalità. Un’esperienza bellissima e interessante. Non ho posato subito in lingerie o costumi da bagno: a quelli ci sono arrivata capendo che il mio fisico, grazie alla palestra, poteva diventare un lavoro. Ho collaborato con tantissimi fotografi e con ognuno ho trovato una strada espressiva differente. Sono loro molto grata.
Posare mi ha dato via via sempre maggiore disinvoltura davanti all’obbiettivo. Ora sono molto consapevole e lavorare con me non è faticoso come lo era all’inizio. Anzi: mi dicono io sia un soggetto con il quale lavorare sia facile e produttivo».
Come spero si evolva il tuo cammino professionale?
R:«Il tempo che passa è un dato di fatto,
quindi per il mio lavoro attuale sento di avere un “timer” che prima o poi dirà
stop. So tanto di palestre, integratori,
abbigliamento sportivo eccetera, ma penso anche che dovrei mettere a frutto la
disinvoltura acquisita: ho fatto un reality, sono stata ospite di stazioni
radio e trasmissioni tv, ho fatto serate con alcuni ottimi Dj, ho partecipato
come testimonial o ospite a molte manifestazioni e so comportarmi davanti a una
macchina da presa o a un microfono. Da tempo accarezzo un paio di idee d’impresa interessanti, ma voglio arrivarci
pronta e sotto ogni aspetto. Non ne parlo perché sono due idee originali e
molto “mie”, ma… difficilmente abbandonerò del tutto il web. È un ambiente nel
quale ho molta esperienza e non credo la sprecherò. Troverò una mia formula,
non ho dubbi. Sono ancora alle prese con più di una decisione, ma di certo il
mio futuro è in un lavoro mio, autonomo».