Cari tifosi romanisti, forse era meglio Fonseca e la famiglia Sensi, purtroppo questa Roma non tornerà più grande
Nicola Ricchitelli – Nell’ultimo campionato – stagione 2020/2021 – la Roma ha chiuso il campionato al 7° posto, mettendo a referto 62 punti, frutto di 18 vittorie, 8 pareggi e 12 sconfitte.
Che la piazza romana fosse un posto difficile dove far calcio lo dice la storia, hanno criticato Fabio Capello – l’allenatore dell’ultimo scudetto – e fischiato colui che ai giallorossi ha dato gli ultimi trofei, quel tal Luciano Spalletti, senza dimenticare quell’altro tal che diede una lezione di calcio al Barcellona di Leo Messi nei quarti di finale di ritorno di Champions il 10 aprile del 2018, e quindi Eusebio Di Francesco.
Poi arrivò dallo Shakhtar Donetsk, il portoghese Paulo Fonseca, è l’11 giugno del 2019, in campionato arriveranno un 5° e un 7° posto, mentre in Europa, il portoghese condurrà i giallorossi agli ottavi di Europa League nella prima stagione, e alle semifinali nella seconda stagione, giocando un buon calcio anche se le orecchie fischieranno per le tante e troppe critiche.
Poi arrivò l’estate 2021, in pompa magna viene annunciato l’arrivo di un altro portoghese, ma con una storia ben diverse, passato alla storia come lo Special One, lui è José Mário dos Santos Mourinho Félix o semplicemente José Mourinho, un allenatore che per gli intenditori di calcio non ha bisogno di presentazioni, per lui parla la Champions dei miracoli con il Porto e i successi con il Chelsea, il triplete con l’Inter e quindi il colui in grado di vincere qualcosa con il Real Madrid nell’epopea del grande Barcellona di Guardiola, l’unico in grado di vincere dopo Alex Ferguson con il Manchester United.
Nella stagione 2020/2021 i giallorossi avevano a referto 34 punti e quindi ben 9 punti in meno rispetto ad oggi che ben che vada saranno 6 se arriveranno i 3 punti contro lo Spezia, ma nel complesso tutte le attese che gravitavano attorno l’allenatore portoghese si stanno facendo man mano vane.
Quando Paulo Fonseca perdeva tutti ne chiedevano la testa, se perde “Mou” tutti chiedono pazienza, nel mezzo una piazza che non sa da che parte stare, anche se i numeri parlano chiaro, la Roma ad oggi ha 9 punti in meno rispetto alla scorsa stagione e gioca la Coppa per squadrette denominata Conference League dove per altro ha fatto una memorabile figura perdendo 6-1 in casa dei norvegesi del Bodo Glimt nella fase a gironi.
Tutti chiedono pazienza ma la realtà è che la Roma non gioca a calcio e il caro vecchio Mou è divenuto un vecchio ma bel quadro da appendere in salotto. La Roma non gioca e forse i suoi calciatori non sono all’altezza, non lo è la società che da James Pallotta a Dan Friedkin non si sta rivelando all’altezza. Forse questa Roma per ora non tornerà quella della famiglia Sensi e di Francesco Totti, Franco Sensi comprava gente del calibro di Gabriel Omar Batistuta, comprava Montella, ma anche Emerson e Walter Samuel, Abel Balbo e Antonio Cassano. Da Franco Sensi a sua figlia Rosella arrivò Luciano Spalletti, si sfiorò lo scudetto e arrivarono due Coppe Italia e una Supercoppa Italia.
Arrivati gli americani, il grande sogno è finito….