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La Voce Grossa di…Alessia Zecchini(intervista):«L’Apnea? Nasce dalla voglia di scoprire cosa ci fosse sott’acqua»


Nicola Ricchitelli - 16 medaglie d'oro ai mondiali e ben 27 record del mondo, di cui l'ultimo il 7 agosto 2019 in Honduras, dove ha battuto il suo stesso record, raggiungendo con la monopinna i 113 metri e stabilendo così - in contemporanea con la slovena Alenka Artinik - il nuovo record mondiale di apnea subacquea in assetto costante.
Sulle pagine de La Voce Grossa quest’oggi, nel consueto spazio dedicato alle intervista la voce della campionessa di apnea, Alessia Zecchini. Alessia, ben arrivata nel nostro spazio…
Cosa fin da subito ti ha affascinato dell’apnea?
R:«Ho avuto le prime esperienze con l’apnea all’età di undici anni – per dei brevetti in piscina – è stato come se si fosse accesa una scintilla, una voglia di scoprire cosa ci fosse sott’acqua, il silenzio, ma soprattutto il capire fin dove potessi spingere il mio corpo. È stata una ricerca continua, un continuo farsi delle domande e cercare delle risposte, un continuo lavorare, e poi c’è lui, il mare, un elemento che mi ha sempre affascinato. Scendere in profondità per vedere magari cosa ci fosse sotto una roccia, è una cosa che mi entusiasmava e mi entusiasma tutt’ora tantissimo».

Quanta preparazione c’è prima di una gara di immersione?
R:«Prima di un immersione c’è quasi un anno di preparazione, tanta piscina, palestra, allenamenti che vanno dalle tre alle tre ore e mezza al giorno, poi con l’avvicinarsi della competizione si fa un tuffo al giorno, c’è un preparazione di stretching, stretching toracico, esercizi di respirazione varie, tutte cose che ti permettono di affrontare la gare in maniera perfetta e con minore possibilità di sbaglio».  

Soprattutto quanto lavoro c’è dietro il raggiungimento di un record?
R:«Tra gara e record è un po’ diverso, però per me è sempre stata più o meno la stessa cosa, ho sempre spinto abbastanza, ho sempre puntato al massimo, quindi la preparazione è sempre la stessa, anche se per il record si cerca di essere molto più concentrati, con ancora molta più determinazione e voglia di commettere meno sbagli possibili».

Alessia quando sei lì in fondo al mare quanta paura c’è dentro di te?
R:«Non c’è paura, secondo me non ci può essere paura in quelle situazioni anche perché non si farebbero poi i passi giusti. C’è si concentrazione massima, le emozioni sono controllate tantissime, pensieri ed emozioni non hanno possibilità di andare, partire. Nel momento in cui c’è qualcosa che potrebbe portarmi ad un pensiero negativo, cerco di riportare l’attenzione al gesto tecnico, anche perché il minimo errore potrebbe compromettere il tuffo».  

Qualche immersione che ti è restata dentro?
R:«La più bella che ho fatto è stata a Curaçao, 106 metri, dopo il record di 100 metri che è stato un tuffo anch’esso spettacolare, in free immersion, il giorno successivo in quelle condizioni spettacolari – acqua blu, mentre scendevo da 60, 70 metri potevo ammirare un rif e tutta la barriera, arrivata ai 100 metri mi sono girata e me li sono goduti tutti – c’era un po’ di stanchezza però tuffarsi in questo spettacolo blu è stato bellissimo, sono tuffi che ti porti dentro a vita. Mi piacciono molto i tuffi nei mari caraibici blu, è in quei mari che ho fatto i tuffi più belli».   

16 medaglie d'oro ai mondiali e ben 27 record, c’è una medaglia che porti particolarmente dentro?
R:«Il record che porto dento sono sicuramente i 102 metri in assetto costante, ottenuto alle Bahamas nel 2017, era la mia prima partecipazione al “Vertical Blue”. È stata una gara molto difficile, specie all’inizio, dove ho preso tre cartellini rossi nelle prime tre giornate di gare, poi grazie a un ragazzo conosciuto lì, Stephen Keenan, divenuto poi il mio coach, mi ha fatto credere molto in quello che potessi fare, che quello che volevo fare era alla mia portata, quindi fu fantastico concludere la competizione a 104 metri, uno in più della mia avversaria che si era fermata a 103. Fu un tuffo spettacolare con un uscita perfetta».

Alessia come si compone la tua giornata tipo?
R:«Risveglio, colazione quindi via in palestra dove mi alleno circa un ora e mezza, poi un'altra ora e mezza in acqua, poi nel pomeriggio spazio al lavoro organizzativo, agli appuntamenti, una cosa che faccio tutto da sola non avvalendomi di collaboratori. Però non mancano i pomeriggi dedicati agli affetti e agli amici».

Ti capita nella vita di ritrovarti in apnea?
R:«Ogni tanto in motorino J il motorino è un mezzo che uso spesso per muovermi, faccio in media 30/40 km al giorno in motorino, quindi capita qualche odore non gradito così come in ascensore o in bagno allora lì trattieni un po’ il respiro ed è fatta J».

Quali i valori di questo sport che ti porti poi nella vita di tutti i giorni?
R:«Questo è uno sport che mi ha insegnato tantissimo, e tutto quello che ho imparato cerco di applicarlo nella vita di tutti i giorni, come ad esempio l’aiutare il prossimo, la generosità, il saper ascoltare, il mettersi in gioco, il lavorare su sé stessi per migliorarsi sempre e quindi la ricerca costante di migliorarsi sia a livello fisico che mentale. Il corpo è una macchina che può funzionare sempre meglio, dobbiamo solo avere consapevolezza di noi stessi».  

Dovendo consigliare questo sport ai giovani d’oggi…scegliere l’apnea perchè?
R:«Perché è bellissimo il contatto con l’acqua, con il mare, ma non solo. Si impara a conoscere di più il proprio corpo, si impara ad avere una reale consapevolezza del proprio respiro. Ai giovani non consiglio di fare agonismo ma di provare, capire quanto possano migliorare il proprio respiro, e poi perché ne mare ci si diverte tantissimo, è uno sport bello è introspettivo, ma allo stesso tempo di gruppo perché si condivide questa passione con tante altre persone».

Alessia quali i tuoi prossimi obbiettivi che ti sei posta di raggiungere?
R:«Il prossimo obiettivo è sempre quello di continuarmi a divertirmi, adesso come adesso non ho particolari obiettivi – a parte il “Vertical Blue” di quest’anno -  continuo ad allenarmi, vorrei riportare in Italia il record del mondo in costante, avrò bisogno di andare più in profondità, a settembre ci sono i mondiali lì dove cercherò di difendere i miei titoli».

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