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Voci di Corsia, Aidi:«Essere infermiere non è semplice, soprattutto oggi, ma è proprio ora che sono più fiera di esserlo»


Altra testimonianza di corsia, questa arriva dalla Liguria, dall'ospedale San Paolo Valloria, il suo account su Instagram è Aidi Cuni:   

«H 7:00 smonto notte. 10 ore in zona gialla. Caldo, afa... sensazione di respiro corto, goccioline di sudore che cadono dal viso, un viso che senti sciogliere sotto la maschera FP3, gli occhiali di plastica ( ah io sono miope, doppio occhiale per me), la visiera, la doppia cuffia; avvolto da un camice impermeabile, magari di due taglie in più perché la tua non c'è, sotto questi strati un corpo che deve muoversi, deve essere veloce e scattante, deve compiere manovre in urgenza e diciamocela tutta reperire un accesso venoso con tre paia di guanti diventa un'impresa, ti limitano nei movimenti, nella sensibilità e SUDIIIIII , sudi e sudi ancora, dopo ore passate così non hai respiro, non puoi bere, non puoi riposare, non puoi fare pipi vestito in quel modo...In tutto ciò l'ansia di poterti contaminare facendo i gesti che per abitudine facevi prima, questa ansia fa da sottofondo ad ogni manovra; devi ripeterti costantemente di non toccarti la testa se l'elastico per i capelli ti fa male, se ti prude il naso sopporti, se hai quel rebreathing insopportabile nella tua mascherina ci continui a respirare dentro ancora e ancora e finisci il tuo lavoro...Lo scenario attuale è inedito per tutti. Attenti a ripetere il mantra "muoiono tutti anziani" perché gli stessi, già fragili soggetti a bordo-societá, potrebbero soffrire ancora di più. Essere infermiere non è semplice, soprattutto oggi, ma è proprio ora che sono più fiera di esserlo ♥️»
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