Voci di corsia, Vittoria:«Ho scelto di essere Infermiera...»
Questa è la voce di Vittoria, la sua è un'altra voce che arriva dalla corsia:
«Ho scelto di essere Infermiera e inizialmente la cosa che più mi spaventava era il Cancro, poi ho scoperto e vissuto le Cure Palliative, l’Istituto di Candiolo, e ho visto e sentito così tanto amore nella sofferenza, al punto da arrivare a “temere meno” quella brutta bestia. Poi ho visto la fibrosi cistica, e ho ringraziato (non so bene chi, perché non ho ancora trovato il mio credo) di non dover vivere sotto una campana di vetro.
Ho visto l’Alzheimer e ho pensato: “Ecco! Ho trovato la cosa che mi spaventa maggiormente!”, andarsene senza più riconoscere chi ami, vedendo nei loro occhi il dolore e forse non saperlo nemmeno cogliere o domandarsene il perché.
E poi, poi ho visto il Covid-19, una cosina invisibile, non crea piccole masse tangibili, non te ne accorgi facendoti la doccia, non viene preceduta da piccole dimenticanze sempre più frequenti, non provoca sanguinamenti di dubbia natura; è una cosina bastarda, che probabilmente ti ha portato in casa chi più ami, o che non basta che ce l’abbia tu, no, tu la puoi aver “donata” a chi ti sta accanto, ed entra in punta di piedi, in silenzio, per poi decidere di accendere così, di punto in bianco, l’occhio di bue su di sè e boom, dà il via al suo orribile spettacolo: pronti, via... in una campana di vetro, spogliato dei tuoi abiti, dei tuoi averi, ma soprattutto dei tuoi affetti.
Ma non della razionalità e del cuore, quelle due cose che ti rendono Persona, presente a sè stessa e agli altri, sono più vive che mai.
E per la prima volta ho preferito l’Alzheimer.
Perché nulla può essere peggio che dover pronunciare queste parole: “Mi spostano, è definitivo?
I miei figli non li vedrò più?»