La Voce Grossa di…Borgiac(intervista):«L’arte è fare vedere il mondo da un altro punto di vista»
Nicola
Ricchitelli – Più che a far parlar di sé l’ospite di quest’oggi ha da sempre
fatto parlare la sua arte, da qualche anno a questa parte infatti, non di rado
su di un qualche muro della città di Barletta ci è capitato di vedere la sua
arte, detta alla sua maniera:«… quel far vedere il mondo da un altro punto di
vista», ecco allora che abbiamo visto il famoso pittore barlettano Giuseppe De
Nittis con la mascherina, allo stesso pittore barlettano l’ospite di oggi ha
dedicato il famoso pastello “Giornata d’inverno” su di un muro di via S.Andrea,
ha inventato la libreria telefonica, ha immaginato un “Vico Brezza marina”
dalle parti della cattedrale di Santa Maria Maggiore, fino a mettere la
mascherina alla Madonna dello Sterpeto e al Bambin Gesù.
Sulle
pagine virtuali de La Voce Grossa, nel consueto spazio dedicato alle interviste,
quest’oggi la voce e l’arte di Giacomo Boraccino, in arte Borgiac.
Benvenuto
nel nostro spazio dedicato alle interviste... Chi è Borgiac?
R:«
Borgiac è un acronimo che fonde il cognome Borraccino con il nome Giacomo. Pare
che non ci siano imitazioni. C’è Borgia oppure Vojak un calciatore del secolo
scorso. Sono un artigiano iscritto alla camera di commercio dal1985. Sono
autodidatta. Mi sono inventato un lavoro: trasmetto agli altri quello che so
fare, disegnare, dipingere (su tutte le superfici) e trasformare le cose e i
luoghi che mi circondano».
Quale
il motore che ti spinge ogni qual volta a lasciare un segno della tua arte sui
muri di Barletta?
R:«
La trasformazione. Se
disegni trasformi un foglio, se dipingi modifichi una tela, se colori i muri
puoi far esistere addirittura cose che non c’erano. È una magia. Come fa la
natura: terra, seme, fiore, frutto».
Che
significato ha per te lasciare un segno di te sui muri della città?
R:«
Io sono attraversato dalla
Bellezza. Voglio lasciare le cose un po’ più belle di come sono. Se sono già
belle, custodirle, averne cura».
Ricordi
la prima traccia che hai lasciato di te tra le vie di Barletta?
R:«
La prima pittura murale
barlettana autorizzata dal comune è la mia. Si tratta di 5 angeli che
rappresentano i 5 continenti del pianeta terra. Creano un giardino. Fu fatta da
un gruppo di dieci persone di paesi diversi, tra cui una magnifica ragazza in
carrozzella. Ora si trova sotto altre due pitture murali. Sempre mie. Via
Vittorio Veneto».
Cos'é
per te arte e quindi l'arte?
R:«L’arte
è fare vedere il mondo da un altro punto di vista».
Come
definiresti la tua?
R:«La
mia è fare vedere le cose con curiosità e stupore».
Cosa
cerchi di comunicare con i tuoi disegni?
R:«
Tutti possono fare questo,
perché i punti di vista sono tanti quanti gli abitanti della terra».
Con
tutto quello che è successo il 1 maggio non mi dire che non hai pensato di
dedicare qualcosa alla "Madonna nostra", alla Madonna dello
Sterpeto....
R:«
La Madonna dello Sterpeto è
amica mia. La vado a trovare. Parlo con lei e lei con me. Durante questo
coronavirus sono andati a scomodarla al santuario. Era in quarantena. E
condivideva il distanziamento sociale. Nessuno le ha chiesto se voleva venire
in città in mezzo alla calca. Allora le ho messo una mascherina sul volto a Lei
e al suo Bambino. Infatti l’hanno confinata nella cattedrale. Aveva senso?».
Borgiac
puoi svelarci il prossimo soggetto o tema che disegnerai sui muri di Barletta?
R:«
Vi do’ un indizio: “ Tu sei
Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa “. Nel centro storico. A
breve».