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La Voce Grossa di…Ghigo Renzulli(intervista):«Vi presento il mio nuovo progetto strumentale “No.Vox”»


Nicola Ricchitelli – I suoi assoli mi hanno accompagnato per una vita intera, difficile scindere quest’oggi l’animo del giornalista da quello del fans o voi che non sapete che significa vedere il nome di una certa band fiorentina scritta sui muri delle periferie, o voi che non vi siete mai sentiti maledetti ascoltando “Maudit” e che non avete mai gridato “Terremoto” sui banchi di scuola.

Difficile spiegarvi cosa significasse per noi nati negli 80, cresciuti nei 90 e divenuti uomini nei 00 cosa significasse perdersi nei suoi assoli, nel mentre gridavamo al mondo “Io obietto…disobbedisco”.

Difficile riuscirvi a presentarvi in poche parole l’ospite di quest’oggi, difficile racchiudervi in poche righe 40 anni di carriera al servizio della musica rock.

La sua chitarra ha disegnato meravigliosi assoli e hanno contornato i più grandi brani del rock nostrano, i suoi riff hanno contribuito a disegnare melodie creando brani che hanno generato album divenuti vere e proprie pietre miliari della musica italiana.

Non mi dilungo una parola di più, dico solo che oggi al chitarrone abbiamo Ghigo Renzulli.

Caro Ghigo perdona se per un attimo mi sono lasciato andare ai sentimenti, accolgo innanzitutto i miei ospiti con un come stai?
R:« Direi bene, grazie ! Nonostante la quarantena sono riuscito ad essere sempre attivo ed ora che ne stiamo uscendo ho miliardi di cose da fare».

Ora tutti si aspetterebbero che mi lingua battesse fin dentro quella cantina di Via dei Bardi, ed invece con te vorrei iniziare parlando del tuo ultimo progetto da solista   “Ghigo Renzulli No.Vox”, di cosa si tratta nello specifico?
R:« No.Vox  #LaVoceDegliStrumenti è un progetto artistico molto coraggioso, soprattutto in un paese come l’Italia. E’ un progetto interamente strumentale dove mi sono divertito ad elaborare musiche senza nessun tipo di impedimento o di compromesso».

Quali elementi lo differenziano dai tuoi progetti musicali passati?
R:« Nel passato ho sempre fatto progetti musicali con cantanti: Cafe’ Caracas con Raf, Litfiba con Piero, Litfiba con Cabo, Litfiba con Filippo Margheri, Avanti Veloce con Valerio Presti. Questo progetto, invece, essendo completamente strumentale si differenzia completamente».

Che futuro avrà nel tempo questo progetto?
R:« Penso lunghissimo, senza nessuna scadenza. Un progetto difficile e lento da sviluppare ma che ha dalla sua il fatto che, essendo senza cantante, e quindi solo musica, potrà essere portato avanti senza alcun limite di età. Esattamente come nel Jazz, nel Blues, nella Classica e nella musica di compositori contemporanei. E in più, e non è poco, si potrà sviluppare con il tempo in Europa e perché’ no, anche nel resto del mondo, a differenza di un progetto cantato in Italiano, che molto difficilmente va al di fuori dei confini del proprio paese».

Un progetto tra l’altro che ha visto la partecipazione di molti musicisti con cui hai collaborato nell’arco di questi 40anni, da Maroccolo ad Aiazzi, passando per Gianluca Venier, Pino Fidanza, Ugo Nativi e tanti altri…come sei riuscito a mettere insieme così tante personalità?
R:« Ho sempre vissuto emozionalmente il rapporto con i musicisti che hanno collaborato con me. Esiste una stima reciproca. E questo ha sempre fatto sì che i miei rapporti personali con questi musicisti siano sempre stati ottimi».

Ghigo quanto è difficile in un momento come questo per voi artisti programmare uno straccio di futuro?
R:« Mhhhh.. purtroppo il Corona Virus ha detto una bel colpo di mazza alla schiena dell’ambiente musicale...piano piano tutto rientrerà nella normalità, ma la musica è anche assembramento. Ci vorrà molto tempo prima che si possa ritornare a fare i concerti e gli spettacoli».

Nel tuo cosa c’è?
R:« Quello che ho sempre fatto in vita mia...Musica ! Io sono di una stirpe in estinzione! Quella dove si muore sul palco! Esattamente come B.B. King o Chuck Berry».

C’è ancora del tempo che ci divide, ma il 6 dicembre di questo 2020 saranno passati 40 anni da quel primo concerto alla  ex Rokkoteca Brighton di Firenze. Premesso che gli anniversari non mi scaldano più di tanto, ad ogni modo che peso ha ancora oggi la vostra musica?
R:« Non posso definirlo io il peso della nostra musica...solo il pubblico lo può definire. Sicuramente oggi ci sono generi musicali più in voga del Rock. Non è detto però che rimangano nella storia».

Avete pensato a un qualcosa per ricordare quell’evento?
R:«Ci sono stati incontri. Vedremo cosa succede! Io per quel che mi riguarda ci sono ! Corona Virus permettendo».

Ghigo torno un po’ indietro nella memoria ma non più di tanto, hai avuto modo di vedere Sanremo? Cosa ne pensi dell’edizione di quest’anno?
R:« Sono ormai tanti anni che Sanremo non mi interessa e che non lo guardo...Mi sembra che l’ultima volta che ho visto qualcosa è stata quando il Festival fu presentato da Raimondo Vianello...».

I questi anni ci sono state possibilità di calcare in un qualche modo quel palco?
R:« Al tempo di “Infinito”, nel 1999, il periodo di maggior successo della band, ci chiesero di partecipare come ospiti, offrendoci anche un compenso principesco...Rifiutammo!».

Ghigo, aldilà del progetto Novox, quando torneremo ad ascoltare del buon e sano rock targato Litfiba?
R:« Corona Virus Docet».

 Foto di: Annalisa Russo  e Daniele Aversano

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