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Barletta, ventotto anni fa la prima e unica volta di un barlettano sul palco dell’Ariston: Fedele Boccassini


Nicola Ricchitelli - Fu l’ennesimo Sanremo presentato da Pippo Baudo - l’ottavo di tredici edizioni per la precisione, edizione dove lo stesso Baudo ricopriva il ruolo di direttore artistico – ma fu anche il Sanremo del dualismo tra le due vallette Claudia Koll e Anna Falchi – la stessa Falchi tra l’altro fece molto parlare di sé per la sua relazione con Fiorello – fu il Sanremo di Giorgia che trionfò con il brano “Come saprei” scritto dalla stessa cantante romana con Eros Ramazzotti e con Striscia la notizia che gridando allo scandalo ne annunciò la sua vittoria qualche giorno prima. Fu il Sanremo della minaccia di suicidio in diretta: un uomo, Pino Pagano, si sedette sul bordo della galleria del Teatro Ariston mostrando l'intenzione di buttarsi di sotto ermato da Baudo tra gli applausi, il Sanremo dei grandi ospiti internazionali: Madonna, Sting, Ray Charles, Take That, Duran Duran su tutti, il Sanremo della sigla tormentone “Perché Sanremo è Sanremo”, fu addirittura il Sanremo che spense le velleità canore di Christian De Sica, Teo Teocoli e Gene Gnocchi, esclusi dalla storica competizione canora. Ma fu soprattutto un Sanremo dai grandi nomi della musica italiana: Patty Pravo, Massimo Ranieri, Gigliola Cinquetti, Toto Cutugno, Loredana Bertè, Ivana Spagna, Gianni Morandi, Fiorello, 883, Mango, Andrea Bocelli su tutti.

Succede così che in un anonimo e lontano 22 Febbraio del 1995, tra gente che sarebbe diventata poi Gianluca Grignani e Daniele Silvestri, quel tal Fedele Boccassini da Barletta – saranno due in totale le presenze dell’artista della città della Disfida sul palco dell’Ariston nonché l’unica traccia barlettana nella storia della kermesse canora dal 1951 ad oggi - tentò con il brano scritto e composto dallo stesso Boccassini “Le Foglie”, di entrare nel gota della musica italiana. Lo stesso cantautore barlettano tra l’altro fu uno dei finalisti dell’edizione del Festival di Castrocaro nel 1989. Visibilmente emozionato e soprattutto un po’ impacciato nella parte iniziale dell’esecuzione del brano, il testo è un inno alla vita nonché all’amore: «se una raffica di vento arriva su di noi e confonde i miei pensieri con i pensieri tuoi…quante volte scivolando scopriremo che la mia stessa voglia accende pure te…vale la pena di vivere amando senza sprecare nemmeno un secondo, a piedi nudi sul cuore ballando, seguendo il ritmo che va…sai che c’è, che mi piaci da morire, mi piaci come fai l’amore».


Un esperienza che finì con un risultato non proprio esaltante, ottavo posto, 9148 voti, una pugno in meno di Gianluca Grignani che si classifica sesto con uno dei brani più celebri della sua produzione artistica, “Destinazione paradiso”, finendo sopra a quel tale Daniele Silvestri che chiude la classifica – dominata dai Neri per caso - con il brano “L’uomo con il megafono”.

Altro giro, altra corsa. Anno 1996. È l’anno della chiacchierata vittoria di Ron, delle vallette Sabrina Ferilli e Valeria Mazza, della “Terra dei cachi” di Elio e le storie tese e quindi il Sanremo numero nove condotto da Pippo Baudo. Tra le Nuove Proposte, lo stesso Fedele Boccassini – che per l’occasione si presenterà semplicemente come Fedele - dovrà vedersela con gente del calibro di Carmen Consoli, Marina Rei, O.R.O., Syria. Va male che più male non si può, eliminazione al pronti, partenza, via, e quindi addio ai sogni di gloria, così scriveva Gloria Pozzi sul Corriere della Sera del 22 Febbraio del 1996: « Addio Sanremo crudele. Per i Dhamm, per Fedele Boccassini e per Mara il festival è già finito. Sono stati bocciati dalle giurie nel tentativo di conquistarsi un posto tra i Big…Mastica amaro anche il cantautore Fedele, 30 anni, da Barletta, che ha proposto "Non scherzare mai". Commenta: "Vota gente che per eta' ama di piu' la melodia che il rock. Non ho voluto rinunciare a propormi nella mia vera dimensione musicale anche se sapevo che correvo un grosso rischio"».
Il brano “Non scherzare dai”- scritto in collaborazione con Luca Angelosanti, Fio Zanotti, Memo Remigi e Francesco Morettini a cui farà seguito un video registrato per le vie di Senigallia, regia di Lorenzo Ciccoli Massi – ripercorre grosso modo i temi affrontati nel brano “Le foglie” presentato l’anno precedente, la vita e l’amore non mancano di essere al centro del testo non mancando allo stesso tempo di proporre momenti introspettivi dell’autore: «Questa vita non regala mai e ci butta dopo che ci spreme…vorrei viverla questa vita ma guardarla dritta negli occhi, schivando i colpi bassi e senza compromessi…sembra facile andare avanti ma ogni giorno è sempre un po’ piu dura….più passa il tempo e più mi sento sbagliato….ho molti amici, molti sono amici fino a quando non gli chiedi aiuto…forse a volte Dio si vergognerà a vedere cosa siamo diventati», il sound si discosta di molto rispetto al brano “Le foglie”, con un suono molto più graffiante e rock.


Lo stesso Boccassini sul palco dell’Ariston mostrerà più sicurezza e più disinvoltura rispetto all’atteggiamento quasi abbottonato mostrato l’anno precedente, ma ciò non basterà per avere fortuna e per avere ragione.

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