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DANIELA D'ANGELO: "Petricore" è il primo album solista della cantautrice milanese


«Petricore coincide con un inizio, un esordio. Eppure, è il racconto di una fine - o più di una -, con molte sfaccettature, episodi, declinazioni» Daniela D'Angelo

L’esordio solista della cantautrice milanese avviene con un disco denso di emozioni, ricordi e ambientazioni sonore, mentre la musica sviluppa il racconto della paura di scegliere o non scegliere affatto, per non farsi del male.

In “Petricore” c’è l’ansia di essere sbagliati, di non farcela, della mancanza di fiato che causa l’incertezza. Ma c’è anche l’amore e le sue implicazioni nei sentimenti umani, troppo umani. Amore come motore di tutte le relazioni che ci segnano profondamente, siano esse romantiche, di amicizia o di condivisione delle cose più importanti nella vita.

“Petricore” è il nome dato all’odore della terra bagnata, quando appena qualche goccia d’acqua tocca il suolo riarso. Il termine è formato da pétrā (pietra) e ichṓr (secrezione, linfa o il sangue finissimo degli dèi, secondo i Greci) e indica un miscuglio di sostanze che impregna il suolo nei periodi più asciutti. La parola stessa richiama per assonanza il cuore, protagonista di questo lavoro.

L’artwork del singolo, come dell’album è realizzato da Clara Daniele, artista visuale la cui ricerca si basa sull’estetica dell'imperfezione.

Le canzoni che lo compongono sono state scritte in periodi diversi, anche a distanza di anni. Concepite tutte con chitarra e voce, in seguito si sono aggiunti basso (Ivano Rossetti) e batteria (Mamo) e la direzione di Vito Gatto. Il disco è registrato in presa diretta in studio da Guido Andreani, per avere il suono più naturale e caldo possibile. Successivamente sono state aggiunte le parti di elettronica e gli è stata data l’atmosfera onirica e sensuale che lo caratterizza.

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