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La Voce Grossa di…Antonio Marino(intervista):«Vi racconto il mio sogno di calciatore che da Barletta, passando dalla scuola calcio Borgovilla, arrivò fino alla Juventus»


Nicola Ricchitelli – Questa è la storia di un sogno, di un sogno che ci porta indietro di diciassette anni, diritti al 1995, in una Barletta fatta di speranze e lontana parente di quella che oggi viviamo. Questa è soprattutto la storia di un sogno che per un po’ si fece realtà, questa è la storia di Antonio Marino all'epoca tredicenne speranza del calcio nostrano e che per un po’ respirò l’aria del calcio che conta.


A raccontarlo all'epoca fu un articolo pubblicato sulla storica Gazzetta del Mezzogiorno, siamo nell'agosto del 1995, ha raccontarci oggi la sua storia è il protagonista di quel sogno che da Barletta arrivò fino alla corte della Vecchia Signora, la Juventus, lui è Antonio Marino, e quest’oggi ci racconta quei giorni fatti di speranze e aspettative.

Antonio innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito, come stai?
R:«Grazie a voi per questo invito, sto molto bene grazie»

Qualche giorno fa sul tuo profilo Facebook hai pubblicato un vecchio articolo di giornale dell’agosto 1995, sulla Gazzetta del Mezzogiorno ci finisce la foto di un tal Antonio Marino alla Juventus, ma andiamo per gradi. Avevi 13 anni chi era Antonio in quel momento?
R:« Nell'agosto del 1995 Antonio era un adolescente pieno di sogni, uno dei tanti ragazzi di questo mondo che viveva solo per il calcio».


Da quel momento in poi come cambiò la tua vita?
R:«In quel momento nella mia vita c’era un sogno che si stava realizzando, passai dalla scuola calcio Borgovilla, piccola società di quartiere con presidente Ruggiero Lombardi - che ha sempre creduto in me - alla squadra del mio cuore...la Grande Signora…la Juventus☺. In quel momento vivevo un mix di emozioni restava solo da preparare la valigia e non dimenticare tutti i sogni».

Cosa significava per te giocare a calcio?
R:« Giocare a calcio significava rincorrere un sogno che seguivo da quando avevo 5 anni, ovviamente senza grandi sforzi perché era la mia passione...tra l'altro tralasciavo volentieri anche la scuola per dare tutte le mie energie agli allenamenti...i sacrifici sono stati tanti soprattutto non avere punti di riferimento quali famiglia e amici... ».

E la maglia bianconera?
R:« Il 20 agosto 1995 arrivai allo Stadio Comunale e indossai per la prima volta i colori bianconeri insieme ai miei compagni di viaggio, quella maglia era piena di sogni e gratitudine verso le persone che hanno sempre creduto nelle mie capacità, mister Lombardi, mister Alessandro Vitobello, mister Mauro Diviesti, Vito Piccolo, Gino Berardi, Selvaggi, mister Gasperini e il responsabile del settore giovanile della Juventus Furino...☺».

Cosa ricordi di quei giorni lì?
R:« Di quei giorni lì ricordo me tredicenne che arriva a Torino e stravolge la sua vita da studente e di calciatore...ricordo dell’emozione più grande nell'entrare per la prima volta nello Stadio Comunale dove si allenava la prima squadra della Juventus, e nel mentre camminavo trovare alle mie Paolo Sosa il mio giocatore preferito al quale mi volevo ispirare....Di quei giorni lì ricordo mio padre che mi accompagnava all'interno dello stadio e mi sembrava camminare sulle nuvole per quello che si presentava davanti ai miei occhi: Del Piero, Vialli, Peruzzi, Ferrara e tanti altri campioni...da quel momento iniziò la mia avventura con la maglia bianconera…un altro momento indimenticabile è stato partecipare come raccattapalle in Juve - Real Madrid sventolando con i miei compagni il logo della Champions League a centro campo con alle spalle i 22 campioni ».

Soprattutto cosa rappresenta il calcio per te oggi?
R:« IL DOLORE...ho subito quattro interventi al ginocchio e ho dovuto smettere di giocare a calcio nel 2008... Durante il terzo intervento il medico mi disse che se avrei voluto continuare a camminare dovevo smettere di giocare, e da quel momento la mia vita è nuovamente cambiata, con la consapevolezza di dover rialzarmi e iniziare tutto da zero».


Antonio, come e quando arriva la chiamata della Vecchia Signora?
R:« È stato tutto un caso, serviva un attaccante per un provino al Parma, ma mister Lombardi e Vito piccolo mi portarono comunque e fecero di tutto per farmi entrare in campo e ci riuscirono...ad assistere alla partita c'era Selvaggi - ex calciatore e campione del mondo - il quale contattò Furino parlando di un centrocampista interessante che dovevano assolutamente visionare...dopo qualche settimana arrivò la chiamata della Juventus per un torneo a Treviglio al quale dovevo partecipare contro Milan, Inter e Atalanta...ho indossato per la prima volta la maglia della Juventus, il cuore non riusciva a contenere la mia gioia, l'emozione era tanta e le gambe tremavano, in quel momento il supporto di mister Gasperini fu importante perché mi rassicurò e incoraggiò.. quel torneo andò benissimo tanto che anche le altre squadre chiesero informazioni su di me, ma mister Gasperini ci aveva visto lungo e disse alle altre società che io ero già entrato a fare parte della Juventus, anche se io non avevo ancora firmato niente, il giorno in cui firmammo il cartellino il mister mi disse “ormai sei dei nostri”...poco dopo il torneo fui convocato per un importante torneo il “Maestrelli” e quello fu decisivo...il mister Gasperini ha creduto in me dal primo momento perché vedeva un mediano di vecchio stampo" senza pagour"si dice a Barletta☺».

Come è proseguita poi la tua carriera calcistica?
R:« La mia vita calcistica è continuata con alti e bassi sempre dando il meglio nonostante le tante difficoltà...ho indossato anche la maglia del Bari per tre anni giocando insieme al grande Antonio Cassano, ad un certo punto ero capitano degli allievi nazionali di mister Angelo Carella anche se non ho mai capito il motivo per cui non sono mai arrivato nella primavera del Bari...i misteri del calcio. Ho giocato per diverse squadre della mia regione, ma la più importante è stata quella della mia città - anno 2004/ 2005 – l’anno della vittoria del campionato, festeggiare con i miei compagni e i miei concittadini è stata una gioia immensa».

Chi è Antonio Marino oggi?
R:« Antonio oggi è il centrocampista di una famiglia meravigliosa con tre principesse da marcare strette ☺ e titolare di una macelleria che è frutto di sacrifici e soddisfazioni. Crescere nel mondo dello sport aiuta a formare il carattere di un ragazzo e accettare anche le sconfitte e le ingiustizie...forse è quello che manca a molti giovani oggi...a me viene solo da dire GRAZIE».



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