Barletta, nel giorno di Pasqua la secolare processione eucaristica di mezzogiorno della chiesa di San Giacomo Maggiore
Le Celebrazioni e i Riti della Settimana Santa a Barletta vengono coronati con la secolare Processione Eucaristica del giorno di Pasqua a cura dell’ Arciconfraternita del Santissimo Sacramento che si snoda dalla Chiesa di San Giacomo Maggiore, dove si esprime il radicato culto della città pugliese verso la Santissima Eucaristia. E’ significativo il fatto che a Barletta, a differenza della maggior parte delle altre città del meridione e di altre località italiane e dell’estero, già il Venerdì Santo non si venerano processionalmente i “Misteri”, ma il Santissimo Sacramento portato, per voto, nell’Arca Eucaristica da quattro sacerdoti scalzi, come da antica tradizione, in seguito alla cessazione della peste in città, avvenuta nel 1504.
Anche a Pasqua i barlettani si ritrovano nella millenaria chiesa di San Giacomo Maggiore di Barletta per partecipare alla solenne e secolare santa Messa delle ore 11, seguita dalla tradizionale e tanto attesa Processione Eucaristica di mezzogiorno, che apre le annuali sante Quarantore, affermando, così, che il dono principale del Risorto è l’Eucaristia.
Il popolo, che unisce volentieri il sacro e il profano, menziona la secolare Processione di Pasqua: “Crist canarout” e indica le Quarantore, che lasciano alle spalle il clima penitenziale della Quaresima, col detto: “Crist a San Giechm: pigghi Pesqu, avesten i lecrm” (Cristo a San Giacomo: prendi Pasqua, basta con le lacrime).
San Giacomo da sempre è stata per l’intera città di Barletta il centro propulsore del culto Eucaristico, perfino il più antico stemma parrocchiale fa suo il simbolo del Calice e dell’Ostia. Le stesse processioni dell’antico Borgo contadino sono unicamente Eucaristiche: quella già citata di Pasqua e quella che si snoda l’ultima domenica di giugno, a conclusione del mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, risalente, secondo una secolare tradizione orale, ad una cessazione “miracolosa” della peste.
Tutto questo fervore lo si deve soprattutto grazie alla presenza di zelanti e santi sacerdoti che hanno puntato al cuore della nostra fede: Cristo, vivo e vero presente nel Santissimo Sacramento dell’Altare. Basti pensare all’operato dei Servi di Dio don Raffaele Dimiccoli, dichiarato Venerabile dal Santo Padre Benedetto XVI nel giugno 2011, e don Ruggero Caputo, i quali, senza risparmio di fatica, hanno formato cristianamente generazioni di famiglie, dalle quali sono sorte centinaia di vocazioni sacerdotali e religiose.