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Barletta calcio, il “C.Puttilli” diventa terra di conquista, anche l’Angri fa bottino pieno…e soprattutto che ingenerosi quei fischi a Schelotto…


Nicola Ricchitelli – E’ notte fonda in casa biancorossa, in questa diciassettesima giornata del campionato di serie D – girone H, contro l’Angri gli uomini di mister Dino Bitetto hanno messo a referto la quarta sconfitta in sei partite - e quindi la sesta stagionale - nonché la terza maturata tra le mura amiche, il Barletta non sa più vincere, il sacro suolo del “C.Puttilli” tra l’altro sembra essere divenuto terra di conquista, i biancorossi sono in caduta libera, siamo a un punto dalla zona play out, c’è da preoccuparsi se si pensa che lì dietro qualcosa si muove, il Manfredonia ha fatto suo lo scontro salvezza contro il Gravina, il Santa Maria Cilento ha espugnato Matino vincendo contro il Nardò, il Rotonda ne fa cinque alla Palmese, due punti in sei partite se non rischiano di essere una condanna poco manca, contro l’Angri servivano i tre punti, da questa partita bisognava iniziare a costruire la salvezza, in vista anche delle gare che dopo la sosta natalizia arriveranno – Paganese in casa ma soprattutto le due trasferte contro Santa Maria Cilento e Gallipoli – quelle saranno gare dove si dovrà sbagliare poco, considerando il finale di stagione che ci attende poi in primavera, lì dove servirà un atteggiamento meno remissivo rispetto a quello visto fino ad ora contro le grandi del girone.

Se ci si aspettava un quel qualcosa di nuovo dal ritorno di mister Dino Bitetto ecco ritrovarsi ancora una volta dinanzi ad un Barletta molto “Ginestrano”, 4-3-3 con Ettore Rizzo e Mauro Sepe rispettivamente a sinistra e destra della difesa a quattro, la nuova coppia centrale – che ha visto la luce sette giorni fa a Fasano – con Vincenzo Camilleri e Andrea Lobosco e quindi Mauro Marconato e Antonio Cafagna con la novità Andrea Fornaro a centrocampo e attacco affidato al “Tato” Diaz coadiuvato da capitan Ezequiel Schelotto e Antonio Caputo, stesso modulo insomma e più o meno stessi uomini.


La partita dei biancorossi dura 20 minuti, trovano il goal con Antonio Caputo al 19’ minuto, pressano la squadra angrese tenendola nella loro metà campo – bene soprattutto a centrocampo Antonio Cafagna e soprattutto capitan Schelotto – poi i ragazzi di mister Bitetto si eclissano, indietreggiano abbassando il baricentro e i grigio – rossi dell’ex Nello Di Costanzo iniziano a far la partita. Simone Ascione per l’Angri inizia a creare il panico nella difesa biancorossa, sfrutta ogni indecisione della retroguardia biancorossa trasformandola in occasione per la sua squadra, colpisce un palo al 33’ minuto, poi prima della fine del primo tempo arriva il pareggio su cross di De Marco che ha tutta la libertà di ricevere palla e mettere al centro da destra per la testa di Schiavino che sorprende alle spalle il numero 14 biancorosso Vincenzo Camilleri.

Durante l’intervallo non sappiamo se mister Bitetto si sia fatto sentire negli spogliatoi, ai più non è sembrato, tanto è vero che l’Angri trova il vantaggio dopo poco più di cinque giri di lancette dall’inizio della ripresa, Mauro Marconato si fa rubare palla a centrocampo da Lamine Tall il quale dà a Simone Ascione, il classe 2005 punta la difesa biancorossa – Camilleri esce male sul 77 angrese a dire il vero – e batte l’estremo difensore biancorosso Vincenzo Provitolo.

Il resto della gara scorre sotto una bordata di fischi e tra la contestazione del “C.Puttilli”, ingenerosi a dire il vero quelli all’indirizzo di capitan Ezequiel Schelotto nella ripresa nel mentre lasciava il campo a Giuseppe De Marco. Contro l’Angri il capitano biancorosso ha corso in lungo e in largo nell’arco dei suoi sessanta minuti di gara, spesso lo si è visto ripiegare in difesa ad aiutare la squadra - vi è stato sicuramente qualche errore in fase di appoggio - però è stato l’unico assieme ad Antonio Cafagna a non tirar dietro la gamba. “El Galgo” è sicuramente inadatto a questi campi e a queste categorie, almeno per quello che si è visto fino a questo momento, sicuramente non era colui che serviva a questo Barletta in questa stagione, ma nelle gare fin ora disputate ha provato a starci dentro, di certo non si può discutere l’impegno, ma forse si dovrebbe aspettare la fine del campionato per dare un giudizio più esaustivo. Tra l’altro capitan Schelotto è stato colui – l’unico a dire il vero - che ci ha messo la faccia dopo la debacle contro il Martina, lui che in campo non era sceso, lo ha fatto per il rispetto di quella fascia - che a torto o ragione indossa su quel braccio - facendo da scudo ad una squadra indifendibile rea di aver contribuito ad una delle più grandi umiliazioni della squadra biancorossa negli ultimi anni.

Soprattutto oggi trovo improduttivo continuare a contestare la società, l’aria di contestazione potrebbe rappresentare l’alibi per qualcuno, semmai ci si dovrebbe chiedere se tutti ma proprio tutti in campo stanno dando il massimo per questi colori, in fondo una figuraccia contro il Martina non matura se tutti scendono in campo con il coltello tra i denti. Questa partita poi lascia diversi interrogativi, uno fra tutti si chiama Ciro Ginestra, non era tutta colpa sua? Quello stesso Ginestra di cui tanti ne avevano chiesto la testa salvo poi cantarne le lodi il giorno dopo le dimissioni…

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