La Voce Grossa di…Federico Fiumani dei Diaframma, «gli anni 80?Ero felice e non lo sapevo»
Nicola Ricchitelli - Gli anni 80, le poesie e la storia lunga trent’anni con I Diaframma, c’è tutto questo nell’intervista realizzata dalla Voce Grossa allo storico frontman del gruppo fiorentino. Un intervista che dal primo album – “Siberia” – all’ultimo lavoro “Niente di serio” ripercorre le varie fasi che hanno contraddistinto il lingo cammino di uno dei più grandi poeti del nostro tempo.
D: Federico “Niente di serio” questo il titolo del tuo ultimo lavoro, il ventinovesimo album a 28 anni dal primo album “Siberia”. Cosa raccontano I Diaframma in questo album e cosa hanno ancora da raccontare alla soglia dei trent’anni di carriera?
R:« premesso che questo è soltanto il sedicesimo album perchè tu hai contato anche live e antologie, ho raccontato una storia d'amore che mi è capitata negli ultimi tempi..storia che è finita e che volevo in qualche modo valorizzare, rendere poetica».
D: Da “Siberia” a “Niente di serio” come riassumeresti in poche righe un viaggio durato all’incirca trent’anni?
R:« Non me ne rendo neanche bene conto che sono passati tutti questi anni. Direi che artisticamente posso ritenermi fortunato perchè ho potuto campare cantando quello che volevo cantare senza accettare mai compromessi di sorta».
D: Quale l’elemento che ha permesso alla band di non oltrepassare il limite tra successo di nicchia e successo commerciale?
R:« Probabilmente non ho il carisma necessario per poter aspirare a un successo commerciale che pure non disdegnerei a prescindere, comunque va bene anche così. Mi diverto e questo è molto importante».
D: Gli anni ottanta hanno avuto un ruolo fondamentale nella tua storia personale e della band, vi è mai stato mai un giorno in cui hai maledetto il giorno che sono andati via?
R:« Eh sì, molto spesso. E' stato un periodo bellissimo e te ne accorgi quando non c'è più. Ero felice e non lo sapevo ! O meglio stavo anche molto spesso di merda e per molti versi va meglio adesso, sono più tranquillo, però a vent'anni si provano emozioni forti..forse perchè le provi per la prima volta».
D: Si faceva riferimento ai vent’otto album incisi dal 1984 ad oggi. Di solito chiedere ad un artista qual è l’album meglio riuscito o quello a cui si è più legato quasi sempre ci si imbatte nelle solite risposte di circostanze…
R:« Il primo e l'ultimo sono i miei preferiti. Però anche il secondo e il tredicesimo non sono niente male».
D: È di circa un annetto fa la pubblicazione della raccolta di poesie “ Odio Springsteen e gli U2 - Poesie 1983-2011” - Coniglio Editore – il titolo farebbe pensare ad una tua avversione nei confronti di coloro che sono considerate delle vere proprie icone della musica mondiale…
R:« Guarda, ci metto anche Madonna che è stata a Firenze pochi giorni fa..sculettare a 54 anni, ma via, chi glielo fa fare ???».
D: Parlando sempre di poesia mi ha molto incuriosito il titolo di un'altra raccolta di poesie pubblicata nel 2006 – sempre Coniglio Editore – e quindi “Dov’eri tu nel 77?”. Appunto dov’eri tu nel 77 e cosa avevi da raccontare in particolare in riferimento a quell’anno?
R:« Nel 77 ascoltavo la musica punk !! Una botta di energia pazzesca, una ragione di vita. Nonostante ciò non ho mai avuto il coraggio di vestirmi come loro, i punk, a differenza per esempio di Piero Pelù che era un vero punk anche nell'abbigliamento».
D: “Donne mie” questo il titolo del tuo secondo ed ultimo album da solista fin qui realizzato. Quanto sono state importanti le donne nella tua vita?
R:« Abbastanza».
D: « Nelle mia mente ogni cosa sopravvive in silenzio sento l'attrito di grida esiliate dal mondo», avresti mai pensato che “Amsterdam” dopo quasi trent’anni sarebbe stata ricantata in coppia con Piero Pelù?
R:« Ti dirò..all'epoca non ci pensavo proprio. Però adesso col senno del poi credo che sia ancora una bella canzone e quindi mi ha fatto piacere che anche Piero la pensasse così e mi invitasse a rifarla insieme dopo tanto tempo».
D: Come hai vissuto la serata del “Nelson Mandela” a Firenze il 1 giugno? Il progetto di rimettere insieme i vari Maroccolo, Aiazzi, Trambusti e Pogipollini accredita la tesi della trovata commerciale o vi era davvero il bisogno di rivivere gli anni che furono?Come gli hai trovati Piero & Ghigo? È credibile la loro reunion?
R:« L'ho vissuta molto bene, rivedendo amici che non rivedevo da tantissimo tempo. Posso assicurarti che Piero e Ghigo si vogliono bene, quindi viva l'amore e lunga vita alla loro reunion !».
D: A proposito di reunion, un ritorno ad una collaborazione seppur per qualche album con Sassolini è lecito sognarla in futuro?
R:« Non lo so».