Barletta, essere turisti a Barletta, la testimonianza di Francesco
Vergognarsi di essere
barlettano. La si potrebbe intitolare queste due vicende tutte barlettane
raccontate da un utente di Facebook. « Incontro oggi una persona che ben
conosco e che vive da tempo in Veneto, spinge a fatica la sedia a rotelle del
suo amato marito colpito alcuni anni fa dalla SLA». Inizia così il racconto di
Francesco, il quale prosegue: «caso strano la trovo proprio su via Veneto,
all'altezza dell'ingresso posteriore della Bari Nord. Si tratta di una sedia a rotelle con comune, ma
particolare ed ingombrante anche perché chi ci sta sopra non è in condizioni di
sorreggersi e di stare in posizione dritta». A seguire l’amara constatazione
del nostro concittadino:« che vergogna vedere questa donna costretta a
camminare per centinaia di metri dal Colosseo circa verso viale Marconi,
esattamente sulla strada, con le auto che sfiorano lei ed il suo carico. E'
impossibile camminare sui marciapiedi. È largo poco più di un metro ed è frammentato
dai tronchi degli alberi. Dall'altra parte della strada, ovviamente manca
completamente il marciapiedi. Che città! Che civiltà! Che vergogna!».
Ma è con l’episodio che segue che forse si tocca il punto più
basso, infatti sempre Francesco racconta:« sto ospitando due amici di Catania.
Una coppia con un figlio di sei anni in vacanza in Puglia, che ha deciso di
venirci a trovare. Hanno tentato ieri di visitare il Castello e palazzo della
Marra, indicati loro con orgoglio ed emozione da un barlettano che può essere
orgoglioso di cotanta bellezza. Macché! Sebbene sia estate, sono chiusi: il
lunedì è tutto chiuso. Barletta: città turistica!». A seguire però arriva la
parte più imbarazzante di tutto il racconto:«oggi tentano di entrare a palazzo
della Marra. Vengono sballottati da un ufficio all'altro, dall'APT al castello
per dei biglietti improbabili. Arrivano ovviamente tardi (per cinque minuti) al
palazzo della Marra e il tipo che sta all'ingresso li respinge come appestati e
con fare che è meglio non descrivere qui. Vanno via sconsolati e stanchi, dopo
aver vagato da una parte all'altra. Arrivano alla cantina della disfida e lì
c'è l'apoteosi. Il professionale addetto alla custodia della cantina seduto su
un tavolo a bighellonare che ascolta la radio a tutto volume chiede loro - con
tono ed accento degno di un professionista del turismo - cosa vogliano: io gli
avrei risposto, non so, vogliamo giocare a tennis, piuttosto che prendere il sole.
Ma loro educatamente chiedono di visitare la cantina. Il tutto con la radio
sempre a palla. Il distinto e professionale uomo, scocciato e con aria di
sufficienza, fa un gesto volgare con il braccio, intendendo così
"gentilmente" invitare gli ospiti ad entrare. Ovviamente neppure
pensa di spiegare qualcosa o di dare la benché minima indicazione su un
percorso, sulla possibilità di una guida. A questo punto il turista riprende l'uomo
facendogli notare la scortesia con la quale viene accolto. Ma all'uomo non
interessa nulla, tanto nessuno lo caccerà a pedate nel sedere da quel posto
avuto chissà quando e come. Mi vergogno di tutto ciò e di aver capito che
questi amici difficilmente inviteranno qualche amico siciliano a venire a
godere delle nostre bellezze. Bellezze di cui disponiamo un po' come un maiale
può disporre della cioccolata. Non me ne vogliano i barlettani, soprattutto
quelli pieni di barlettanità tout cour. Al sentimento non si comanda».