Ballo, le difficoltà della vita e l’ipocrisia della gente tra le vie che portano al sogno
Angelo
Paolicelli - Mi è stato chiesto più volte quale fosse il mio
sogno nel cassetto, la risposta? Sempre la stessa: la vittoria, non quella del
podio 1° 2° 3° posto, ma quel “podio che sa di vittoria”, dove non è importante
l’essere arrivato, ma come si è arrivati. Parlo della vittoria interiore, della
vittoria verso gli altri che mi ha permesso di crederci fino in fondo. Sono
passati quasi tre mesi dal Campionato Italiano 2013 tenutosi a Rimini, campionato
che mi ha concesso di merito, il passaggio di Categoria in Classe
Internazionale “AS” e quindi la vittoria, il mio punto di arrivo del lungo
viaggio chiamato “Ballo”. E’ stata lunga la strada che ho percorso e le vie
tortuose che ho attraversato, ma credetemi, scendere in pista mi fa provare la
sensazione di vivere in un’altra dimensione. Sarà anche facile da scrivere, ma
difficile da spiegare cosa si prova quando sei su quella pista, quando al
momento delle premiazioni cerchi conforto da loro, dal pubblico che ti ama, ma
soprattutto dalla Tua Famiglia, dai tuoi genitori. Ad ogni mia gara era
importante il loro sostegno; per loro non era importante che io mi classificassi
tra i primi, ma che io scendessi in pista per poter dare tutto me stesso. Era
un grande sostegno riflettere i miei occhi nei loro, in quei occhi che
raccontavano gioie, sudore, sacrifici. A loro che devo dire Grazie, per questa
possibilità che mi hanno donato per realizzare il grande sogno nel cassetto! Un
grazie particolare lo devo anche a coloro che NON hanno creduto in me, grazie
alla loro ipocrisia mi hanno dato la forza di andare avanti. Ricordo ancora
alcuni versi di un romanzo francese intitolato “Il Ballo” di Irene Nemirovsky:
“non sai ancora come il mondo è ingiusto,
ipocrita e cattivo.” “Questa gente che mi faceva grandi sorrisi, che mi
invitava, ora mi disprezza, ride alle mie spalle perché non faccio parte del
loro mondo…”. E’ questa l’ardua realtà con cui mi sono ritrovato a
combattere, a dover lottare per raggiungere il “Sogno”. Quando si scala una
montagna le fatiche sono tante ma l’obiettivo è uno solo: arrivare in cima. Non
pretendo di arrivare in cima ma semplicemente salire, salire più che posso e se
avrò la possibilità di arrivare e
guardare dall’altro lato della montagna non mi resterà che dire “GRAZIE”.
Foto di: Nancy Photographer
Foto di: Nancy Photographer