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Anni 80, a Barletta il sabato sera si ballava al "Bla Bla"

Paky Mele
Tommaso Francavilla - A fine anni ’70 anche in Italia scoppiò la voglia di ballare, sulla scia del film “La febbre del sabato sera”, in tutta la penisola sorsero discoteche e Barletta non fu da meno. Oggi può sembrare inusuale, ma Barletta fu centro del divertimento musicale a suon di disco - music, funk, soul.  Un periodo esaltante, che vide i ragazzi di allora frequentare le discoteche dislocate tra il centro e la periferia della città della Disfida.  Il costo del biglietto oscillava tra le 1000 lire e le 5000 lire, si entrava rigorosamente a coppie, chi non era accoppiato entrava con la sorella o l’amica, l’apertura della serata avveniva alle 20, per concludersi verso mezzanotte, poi tutti a casa, in attesa di un altro sabato sera, per sfoggiare l’abito buono, i passi di danza provati davanti allo specchio, infatti in discoteca si ballava davvero per farsi ammirare, non ci si dimenava in solitudine come avviene nei “club” di oggi.
 Nelle discoteche di Barletta mossero i primi passi dj come Paky Mele (in foto al New York New York), Dj Trip, Enzo Delvy (in foto alla consolle del  Bla Bla) , Vito Marino, Sandro Zaramella, e tanti altri,  tutti accomunati dalla passione per la musica, molti iniziarono col selezionare dischi durante le feste sulle terrazze e nelle cantine, per poi passare direttamente ai primi rudimentali mixer e giradischi nelle discoteche.
 A Barletta si contavano ben sette discoteche attive tra la fine degli anni ’70 e inizio anni ’80, la cui capienza andava dalle 300 persone del  “Bla  Bla”, fino alle 600 persone del “New York –New York”.  A fine anni ‘80, quasi tutte queste gloriose discoteche che fecero ballare i giovani barlettani,  chiusero,anche a causa del dilagare delle droghe pesanti, superate dalle grandi discoteche degli anni ’90.
Ecco gli indirizzi delle discoteche attive a Barletta tra la fine degli anni ’70 e anni ’80:
“Bla Bla” – via Rizzitelli 88 (angolo via Risorgimento)
“New York  New York” – corso Garibaldi 9          
“Cheznous” – via Cialdini 8
“L’Occhio” – piazza Castello 29
“Blanc et Noir” – Via Madonna degli Angeli 51
“Chic  Dance” – via della Repubblica
“La Tartaruga” – Litoranea di Ponente

Enzo Delvy
Poniamo qualche domanda ad Enzo Delvy dj, che visse quel periodo esaltante, fu titolare della discoteca “L’Occhio”, aperta nel 1980.

Perché scegliesti il nome “L’Occhio” per la tua discoteca?
«Perché mi piaceva l’idea di un occhio gigante, posto davanti la pista da ballo, che scrutasse con discrezione il pubblico presente».
Una persona che ricordi con piacere, di quel periodo?
«Ricordo Angelo Di Bello, il mio aiutante, che apriva le mie serate presso l’ Occhio».
Si rimorchiava?
«Si, noi dj eravamo l’oggetto del desiderio»
Era facile gestire una discoteca, negli anni ’80?
«Era più facile di adesso, a quel tempo la mancanza di droghe pesanti facilitava la gestione di un locale. Con l’arrivo massiccio delle droghe, che hanno dilagato anche nelle discoteche, i guai sono aumentati, e  gli imprenditori hanno preferito chiudere i battenti, e tutto è finito. Poi, negli anni ’90, le megadiscoteche hanno fatto il resto».
Come si viveva a Barletta, in quegli anni?
« Barletta era più vivibile, ma se volevamo farci un panino, eravamo costretti ad andare nell’ autogrill più vicino».
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