La storia di Antonia: « io transgender di Bisceglie vi racconto il mio passato di prostituta»
Nicola Ricchitelli - «I miei clienti abituali
partivano da un’età intorno ai 16 anni e finivano intorno ai 60 anni, tutte
persone comuni, sigle, fidanzati, sposati, conviventi, padri di famiglia,
coppie formate di donne e uomini, di vari ceti sociali, regioni, paesi e
quant’altro», questa una delle rivelazioni di Antonia, transgender, ed ex
prostituta di Bisceglie. Nata a Bisceglie nel 1972, nel 1994 si trasferisce a
Milano per intraprendere quello che si dice in ambito medico scientifico viene
definito percorso di transizione, riattribuzione del genere MtoF (Male to Female,
da maschio a femmina); Responsabile dello Sportello Trans di ALA Milano Onlus;
milita e lotta attivamente contro la discriminazione e la transfobia
esponendosi sempre in prima linea. Peer Educator in progetti sulla
prostituzione occupandosi di persone Transgender. Fa parte del Coordinamento
Arcobaleno di Milano e provincia. Fa parte del Coordinamento Nazionale Trans
Sylvia Rivera.
Ha
contribuito alla realizzazione di tre documentari sulla realtà trans:
“Crisalidi 5 racconti di vita trans” di Federico Tinelli, “O sei uomo o sei
donna.. chiaro?!” di Enrico Vanni, “Antonia” di Dimitri Singenberger; ha
contribuito alla realizzazione dei libri di Monica Romano “Diurna”, è attrice
per la compagnia teatrale sull’identità di genere, e di “Le cose cambiano” Isbn
Edizioni Corriere della Sera; ATOPOS Variabili Umane. Da sempre coltiva la
passione e lo studio per le discipline esoteriche.
D: Da quanti anni hai lasciato la
tua terra nativa e perchè?
R:« sono 19
anni che ho lasciato Bisceglie la mia città natale per iniziare la transizione
da maschio a femmina, perché nel mio paese non c’erano molte informazioni».
D: Cosa facevi quando eri qua?
R:« lavori
saltuari (confezione/ricamificio)».
D: E ora?
R:« ora sono
responsabile di un servizio rivolto ad un target di persone transgender e tutte
le altre persone che ruotano intorno ad esse, offrendo accoglienza, ascolto,
orientamento accompagnamento, tutoring educativo, segretariato sociale, in più
sono anche educatrice pari collaboro a progetti sulla prostituzione rivolti ad
un target femminile, maschile e transessuale, essendo un ex prostituta e
transessuale mi occupo di prostituzione transessuale».
D: Ti senti un diverso?
R:«no!
Assolutamente, mi sento una persona come tutte le altre».
D: E quando vivevi qui nella sesta
provincia pugliese ti sentivi un diverso?
R:« sì
quando vivevo a Bisceglie le altre persone che quotidianamente incontravo mi
facevano sentire uno/a diverso/a».
D: Quanto è diffuso dalle nostre
parti andare a transessuali?
R:« una
domanda da 100mila dollari, credo che sia alla pari quanto come andare a donne
biologiche».
D: Andare con un trans significa
necessariamente essere un pervertito?
R:« intanto
bisogna specificare “un trans” a chi è rivolto, se è un maschio che effettua il
transito verso il femminile o viceversa, ad ogni modo per entrambi i casi la
persona che ha un rapporto con una persona transgender, che potrebbe essere di
breve, o media o lunga durata, non è un pervertito».
D: E pagarlo? Va considerato
necessariamente un gesto di natura immorale?
R:« pagare
una persona transgender che si prostituisce non è un gesto di natura immorale,
anzi… e se si pensa a questo dovrei pensare che lo stesso gesto potrebbe essere
immorale se viene pagata anche una donna biologica e/o un uomo biologico dediti
alla prostituzione».
D: Chi erano i tuoi clienti
abituali?
R:« i miei
clienti abituali partivano da un’età intorno ai 16 anni e finivano intorno ai
60 anni, tutte persone comuni, sigle, fidanzati, sposati, conviventi, padri di
famiglia, coppie formate di donne e uomini, di vari ceti sociali, regioni,
paesi e quant’altro».
D; Tra i tuoi clienti vi erano anche
barlettani?
R: «sì può
essere, a Barletta come in ogni città o paese di questo mondo vivono degli
uomini e delle donne ovviamente.
D:Qual’era il profilo caratteristico
del cliente barlettano?
R:« credo
che non ci sia uno specifico profilo barlettano o di altri paesi e città».
D: Un motivo per cui ci si dovrebbe
e non dovrebbe vergognare nell’andare a trans?
R:« ce ne
sono tanti tra cui le persone transgender sono alla pari di persone biologiche»
D: Tornerai un giorno nella tua
terra nativa? Quali cose ti aspetti che cambino?
R:« nella
mia terra nativa ci torno più o meno due volte l’anno per il momento, spero
sempre di più che cambi, si evolva, abbia strumenti, risorse economiche e
risorse umane per percorrere i processi di cambiamento che possono essere su
vari livelli».
D: Pensi che qui dalle nostre parti
un transessuale o un gay avrà la sua piena dignità o sarà sempre “nu rchio’n”?
R:« io credo
che si possa cambiare la vita quotidiana delle persone lgbtqie, è ovvio che il
cambiamento lo devono volere i diretti interessati, certo che se gli stessi non
si attivano, niente cade dal cielo, niente viene regalato, tutti i processi di
cambiamento sono stati, da sempre, effettuati dalle stesse persone dirette, per ottenere i propri
diritti di quotidianità, solo così si può vincere la paura e la
discriminazione, promuovendo pari diritti, pari dignità».