LA Voce Grossa di...Ghigo Renzulli(intervista):«tanti brani gli ho composti mentre pescavo»
Nicola Ricchitelli - Aldilà degli oltre
trent’anni di Litfiba, ma con i trentacinque anni al servizio della musica a
fare da filo conduttore. Questa in sintesi la chiacchierata avuta con Federico
“Ghigo” Renzulli storico chitarrista dei Litfiba.
La carriera di
biologo quasi sfiorata, i Cafè Caracas lì dove bassista e vocalist vi troviamo
un tal Raffaele Riefolo divenuto poi Raf, quel di tutto preso prima di un
concerto dei Clash:«… il pubblico non ci accettò tantissimo, volevano i Clash, ci tirarono sul
palco ogni cosa che potevano tirare», gli anni a Londra e quella paresi
facciale dopo una notte brava nella capitale inglese.
D:
Ghigo a quanto pare se non fossi stato un musicista forse saresti stato un
biologo?
R:«Sono un quasi
laureato, mi mancavano sei esami più la
tesi, solo che ho deciso prima di tentare la carriera musicale».
D:
La prima volta che hai imbracciato una chitarra quanti anni avevi?
R:«Quattordici anni».
D:
I tuoi riferimenti musicali?
R:«Tutto il rock
dagli anni sessanta in poi».
D:
Cosa ascolterebbe oggi se per assurdo Ghigo Renzulli fosse un teenager?
R:«Non lo so…
probabilmente il rap».
D:
Ghigo trovare le differenze tra oggi e gli anni 80 è cosa facile, secondo te
quali le analogie?
R:«Musicalmente c’è
un abisso fra oggi e gli anni 80, all’epoca c’era tanta creatività musicale…oggi
decisamente meno».
D:
Vera la storia della paresi facciale dopo una notte brava durante il tuo
soggiorno a Londra? Ti va di raccontarci quella notte?
R:«Ahahaha… errori
di gioventù, pagai duramente una notte brava di alcool ed additivi illegali… ma
non rinnego niente, mi sono divertito troppo in quei periodi».
D:
A proposito di Londra, il tuo soggiorno nella
capitale inglese è riconducile al periodo di piena esplosione new wave.
Raccontaci un po’ questa esperienza…
R:«Stetti a Londra
nel periodo Punk, come si fa a condensare in due righe… fu una esperienza
enorme vivere a Londra in quel periodo di enormi stimoli e di rivolta musicale,
giovanile e di costumi… una esperienza che mi ha segnato in positivo per tutta
la vita… tutti gli innumerevoli dettagli nel mio prossimo eventuale libro».
D:
Sempre a quel periodo tra l’altro sono riconducibili le tue prime esperienze
musicali con i Cafè Caracas con un tal Raffaele Riefolo divenuto poi Raf. Che
ricordi conservi di quel periodo?
R:«L’esperienza con
RAF durò dall’inverno 1978 fino ai primi del 1980… bei ricordi… ho risentito
RAF ultimamente che ora vive in Florida con la sua famiglia».
D:
Tra l’altro di quel periodo resta la partecipazione come supporter ad un
concerto dei Clash?
R:«Che Bolgia… il
pubblico non ci accettò tantissimo,
volevano i Clash, ci tirarono sul palco ogni cosa che potevano tirare».
D:
Ghigo l’assolo meglio riuscito e quello a
cui sei maggiormente legato?
R:«Ce ne sono
tanti, e non saprei cosa scegliere».
D:
Cosa c’è nella vita di Ghigo Renzulli oltre la chitarra e i Litfiba?
R:«Chiaramente la
Famiglia, sono del sud e per me e’ un valore molto importante.. poi mi piace
andare a pesca in Mare… mi distende le cellule cerebrali e mi rilassa, tanti
brani li ho composti in questi momenti».
D:
A tuo modo di vedere è totalmente da condannare questo nuovo modo fare musica
nei reality?
R:«Purtroppo i
reality sono la risposta odierna al tipo di società in cui siamo finiti e alla
crisi della musica».
D:
La più grande ambizione di Ghigo Renzulli dopo più di 35 anni di attività?
R:«Ahahaha… penso
di aver avuto tante soddisfazioni e vorrei ancora averne qualcuna… per me la
cosa piu’ importante e’ divertirsi in quello che fai e suonare soprattutto per
te stesso… se poi piace anche al pubblico meglio cosi’».
D:
Ghigo Renzulli ci pensa alla pensione?
R:«Che pensione???
Ho ancora tanto da imparare».