La musica e i giovani d'oggi. Dai Back Street Boys a Justin Bieber, ecco come cambiano i tempi
Elisa Acquaviva - “Voglia di
stringersi poi, vino bianco, fiori e vecchie canzoni…”, canticchiavo questa
poco fa e una cosa che penso spesso è che forse, pur essendo nata nel 1989, ho
vissuto in un’epoca precedente; una specie di seconda vita. Beh, pensiero ben
lecito per chi, come me, conosce un repertorio musicale che va dagli anni ’40
in poi, ma a tutto c’è una spiegazione; vi ho già accennato di quanto sia stata
importante la musica nella mia vita e di quanto abbia influito nel creare la
persona che sono oggi; da bambina, mi nascondevo dietro la porta di una stanza
per cercare di rubare emozioni ad un uomo che trasmetteva un programma radio.
Quell’uomo, era mio padre. Esatto, era un dj e adesso capite bene l’espressione
che ho usato nel precedente articolo per descrivere ciò che la danza
rappresenta per me: “Certe cose nascono insieme a te, forse anche prima di
venire al mondo”.
A
volte, il mio papà, mi portava con lui in sala di registrazione e lì, fra tanti
vinili e cassette audio, potevo assorbire la sua passione. Probabilmente
apprezzo di più la musica vecchia rispetto ai cantanti emergenti, o forse ci
sono semplicemente più affezionata, non so, ma Michael Jackson, il mio idolo
per eccellenza, affermava di non voler essere uno dei tanti canarini che
strimpellano una chitarra e cantano, voleva essere qualcosa di più. Ecco, forse
per me, la maggior parte dei cantanti emergenti, ovviamente non tutti,
rappresenta questo; insomma, “Amore, cuore, fiore…”, testi scontati, già
sentiti.
Per esempio, la band emergente “Onedirection” o “Justin Bieber”, saranno
orecchiabili, non discuto e so che ora le ragazzine mi odieranno, ma
sostanzialmente io penso che
rappresentino un prototipo del loro amore ideale; d’altronde, se non lo si
immagina a quindici anni, quando lo si fa? Un po’ come i nostri “Back street
boys” o “Blue”, quindi tranquille
ragazze, non è una critica ma un’osservazione. Con il tempo tutto matura, anche
i gusti musicali, anche se io mi sento da sempre un’anziana di ottant’anni da
questo punto di vista; “Immagina che non ci siano paesi, niente per cui uccidere
e morire e nessuna religione. Immagina che tutti vivano la loro vita in pace” (Imagine,
John Lennon) o ancora “Cura il mondo, rendilo un posto migliore, per te e per
me e per l’intera razza umana” (Heal the world, Michael Jackson) canzoni che
fanno riflettere, e ce ne sarebbero tante altre che vorrei citarvi, ma non
basterebbe un intero articolo per farlo. Insomma, io vorrei che le nuove
generazioni si affacciassero un po’ indietro per vedere quale meraviglia ci ha
preceduto e… mi piacerebbe che finisse nell’Ipad degli adolescenti barlettani.