Barletta, sul palco del teatro G.Curci divertono i “Sogni e Bisogni” di Vincenzo Salemme
Nicola
Ricchitelli – Sa fare ridere anche nell’inedita ed originale veste di un pene
il comico napoletano Vincenzo Salemme. Nella commedia scritta dallo stesso
Salemme – ispiratosi al romanzo “Io e Lui” di Moravia - l'intreccio ruota intorno a Rocco Pellecchia
ed il suo "pene", ma a differenza del racconto moraviano dove il
"lui" in questione era solo una voce, qui, nella commedia il più
famoso e significativo organo del sesso maschile si stacca materialmente dal
corpo del suo "titolare" e diventa egli stesso uomo, rivendicando una
sorta di riconoscimento scenico e quindi lo status di vero e proprio
protagonista della vita e della scena.
Succede
quindi che in una calda mattina di agosto nella vita monotona e banale di Rocco
Pellecchia fa irruzione il suo organo
sessuale dopo anni di dura convivenza, il “tronchetto della felicità”, come ama
farsi chiamare a dispetto di ogni altro vezzeggiativo, decide infatti di
separarsi dal suo proprietario, che lo costringe a un’esistenza priva di sogni
e di progetti ambiziosi, rivendicando lo status di protagonista della vita e
della scena. Mentre l’uno è ozioso e annoiato, l’altro è appassionato, vivace e
stanco di subire la pigrizia del padrone, che intende spronare una volta per
tutte.
Dicevamo
di Rocco Pellecchia appunto un impiegato che ha smesso di sognare abbracciando
una vita in pantofole, condotta solo per pagare bollette e risparmiare sul
conto del gas. E mentre il “tronchetto” spinge l’omino inaridito a uno spirito
più attivo e curioso, il povero Rocco cerca di rabbonirlo quanto basta per
riportarlo nella sua sede naturale e al silenzio. Pellecchia, interpretato da
Andrea Di Maria, teme le responsabilità dei sogni e quelle di una gioia sopita,
lui che si preoccupa di non sprecare luce e gas sperimentando l’illuminazione a
tempo o evitando il riso che cuoce a lungo sui fornelli. Il personaggio, che
affronta la vita in tuta, che dopo il lavoro giace sul divano a masticare tv
spazzatura, incurante della moglie e del mondo fuori, è un monito a tutti
quelli che come lui si sono assopiti, stingendosi e sfiorendo.
Nel
curioso intreccio ovviamente vi abbiamo altri altri personaggi: l’ispettore
Savarese, interpretato da Antonio Guerriero, che cerca di risolvere il
singolare caso, la coppia di portieri dello stabile, la signore del secondo
piano. La vicenda, che mai diventa morbosa o sopra le righe, guadagna alla fine
una sua “morale”, basata sulla giusta misura fra sogni e bisogni, separando i
sogni dalle manie di grandezza e i bisogni dalla pura fisiologia stanca e
ripetitiva, quella che Pellecchia incarna fin troppo bene indossando i
calzettoni pesanti e le pantofole da piscina.
FOTO DI: ROSALBA
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