La Voce Grossa di...Maurizio Solieri(intervista):«Cosa c'è “Dentro e fuori dal Rock’n’Roll”?...»
Nicola Ricchitelli - Sulle pagine de La Voce Grossa quest’oggi uno dei chitarristi più prestigiosi della musica rock italiana. Con i suoi assoli ha disegnato svariati capolavori della musica nostrana, accogliamo sulle nostre pagine quest’oggi, il grandissimo Maurizio Solieri, storica chitarra al fianco di Vasco Rossi e protagonista di tanti grandi successi del migliore rock italiano.
E' tornato qualche settimana fa con il nuovo video del singolo “You will be my lady”, tratto da “Dentro e fuori dal Rock’n’Roll” (River Nile Records/Ala Bianca, distribuzione Warner), ultimo album dell’artista.
“You will be my lady” è una ballata scritta nel più puro stile classic rock, ripercorrendo e rivisitando sonorità e stili che provengono direttamente dai maestri del genere. Il brano è scritto a quattro mani insieme a Michele Luppi, già membro dei Whitesnake di David Coverdale, che ha contribuito inoltre con l’aggiunta dei cori al fianco della voce solista dello stesso Solieri.
Noi de La Voce Grossa abbiamo approfittato per fare una breve chiacchierata.
Maurizio,
innanzitutto come stai?
R:«
Benissimo, grazie».
Iniziamo
questa chiacchierata con il tuo ultimo singolo - “You will be my lady” –
estratto dall’ultimo album “Dentro e fuori dal Rock’n’Roll”, come mai la scelta
è ricaduta proprio su questo brano?
R:«
Perché dopo due pezzi
veloci ci stava la classica ballato a romantica».
Come
è nato questo tuo album pubblicato più di un anno fa?
R:«
Questo disco è stato
realizzato nell’arco di tre anni, senza fretta, prima l’idea era quella di
risuonare brani che avevo già pubblicato, aggiornandoli e aggiungendo delle
cose diverse, più un paio di inediti: man mano che andavo avanti aumentavano i
pezzi nuovi, tant’è che in un pomeriggio ne composi tre. A quel punto decisi
per un disco di materiale nuovo con due brani vecchi con le chitarre risuonate
ex novo».
Cosa
c'è dentro e fuori dal rock’n’roll?
R:«
C’è il mondo musicale che
vivo e che amo».
Quarant’anni
di carriera ma tutto ebbe inizio da un disco dei Beatles…
R:«
In realtà fu un disco di Elvis che mio fratello porto’ dalla California nel
1959: avevo sei anni».
A
quale assolo dei tanti composti sei maggiormente legato?
R:«
A tanti, per me non esiste
solo il bianco e il nero, ma anche le tonalità intermedie, ti faccio un esempio:
il solo dello ”Show” che rappresenta qualcosa di quasi del tutto scritto, il
solo di Liberi, liberi o Albachiara che, a parte gli intro cantabili, è quasi
del tutto improvvisato».
Cosa
rappresenta un assolo per un chitarrista?
R:«
Per me vale più la qualità
della canzone in cui può anche non starci il solo».
Maurizio
negli ultimi anni non hai mancato di collaborare con artisti emergenti, quanta
buona musica c’è nelle cantine del nostro bel paese che merita solo di essere
valorizzata?
R:«
Quella migliore non riesce
ad emergere, soprattutto il rock, che non viene tenuto in considerazione .
Quello che sento e che vedo è musica minimalista cantata da facce tristi che si
prendo o molto sul serio, non c’è autoironia».
C’è
chi ancora riesce a fare buona musica in Italia?
R:«
Ci sarebbe, ma non esce
allo scoperto e io consiglio di andare all’estero dove se sei bravo sei bravo.
Dopo
l’ascolto di un brano cosa ti porta a dire “questa è davvero buona musica…”?
R:«
Capita molto raramente...».
Maurizio
come si svolgerà la tua attività musicale nei prossimi mesi?
R:«
Live, un progetto teatrale(
spero di riuscirci) dove parlare e suonare la mia storia musicale».
Maurizio…mi faccio
portavoce dello sterminato popolo del Blasco e ti chiedo se torneranno mai a
scrivere qualcosa insieme Solieri e Vasco Rossi?
R:« Io non avrei problemi, boh!».
Foto: Pino Bitetti