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La Voce di Codogno(intervista):«Nessuno si è più interessato a noi…»


Nicola Ricchitelli – Avevamo scambiato alcune battute alcune settimane fa, potremmo definirlo – o definirla – l’anonimo di Codogno, il lui o lei che anche oggi torna per raccontarci le atmosfere che si vivono a distanza di un mese dal primo contagio, in questa piccola cittadina di 15.978 anime situata nel lodigiano, a distanza di più di un mese dalla notizia del primo contagiato di COVID – 19.

Dopo l’ultima chiacchierata di un mese fa cosa è cambiato a Codogno?
R:« Adesso rispetto a un mese fa abbiamo più restrizioni, prima nonostante fossimo gli unici in isolamento almeno uscivamo di più all'interno del paese, stando attenti ovviamente e senza creare aggregazioni».

Qualcuno sui giornali dice che a Codogno avete sconfitto il virus o per lo meno non ci sono più contagi….
R:« Non so dire se abbiamo sconfitto il virus o meno però qui altri contagi effettivamente non ce ne sono stati».

Il sindaco qualche giorno fa ha detto che vi hanno lasciato soli…
R:« Un po tutti pensiamo di essere stati lasciati soli, perché come la zona rossa è stata aperta e le restrizioni sono state allargate sul piano nazionale nessuno si è più interessato a noi, che erano già 15 giorni che vivevamo in quelle condizioni e che quindi avevamo patito molto di più».

Cosa chiedete al Paese?
R:« Sicuramente vorrei più aiuto per la nostra zona e più considerazione».

Più di 50.000 contagi, e siamo quasi a 5000 morti, vi sareste mai immaginati che saremmo arrivati a distanza di un mese a tutto questo?
R:« Non so dire quanto mi aspettassi che il contagio di allargasse esattamente a livello di numeri ma non ho mai pensato che si sarebbe limitato alla nostra zona. Immaginavo che si sarebbe diffuso ovunque e l'errore credo sia stato proprio quello di aprire la zona rossa. Sarebbe stato meglio mantenerla ancora chiusa ma far ripartire le attività interne, invece che aprire i varchi e imporre limiti a tutto il Paese».

C’è qualche storia che ti è rimasta particolarmente impressa?
R:« Più che una storia o un'immagine è una persona ad essermi rimasta impressa, ed è il mio dottore che è morto per il virus qualche giorno fa. Era una bellissima persona, umile, molto professionale ma anche molto umano».

All’orizzonte riuscite ad intravedere una parvenza di vita normale?
R:« Al momento a Codogno come in tutta l'Italia non si può più uscire se non in macchina per commissioni di prima necessità quindi è ancora più vuota di prima ma non per scelta della popolazione. So che siamo una comunità molto attiva e forte e appena tutto questo passerà torneremo ad essere quelli di prima. Diversamente dall'inizio, nonostante sia quasi più vuota, la mia città sembra più calma e non più inquietante».


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