L’alba di Bari che aspettava Papa Francesco…
Nicola
Ricchitelli – Quelle strade così silenziose e deserte ricordo di averle
intraviste in un sogno, ricordo lo smarrimento di percorrerle senza il naturale
frastuono che di solito invade le strade che da via Sparano danno il là verso
il Ferrarese e via Cavour.
E’
ancora notte ed è quasi giorno, sveglia alle ore 3.30, partenza da Barletta
alle ore 5.00, arrivo a Bari Centrale attorno alle ore sei.
Aspetta
Papa Francesco Bari, tra la paura del Coronavirus, tra le misure di sicurezza
che arrivano a sfiorare l’ossessione, qualche ora più avanti Francesco definirà
la città di San Nicola, “Capitale dell’Unità”, mai definizione fu più
indovinata, Bari, che per qualche giorni si è messa alle spalle i suoi atavici
problemi, Bari, che sa essere bella nonostante la criminalità ben nascosta in Bari
Vecchia, quella stessa criminalità che fa bella mostra di sé dal quartiere
Libertà, fino ad arrivare a Japigia.
Sono
le 6 e tra poco arriveranno le 7, poi arriveranno le 8.15 quando Lui, il Papa
ribelle, il Papa con “i coglioni sotto la veste bianca” - come qualcuno lo ha definito mentre beveva
il suo caffè - arriverà in Piazzale Cristoforo, pronto a ricevere l’abbraccio
di una Bari che ha fin troppo bisogno di trovare conforto nelle sue parole mai
banali e mai scontate, qualcuno lo vedrà per la prima volta, la signora di
novant’anni che di peso ha provato a spostarmi su Corso Vittorio Emanuele mentre
fotografavo il suo passaggio, mi ha detto che lo vuole vedere per l’ultima
volta prima che arrivi il giorno in cui dovrà andare a rendere conto al buon
Dio della sua vita.
Si
sente il rumore di un elicottero e presto si materializzerà dinanzi alla
Basilica si San Nicola, Francesco si perde in pochi convenevoli, entra in
Basilica, accenna un saluto al Patrono di casa alla sua sinistra, poi apre i
lavori.
Mediterraneo,
guerre, accoglienza, i Vescovi che hanno partecipato ai vari incontri di questo
“Mediterraneo Frontiera di Pace” parlano di questi giorni di incontri, poi il
Santo Padre prenderà la parola, parlerà di guerre e di pace, di nazionalismi e
di accoglienza, definirà Bari la “Città dell’unità”, poi il saluto sulla tomba
di San Nicola – qualche mio collega vede davanti a sé due Santi che pregano - poi l’uscita sul piazzale antistante la Basilica,
lì dove molti si aspettavano chissà quali discorsi ma lui Francesco arriva e
spiazza tutti recitando l’Ave Maria.
La
messa e una Bari che dice arrivederci Francesco, in una giornata che era
iniziata con questa alba…