Voci di corsia, Graziana:«Questa è una malattia sconosciuta e subdola...»

Ancora una testimonianza dalle corsie, questa è quella di Graziana che su Instagram racconta:

«La prima volta che ho messo piede nel mio reparto, ricoperta di strati per proteggermi da un eventuale contagio, mi sembrava di essere un'astronauta con la sua tuta spaziale mandata ad esplorare un pianeta sconosciuto. Sembrava surreale che a dividermi dall'ambiente esterno ci fossero solo muri, porte e finestre. Ancora più surreale era vedere il sole splendere e scaldare il mondo quando dentro l'ospedale c'è da combattere un nemico invisibile. Forse è proprio questo che confonde le persone, il fatto di non vedere, toccare o percepire il proprio avversario, sottovalutarlo solo perchè talmente piccolo da sembrare innocuo. Poi c'è questo bellissimo sole primaverile che continua a splendere e far sembrare tutto normale. I colpi di tosse e le richieste di aiuto dei miei pazienti mi fanno tornare alla realtà. Questa è una malattia sconosciuta e subdola, un virus pericoloso che può uccidere togliendo mano mano la capacità di respirare e non lo fa in poco tempo e senza dolore ma prolungando l'agonia per giorni. E tu sei lì, con una maschera che ti sta letteramente segando in due il naso, sotto un paio di camici che oltre a proteggerti ti offrono una sauna lunga tutto il turno, 3 paia di guanti che quando li togli hai le mani lesse come se avessi fatto il bagno per ore, a diretto contatto con queste persone che hanno bisogno di te, hanno paura e guardandoti dritto nell'unica cosa che si riesce a vedere sotto tutti gli strati, ti ringraziano per tutto quello che fai. Ecco, quello è il momento in cui smetti di sentire la fame, la sete, il caldo, il prurito e il dolore generato dai DPI. Quello è il momento in cui capisci che stai facendo bene il tuo lavoro, che stai dando un aiuto concreto in questa situazione assurda, che hai dato sollievo o conforto, alleviato l'ansia e la paura a chi ne aveva più bisogno e non c'è niente che riempie più il cuore ❤».