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La Voce di…don Francesco Fruscio(intervista):«La notte del 3 giugno? È stata la notte dell’obbedienza e della preghiera»


Nicola Ricchitelli – Strana notte quella che Barletta si è messa alle spalle qualche giorno fa, un po’ come i giorni che hanno scandito il mese di maggio mariano, strano 2 giugno è stato quello che si celebrava tra una corona di fiori e l’altra, tra quei discorsi tutti uguali che fanno tutti uguali e belli questa nostra “Festa della Repubblica” nel mentre la Barletta mariana si chiedeva e domandava. Ricorderemo il 2 giugno messoci alle spalle sicuramente per quel mistero che ha avvolto questa giornata, per quelle notizie un po’ vere e un po’ farlocche che si rincorrevano tra le vie che dal quartiere di Santa Maria andavano fino alla città.

«E’ già andata via stanotte…andrà via nei prossimi giorni…» ci si è interrogato, supposto, ma soprattutto  si è sofferto non poter accompagnare processionalmente - a piedi - la Sacra Icona della Madonna dello Sterpeto così come da tradizione dalla città alla campagna.

Il tutto è avvenuto in forma prettamente privata nelle primissime ore dello scorso 3 giugno – il tutto per evitare quanto accaduto lo scorso 1 maggio – quando il quadro della Madonna dello Sterpeto è stato trasportato dalla Cattedrale al Santuario, scortato da tre poliziotti in borghese assieme a due sacerdoti della Diocesi.

A raccontarci quei momenti l’Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, don Francesco Fruscio.      

Don Francesco che notte è stata quella dello scorso 3giugno?
R:«Una notte molto particolare! Una notte in cui la sacra icona della Vergine dello Sterpeto ha fatto ritorno a casa sua, non come un ladro che fugge di notte o come un boss mafioso che viene portato via dalla propria abitazione… sono immagini paganeggianti che non mi riguardano, ma come la “Stella che annuncia il giorno senza tramonto: Cristo Suo Figlio”. E’ chiaro che il Mese di Maggio di quest’anno è stato inedito, come inedita è stata la traslazione del famoso 1° Maggio, ma posso garantire che le autorità competenti hanno disposto il rientro della Vergine dello Sterpeto di notte per evitare che qualcuno si esponesse e ci esponesse ad altri pericoli di assembramento e tutto ciò che comporta».

Come ha vissuto soprattutto la vigilia fatte di domande senza poter dare risposte?
R:«Non bene, ovviamente, ma con la consapevolezza di obbedire a chi mi dava regole da rispettare per il bene collettivo».

Nello specifico come si è svolto il tutto?
R:«Sono arrivato in Basilica alle 3.45 del mattino, con un mio confratello sacerdote e abbiamo iniziato a pregare insieme, approfittando del silenzio e della quiete. Abbiamo percepito entrambi, muovendoci dalle nostre abitazioni, che la Mamma ci aspettava e abbiamo come avvertito un senso di pace e serenità che entrava nel nostro cuore. Dovevamo intanto prelevare la sacra tavola e attendere la scorta per poi avviarci verso il santuario di campagna, ma invece, ci siamo ritrovati entrambi a dirci: “guarda che bella la mamma nostra” e abbiamo cominciato a pregare. Voltando lo sguardo l’attenzione di don Vito è andata su un foglietto che era sull’altare e prendendolo abbiamo notato che vi era stampato un salmo e abbiamo pregato con il testo del salmo e arrivando a: “Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cos’è l’uomo perché  te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure lo hai fatto poco meno degli angeli, di onore e di gloria lo hai rivestito” e la nostra attenzione è tornata a Maria: “Stella del mattino”. Questo titolo mariologico è stato applicato a Maria e a Lei si adatta in modo incomparabilmente più grande che a Simone, sommo sacerdote veterotestamentario, tanto da poter essere definita “Stella del mattino”. Credo di non fare un torto a don Vito nel rivelare le nostre riflessioni, davanti all’icona della Vergine dello Sterpeto. Abbiamo pensato: come la stella ha una luce tenue, dolce, mite, soave, e su di essa, a differenza del sole, lo sguardo si può posare serenamente senza essere minimamente abbagliato, allo stesso modo su Maria ognuno può fissare lo sguardo per deliziarsi dello splendore della sua bellezza e dei suoi mirabili esempi. Come la stella sta sempre in cielo e – si potrebbe dire – ha una “vita celeste”, così Maria visse sempre con la mente e col cuore sempre rivolti al cielo e alle cose celesti. Come la stella emana il raggio senza subire la minima lesione, così Maria dà alla luce il Figlio di Dio rimanendo intatta nella sua verginità. Come la stella è il più bel ornamento del cielo, così Maria è l’ornamento più bello di quel mistico Cielo che è la Chiesa. Strano da comprendere per il lettore, ma queste riflessioni a voce alta, le dicevamo guardando Maria. Poi giunse la telefonata della scorta, che invitammo ad entrare dentro per darci una mano e, anche in quel momento la “Stella del mattino” come una tenera madre ha toccato i cuori dei presenti che ci chiesero di poter pregare per loro. Entrati in macchina per muoverci verso il Santuario di campagna, io e don Vito abbiamo pregato per il Vescovo Leonardo, per i sacerdoti, e per tutti barlettani, cantando in macchina il Magnificat.  Arrivati all’altezza della caserma dei Vigili del fuoco e trovando il semaforo rosso, abbiamo pregato per tutte le forze dell’Ordine Pubblico. Altro che boss malavitoso: una Regina scortata e venerata a nome di tutti barlettani che abbiamo portato spiritualmente con noi; una mamma che ha illuminato la vita della nostra città durante tutto il mese di Maggio, con attestazioni da parte dei fedeli, e ripeto Fedeli, che hanno compreso le ristrettezze e che nonostante tutto, hanno potuto godere della presenza della Mamma celeste in città attraverso le continue dirette televisive».

Che effetto le ha fatto vedere il quadro della Madonna prendere la via che porta al Santuario dello Sterpeto lasciandosi alle spalle il silenzio della città?
R:«L’effetto di Maria che ci ripeteva: “Protegam civitatem istam et ero vobis in praesidium”, (“Proteggerò questa città e sarò per voi difesa”) indicandoci il Figlio suo Gesù Cristo!».

C’è qualcosa che si porterà dentro di questa notte qui?
R:«Per me è stata la notte dell’obbedienza e della preghiera, altri commenti sconsiderati non mi riguardano».

Don Francesco che significato hanno avuto in questo mese mariano messoci alle spalle quelle porte della Basilica di Santa Maria Maggiore chiuse?
R:«A diversi sacerdoti, la Basilica a porte chiuse ha rimandato a Maria Madre del Cenacolo. Nel Cenacolo, la camera alta, -a cui faceva riferimento l’Arcivescovo Leonardo nella riflessione del 1° Maggio- Maria ha riunito e tenuto insieme gli apostoli, sgomenti e impauriti per i grandi avvenimenti di cui erano stati resi testimoni: la passione e la morte in croce di Gesù. Maria al Cenacolo con i discepoli esprime il mistero della prima assemblea, della Chiesa nascente. Insieme invocano e attendono l’effusione dello Spirito Santo che li manderà fino agli estremi confini della terra ad annunciare il Vangelo».

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