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La Voce Grossa di…Anna Soares(intervista):«Con l’album “Sacred Erotic” ho esplorato i lati più spirituali e più estremi della mia sessualità»


È uscito lo scorso venerdì 26 novembre 2021 “Sacred Erotic”, l'album di debutto di Anna Soares fuori per Lost Generation Records. La cantautrice e producer, madre della BDSM Music, crea un percorso che celebra la sacralità dell’universo sessuale, toccando tematiche come la sapiosessualità, l’ipnosi erotica, dominazione e sottomissione, la potenza dello spirito femminino, la connessione intima che porta all’evoluzione interiore. Ogni brano compone un universo sonoro a sé, toccando trip hop, future garage, elettronica cantautorale, senza mai chiudersi in degli schemi predefiniti, sia vocalmente che a livello compositivo.

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Anna benvenuta sulle pagine del nostro giornale, innanzitutto come stai?
R:« Grazie per avermi invitata. Sto bene, vivo un periodo di evoluzione interiore molto intenso».

Partiamo questa chiacchierata dalle ultime settimane del 2021, hai fatto il tuo debutto nel mondo discografico con l’album “Sacred Erotic”, cosa racconti in questo album?
R:« Sacred Erotic è nato in un momento della mia vita nel quale sentivo la necessità di portar fuori quella che Jung chiama “ombra”, ovvero la parte di noi che più teniamo nascosta e “a bada” perchè ci fa paura e perché si ribella alle convenzioni sociali. E’ stata una necessità di mettermi a nudo nel profondo, e in queste nove tracce ho esplorato i lati più spirituali e più estremi della mia sessualità».


Cosa vogliono lasciare all’ascoltatore le tracce di questo lavoro?
R:« Sicuramente un senso di “discomfort” iniziale. Adorno pensava che la musica che davvero dà valore crea degli shock in chi ascolta, e questo è sicuramente un elemento che in prima istanza creano i miei brani. Ma non è solo questo. C’è anche la necessità di andare su nervi scoperti del sentire umano per imparare ad accettarli, abbracciarli e “farci l’amore”».

C’è un brano di questo album che più di tutti parla di te?
R:« Sono tutti autobiografici, ma penso che Daddy Issues sia quello più sentito e doloroso che ho scritto».

Come ha accolto il pubblico questo lavoro?
R:« Con un entusiasmo che in tutta sincerità non mi aspettavo. Sono consapevole che quel che faccio non è per tutti, sia nell’approccio stilistico che nei temi trattati, per cui sono piacevolmente sorpresa».

Un tema che ti piacerebbe trattare nei tuoi prossimi lavori?
R:« Continuerò ad esplorare le sfaccettature dell’umano, ma probabilmente mi sposterò su tematiche più filosofiche».

Anna scrutando tra le tue foto nei vari profili social, sembra emergere una tua forte propensione, quasi un bisogno di sedurre, nello specifico quando una canzone seduce?
R:« Più che un bisogno di sedurre, il mio è un bisogno di espormi in tutta la mia essenza. La seduzione avviene perché ci sguazzo bene in me stessa. Penso che lo stesso possa dirsi per la musica, io posso trovare seducente un brano trip hop degli anni 90, tu una suite prog di 20 minuti. Quel che cambia è la percezione di chi ascolta, o di chi si predispone ad ascoltare».


Nello specifico cos’è la BDSM Music?
R:« È un genere musicale che basa la sua essenza sul sentire che vuole trasmettere piuttosto che su cifre stilistiche sonore. Quando ho scritto Sacred Erotic non mi sono concentrata sull’ottenere un sound specifico, infatti ogni brano contiene riferimenti e mood diversi. Poi io sono pessima con le definizioni, quindi ne ho inventata una mia ☺».

Anna quali progetti porterai avanti in questo 2022?
R:« Voglio ampliare quel che ho creato nell’ultimo anno e dargli ancora più valore. Ci sarà nuova musica, nuovi immaginari, nuove evoluzioni e nuove date live che annuncerò man mano».

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