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Nino Vinella(intervista):«Cannito e Scommegna? Rappresentano il capolinea di due vite vissute a sinistra confluite nella stanza dei bottoni»


Nicola Ricchitelli – La voce di quest’oggi ha raccontato per decenni la “Città della Disfida” sulle pagine de La Gazzetta del mezzogiorno, la sua voce quest’oggi ci darà un autorevole giudizio sulla campagna elettorale che abbiamo vissuto in queste settimane e che ancora qualche ora volgerà al termine.

Ringraziamo e soprattutto accogliamo sulle pagine della nostra testata il giornalista Nino Vinella.

Nino innanzitutto benvenuto nel nostro spazio, come stai?
R:«Bene grazie. Salutissimi a tutti da parte di un “lavoratore diversamente collocato”… Giammai definirsi pensionato, infatti».

Da cronista della Gazzetta del Mezzogiorno avrai seguito infinite campagne elettorali qui a Barletta, in cosa si sta distinguendo quella di quest’anno?
R:«Il prossimo 25 settembre festeggerò i miei 47 anni di iscrizione all’Ordine dal 1975. Quasi al traguardo del mezzo secolo, ho riordinato il mio archivio personale durante il lockdown ed effettivamente ne sono saltate fuori di… sorprese. Ho ritrovato Mino Cannito nel gruppo del Partito socialista. La Scommegna nella lista dei Ds con Francesco Salerno. Tanto per citare i miei coetanei. Solo che allora esisteva una parvenza di ideologia come appartenenza ad un partito con regole, disciplina, rispetto delle promesse annunciate e comunque da mantenere. Anche perché vivevamo un’informazione affidata alla carta stampata. Che una volta stampata lì rimaneva. Oggi è tutto decisamente tanto liquido da scorrere via coi social. Comizi pochi. Incontri al chiuso e pilotati abbastanza».

Quale la cosa che più in assoluta più ti ha colpito?
R:«La disinvoltura degli scambisti. Cioè di quei personaggi che si trasferiscono armi e bagagli da uno schieramento all'altro senza la minima vergogna nella faccia. Come pure di quei giovani buttati allo sbaraglio con l’illusione della doppia preferenza di genere… Mentre i veri manovratori, mascherati dalle liste civiche solo di facciata, pescano nel torbido di coscienze annacquate o annebbiate dalla disoccupazione e dall'incertezza nel futuro».

Come è cambiato negli anni da parte dei candidati il modo di proporsi agli elettori?
R:«Girano ancora i santini, prodotto molto retrò e decisamente niente affatto green perché te li ritrovi dovunque. Aumentati gli spot a pagamento nelle televisioni locali. Di prepotenza i video affidati ai social che raccontano di incontri dei vari candidati con la gente comune. Con l’illusione mediatica di un finto reality che li vuole raccontare in un modo diverso da come sono realmente nella vita di tutti i giorni. Insomma, delle fake news commissionate ad arte».

Soprattutto come è cambiato negli anni il profilo del candidato tipo?
R:«Prima si veniva fuori da una scuola di partito con i comitati comunali nelle varie sedi dove, prima dell’avvento della Bassanini, si svolgevano serate fino a notte inoltrate durante i pre-consigli dove ogni argomento all’ordine del giorno nel prossimo consiglio comunale veniva sviscerato, studiato, analizzato, approfondito con la competenza di chi faceva parte del gruppo consiliare. Oggi assistiamo a seduta di consiglio comunale dove si arriva al paradosso di dare per letto il carteggio senza un briciolo di attenzione nella disamina dell’argomento, fra consiglieri muti o distratti (ce ne sono infatti che risultano presenti ma senza mai essere intervenuti nel dibattito durante questi ultimi tre anni di consigliatura, verbali alla mano), con i risultati che vediamo… Consiglieri eletti da lobbies familiari come centri di acchiappavoti per interessi di bottega (penso agli stabilimenti balneari, per esempio…) o di stoccaggio a futura memoria».

Secondo il tuo punto di vista sarà una corsa a due Mino Cannito – Santa Scommegna e quindi quali le reali possibilità di Carmine Doronzo e Maria Angela Carone di inserirsi in questo dualismo?
R:«Prevedo effettivamente un ballottaggio Cannito-Scommegna senza entusiasmarmi più di tanto per i veleni fra i due, personaggi appartenenti ad un modo antiquato ed obsoleto di concepire il governo di una città capoluogo come Barletta perché frutto guasto delle loro esperienze professionali, politiche, amministrative e con la presunzione equamente ripartita di avere a cuore le sorti di una comunità lasciata fuori dalle stanze del potere fino a qualche mese fa. La serenata a Carmine Doronzo è stata suonata da Michele Emiliano in persona. Ed effettivamente potrebbe essere lui determinante, molto più dei Cinquestelle che forse hanno esaurito la loro spinta propulsiva. Il tutto in vista delle politiche 2023 dove i tre senatori barlettani (Damiani Forza Italia, Messina PD, Ruggiero Quarto M5S) devono tener conto del risultato di questo 12 giugno».

Santa Scommegna da una parte e Mino Cannito dall’altra, la dirigente e l’ex sindaco l’una contro l’altro, ti saresti aspettato uno scenario di questo tipo?
R:«Scommegna ha vissuto un’esperienza da vice sindaco con la Giunta Dimiccoli nel 1997, figurando negli atti ufficiali anche sindaco facente funzioni. E’ una figura degna di attenzione e da studiare come soggetto che le poltrone se l’è girate tutte da quella di segretaria della Confesercenti anni Ottanta, gratificata anche dall’essere stata nominata cavaliere al merito della Repubblica negli stessi mesi di quando Cannito la promuoveva a dirigente del suo staff oltre che responsabile di altri settori trainanti e firmava gli atti relativi al supermercato Lidl vista Castello. Conosco bene la Scommegna come Cannito: direi che rappresentano il capolinea di due vite vissute a sinistra che poi sono confluite nella stanza dei bottoni. Ma con una differenza fondamentale: che la Scommegna ha scalato posizioni da dirigente economicamente stipendiata su mandato fiduciario dei vari sindaci, mentre Cannito (passato anche lui da sinistra a destra quando nel 2000 sosteneva Fitto) se l’è giocata, ed anche male, sul piano elettivo».

Cosa significa oggi fare politica a Barletta?
R:«Politica è una parolona. Direi che l’arte dell’arrangiamento corrisponde meglio all'idea. Sappiamo di dibattiti all'interno delle liste civiche? Sappiamo di analisi specifiche nei cosiddetti partiti?... Il massimo dell’incontro è magari una partita al mediatore, come sa bene Cannito e come ha dimostrato di voler apprendere la Scommegna in un video visto sulla sua pagina ufficiale. Il massimo della barlettanità…».

Guardando alla classe politica del passato di cosa hai nostalgia?
R:«Nessuna nostalgia. E nemmeno rimpianto. Ogni stagione ha il suo tempo. E questo è il tempo in cui decidere, ad esempio, che cosa ne dobbiamo fare di una Provincia per la quale hanno combattuto, e sono morti di crepacuore, Carlo Ettore Borgia, Don Luigi Filannino, Domenico Borraccino…».

Nino chi sarà il prossimo sindaco di Barletta?
R:«C’è una domanda di riserva?...».

 

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