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La Voce Grossa di…Leoboom(intervista):«Essere tipster significa educare la gente ad un gioco responsabile»


Nicola Ricchitelli – L’ospite di quest’oggi ci dà in qualche modo la possibilità di entrare in un mondo che conoscono in tanti e di cui forse si scrive poco…il mondo delle scommesse.

Arriva da Trani, ha 32 anni e si vi dico Leonardo Ragno magari ai più non dirà nulla, ma se vi dico Leoboom allora si accenderà la lampadina dei non solo oltre 200.000 followers che lo seguono tra Instagram ma anche TikTok e Twich ma di tutti gli addetti ai lavori appassionati di questo mondo.

Ecco quindi la nostra chiacchierata con un dei tipster più amati del mondo delle scommesse.

Leo benvenuto sulle pagine del nostro giornale innanzitutto, come stai?
R:«Ciao, prima di tutto grazie a voi per l’invito. Io sto benissimo, sto lavorando a diversi progetti e sono felice per tutte le opportunità di crescita che il mio percorso mi sta regalando».

Dire Leoboom significa dire calcio e quindi opinionista ma soprattutto tipster, chi è un tipster e cosa significa esserlo?
R:«Il Tipster è colui che fornisce consigli sulle scommesse relative ad eventi sportivi, come suggerisce il termine inglese da cui deriva (tip=consiglio). Però, andando oltre la semplice definizione da vocabolario, penso che il nostro ruolo sia anche quello di educare la gente ad un gioco responsabile, concetto che tengo a sottolineare molto spesso. Infatti, visto che la mia pagina conta quasi 200000 follower, sento la responsabilità di dover trasmettere determinati valori a chi mi segue».

Come nasce la tua passione per il mondo delle scommesse?
R:«Più che passione per le scommesse, la definirei una passione smisurata per il calcio. Sin da bambino avevo il sogno di diventare un calciatore professionista, sogno realizzato solo in minima parte avendo sempre calcato i campi dilettantistici. Amo seguire ogni partita, indipendentemente dalla categoria. Da qui è nata la voglia di condividere idee e analisi pubblicamente.

Chi sei oltre i tuoi profili e nella vita reale?
R:«Sono un ragazzo di 32 anni che ha avuto la fortuna e anche il coraggio di trasformare la propria passione in un lavoro. Potrà sembrare banale, ma il centro della mia vita è sempre stato il calcio: ho imparato a tirare calci ad un pallone prima che a camminare e a leggere i quotidiani sportivi prima dei libri. Questo sport mi ha permesso anche di acquisire dei valori fondamentali che poi ho trasferito anche in ambito extracalcistico, nelle mie relazioni sociali e professionali: il sacrificio, la passione, la lealtà, il rispetto dell’altro e l’importanza del lavoro di squadra».

Come è cambiato il mondo delle scommesse negli ultimi anni?
R:«Il mondo delle scommesse è in continua evoluzione, sicuramente la novità più importante rispetto al passato è quella di aver una scelta più ampia per quanto riguarda le modalità di scommessa. Prima si andava più sugli esiti classici 1x2, gol, over ora vanno per la maggiore le scommesse sulle prestazioni dei giocatori: Marcatori, Sanzioni, Tiri in porta ecc ecc
Parte del mio “successo” è stata anche quella di esser stato uno dei primi a cavalcare questo cambiamento».


Nello scommettere ci vuole più bravura o fortuna?
R:«La fortuna è una componente che a volte può determinare l’esito di una scommessa, ma io penso che non sia eterna e che quindi serva a poco se non è supportata prima di tutto dalla competenza. Io, dopo tanti anni di esperienza, conosco bene le dinamiche del calcio dilettantistico che per molti versi sono simili a quelle del calcio professionistico. E questo penso possa rappresentare un vantaggio per analizzare i match sotto ogni punto di vista».

La scommessa che più di tutte ancora ti fa venire i brividi dietro alla schiena da te vinta?
R:«Da quando ho aperto la pagina, le mie vittorie non sono più tali se non le condivido con chi mi segue. Ce ne sono state diverse: una delle prime vincite importanti è stata quella della “scalata”, cioè un percorso che, partendo da 20 euro, ha portato i miei follower a vincerne mille. Indimenticabili poi sono le “Quote 100”, soprattutto quella sulla Serie D che è una categoria che amo particolarmente. Però c’è un momento che, forse più di tutti, ricordo con grandissima emozione, cioè quello della vittoria dell’Argentina ai Mondiali. Dopo l’esclusione dell’Italia, ho voluto pensare ad un modo per seguire questa competizione con più interesse e trasporto e così, sei mesi prima dell’inizio, ho proposto ai miei follower di scommettere 2 euro al giorno sulla vittoria della squadra capitanata dal mio idolo, Leo Messi. Per la finale ho prenotato un locale nella mia città per vedere la partita insieme ai follower. Condividere con loro questa esperienza, che oltretutto si è conclusa con la vittoria dell’Argentina, è stato unico. Per la prima volta, proprio lì davanti ai miei occhi, ho avuto la conferma di ciò che abbiamo creato e soprattutto di ciò che siamo: una vera e propria famiglia che si tiene per mano nelle vittorie ma anche nelle sconfitte».

Soprattutto quale la scommessa in cui ha perso tanto?
R:«Uno dei consigli che do sempre a chi mi segue è quello di non giocare mai importi elevati, ma solo piccole cifre che ci si può permettere di perdere, pari per esempio ad un caffè o una pizza con gli amici. Perciò non c’è una scommessa in cui abbia perso cifre elevate, proprio perché non sono legato alla scommessa in sé per sé, ma la mia è più che altro una sfida con me stesso, la voglia di pronosticare un risultato o l’esito esatto di una partita, indipendentemente dal giocarlo».


Scommettere ti può fare ricco? Una scommessa può cambiare la vita?
R:«Il messaggio che cerco di trasmettere attraverso i miei canali di comunicazione penso sia abbastanza chiaro: le scommesse vanno considerate ciò che sono, ovvero un passatempo e un modo per seguire le partite con più interesse e adrenalina e mai una soluzione per risolvere problemi economici. Quindi no, io penso che le scommesse non possano renderti ricco, ma al massimo regalarti piccoli aiuti quotidiani quando si vince. Ma, nel mio piccolo, cerco di insegnare a chi mi segue l’importanza di gestire il proprio budget in maniera oculata e che soprattutto nei momenti in cui si vince non bisogna lasciarsi trascinare dall’entusiasmo perché il rischio di farsi prendere la mano è dietro l’angolo».

Cosa cercano in te i tanti followers che ti seguono?
R:«Credo che i miei follower si aspettino da me soprattutto l’originalità che mi ha sempre contraddistinto: raramente ho proposto quote scontate perché ritengo che non ci voglia un tipster per questo. Io invece penso che i miei pronostici debbano stupire chi mi segue e quindi vado sempre alla ricerca di quote alternative (calci d’angolo, ammonizioni ecc) e soprattutto di valore proprio per permettere a chi mi segue di “sognare” anche scommettendo un importo molto basso, come avviene con la Quota 100 che è il mio marchio di fabbrica. Poi sanno quanto per me sia fondamentale motivare ogni mia proposta e condividere i ragionamenti che mi hanno portato a scegliere determinate quote affinché chi mi segue possa liberamente decidere se giocarle o meno, facendo emergere quindi tutto lo studio accurato che si nasconde dietro ciò che all’apparenza può sembrare semplice».

Soprattutto perché così tanti followers oggi credono in te?
R:«Per me è fondamentale essere onesto con chi mi segue, anche nei momenti negativi. Ho scelto di non creare gruppi privati e di condividere le mie idee gratuitamente e penso che questo sia stato molto apprezzato. La comunicazione, inoltre, riveste un ruolo fondamentale perché è importante riuscire ad arrivare alla gente in maniera chiara ed efficace. Io cerco, insieme al mio team, di studiare sempre nuove iniziative per sorprendere chi mi segue. Per esempio un format ormai consolidato è quello che regala biglietti per andare allo stadio a vedere la propria squadra del cuore. Credo di aver costruito nel tempo un legame molto solido con la mia “famiglia virtuale”e mi emoziona molto il fatto di poter regalare loro non solo eventuali vincite, ma anche esperienze che molto spesso si rivelano indimenticabili».

Come mai sempre più persone si avvicinano al mondo delle scommesse?
R:«Forse perché pensano, secondo me erroneamente, che possano portare ad un guadagno facile».


Un consiglio che ti senti di dare a tutti coloro che settimanalmente amano scommettere?
R:«Il mio suggerimento è, come ho ribadito anche prima, di non esagerare mai, di non cercare nelle scommesse sportive una soluzione, ma di considerarle solo come puro divertimento. E poi ovviamente suggerisco di imparare a gestire accuratamente il proprio budget».

Leo come ti vedi in futuro e dove vuoi ti porti la tua passione?
R:«Io auguro a me stesso di poter continuare a fare ciò che faccio, di mantenere intatte la mia passione e la mia ambizione e di concretizzare tutti i progetti che ho in cantiere, che abbracciano lo sport a 360°. Per esempio, sono anche socio di un centro sportivo, il Dorado Padel Center, nella mia città a Trani. Però mi sembra giusto aggiungere che non riuscirei a fare tutto questo se non fossi supportato dal mio fantastico team, che anzi approfitto per ringraziare pubblicamente perché supporta (e forse anche sopporta ☺) le mie idee stravaganti e folli!».

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