La Voce Grossa di…Alessandro Cecchi Paone(intervista): «Papa Francesco? È stato fondamentale nella lotta dei nostri diritti»
Piero Chimenti - Ospite de La Voce Grossa, Alessandro Cecchi Paone salito alle cronache per il suo matrimonio con il suo compagno Simone Antonini. Cecchi Paone, attivista da molti anni del mondo gay, nella nostra lunga chiacchierata ci ha spiegato come Papa Francesco sia stato fondamentale per l'apertura della Chiesa al mondo gay e Lgbq+.
Auguri per il matrimonio innanzitutto. come procede la vita coniugale?
R: «La vita coniugale procede benissimo. È una normale prolungamento di una storia che procede ormai da un po' di tempo, da quasi due anni. La vita coniugale serve a ristrutturare ed a stabilizzare. Quando la gente dice che non vi è bisogno di sposarsi e che i gay non hanno bisogno del matrimonio dice una stupidaggine, perché c'è un fortissimo valore sia simbolico che strutturale che rafforza il rapporto, rafforza gli impegni, l'attenzione e rafforza un terzo elemento che quando si sta insieme al di fuori del matrimonio non esiste, sia nell'ambito eterosessuale che omosessuale, cioè la tutela di questo patto. È chiaro che quando si vuol bene, si sta insieme in maniera libera, conta tantissimo il rapporto personale, ma quando crea un'istituzione come lo chiamava Francesco Alberone sociologo dell'amore, la rivoluzione a due che poi diventa un'istituzione a due è chiaro che si protegge l'altro. Si protegge se stessi ma si protegge l'istituzione che nel frattempo è nata. Per questo noi mettiamo in pubblico la nostra storia, per chiedere anche per l'Italia così come per il mondo libero, il matrimonio egualitario».
A che punto siamo in Italia per i diritti Lgbq+?
R: «Siamo molto indietro, teniamo conto che il matrimonio egualitario c'è in tutto il mondo Atlantico, in tutto il mondo libero, in tutto il mondo del Commoweth ed adesso anche in Grecia. La Grecia ha un governo conservatore, una chiesa ortodossa ancora più indietro rispetto a Papa Francesco, per quanto riguarda la pastorale per Lgbq+. Nel momento in cui ce l'hanno tutti compresa la Grecia, perché solo noi no? C'è qualcosa che non va nel nostro Paese rispetto a questo, rispetto alle adozioni gay e rispetto alla tutela dei crimini d'odio basati in questo caso sulla discriminazione sessuale»
Tra i suoi ultimi lavori c'è “Eroe del nostro tempo” dedicato al Papa e a Liliana Segre. Ti senti un po' “Eroe” per le tue battaglie?
R: «No, non mi sento un eroe. Mi sento un attivista del nostro tempo, così come ci sono stati soprattutto negli Stati Uniti d'America degli attivisti per la parità etnica, così come ci sono stati degli attivisti per la parità religiosa. Ho fatto l'attività per tante cose, in questo caso soprattutto per le persone di diversa sessualità, o diversa affettività perché in Italia, un po' perché ha vissuto vent'anni di fascismo che hanno lasciato un solco profondo a proposito di maschilismo, le difficoltà di normalità per quanto riguarda il mondo femminile e il mondo lgbq+. La chiesa era terribilmente arretrata fino alla pastorale di Papa Francesco. Noi abbiamo bisogno di qualcuno che faccia la quotidiana battaglia sui diritti e sull'attenzione al linguaggio ed ai comportamenti e di qualcuno che come ci insegna la tradizione radicale da Marco Pannella, Emma Bonino in poi non si limiti a parlare ma metta a disposizione la propria esperienza di vita come ho fatto io col mio coming out, come abbiamo fatto io e mio marito Simone Antonini col nostro matrimonio pubblico.
Il Papa qualche giorno fa ha parlato del pericolo dell'ideologia gender…
R: «Andiamo per ordine, questo Papa è un Papa fondamentale perché non ha cambiato le regole ma ha cambiato la pastorale cioè ha un modo di esprimersi nei confronti del mondo Lgbq, Lgbq+ e nei confronti dei trans che sono abbandonati e ignorati un po' da tutti, se non utilizzati di nascosto. Lui ha cambiato il modo di parlare e di comportarsi, ricevendo Luxuria, ricevendo tante persone che in Vaticano erano considerate come il diavolo. Da questo punto di vista evviva Papa Francesco. Per quanto riguarda l'ideologia gender il Papa si è semplicemente scagliato, mal consigliato, contro una cosa che non esiste. L'ideologia gender non esiste è semplicemente un dire a tutti "guardate che il sistema binario maschio o femmina è stato inventato in epoche arretrate", ma ci sono mille variabili dal punto di vista della fertilità e della sessualità umana e tutte vanno considerate legittime e tutte devono essere considerate meritevoli di tutela. È questo quello che dice la cosiddetta ideologia gender. È chiaro se hanno detto al Papa, è tutto 'mischiato' che uno si sveglia la mattina e decide a che sesso appartenere, giustamente il Pontefice dice che questa cosa non gli piace. In realtà è una grande impostura perché nessuno dice questo, anche è fuori dal mondo biologico e culturale».
Negli ultimi anni sei stato in tv come opinionista o concorrente di reality. Ti manca il tuo vecchio ruolo di divulgatore?
R: «Mi manca tantissimo, sono grato perché la mia presenza televisiva è totale sono su tutte le reti dalla mattina alla sera per parlare delle cose che mi sono più care per raccontare agli italiani che il mondo va avanti in termini tecnologici, in termini di innovazione adesso pensiamo all'intelligenza artificiale ma quante cose ho dovuto dire in difesa della carne coltivate, in difesa delle nuove farine tratte dagli insetti, a difesa dei vaccini insomma è una battaglia quotidiana continua. Certo che mi manca ma trovo terribile a proposito dell'arretratezza del sistema Italia che nessuna televisione pubblica o privata trovi più lo spazio o le risorse per un programma che non si limiti ad avere un ospite come me, contro altri ospiti che sostengono cose medioevale o arretrate ma come ai tempi de la “Macchina del tempo” che sia interamente dedicata alla divulgazione dell'innovazione, della tecnologia, della scienza, della medicina. È una tragedia italiana che paghiamo duramente e pagheremo duramente in termini di arretratezza e marginalità rispetto al mondo avanzato che attenzione non è con soltanto il mondo anglo americano ma anche il mondo indiano, cinese, dell'estremo oriente. Il mondo va avanti in termini rapidissimi ed in termini di profonda innovazione. Noi non ci siamo più perché non abbiamo, così come era la macchina del tempo in dieci anni, un’occasione per coinvolgere tutti, milioni di persone in una voglia di crescita e di opportunità e di scelta».
Saluto con molto affetto e con molta attenzione e gratitudine, tutti quelli che seguono la Voce Grossa. Sono Cecchi Paone, faccio la voce grossa sempre, la farò finché sarà possibile a difesa di chi, non ha voce e in difesa di chi vuole un Italia al passo con i tempi.