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La Voce Grossa di…Alessia Gulino(intervista): «Quando sono a bordocampo penso alla fortuna che ho nel fare questo lavoro…»


Nicola Ricchitelli – La voce che vi raccontiamo quest’oggi è quella di una giovane inviata e content creator che negli ultimi tempi si è fatta conoscere nel panorama sportivo siciliano, raccontando partite, realtà locali e protagonisti del calcio. Con uno stile diretto e spontaneo, porta sui social e nei suoi contenuti un punto di vista fresco, attento alle storie e all’atmosfera dei campi, con particolare interesse per il calcio messinese e le categorie regionali. La sua comunicazione immediata e coinvolgente le ha permesso di avvicinare un pubblico giovane e di contribuire alla valorizzazione dello sport sul territorio.

Accogliamo sulle pagine de La Voce Grossa, la voce di Alessia Gulino.

Se lo sport fosse una persona, che tipo di rapporto avresti con lui? Amore, competizione o amicizia complicata?
R: «Credo competizione, in maniera costruttiva. -Da che io ricordi, ho sempre fatto sport. Danza per dieci anni, poi palestra, poi di nuovo danza e via per un excursus variopinto ahah; direi che fa parte della mia quotidianità e che la competizione è più verso me stessa che verso gli altri. Ogni giorno alzo l’asticella della percezione di ciò che posso fare; evitando la frase “non ce la faccio”

Quando arrivi a bordo campo con microfono e taccuino… cosa pensi veramente nei primi 5 secondi?
R: «Onestamente alla fortuna che ho, essere presente alla fase pre partita ti fa avvertire nell’aria l’odore di sogni e speranze ed ogni volta che arrivo in campo mi brillano gli occhi…».

Hai mai detto qualcosa in diretta o in un’intervista che avresti voluto cancellare all’istante?
R: «Attualmente non mi viene in mente un episodio in particolare ma nell’ipotesi in cui accadesse, beh gli errori sono fondamentali perché ci sia un miglioramento, quando si sbaglia si chiede scusa ed è già qualcosa ammettere i propri errori, no?».

Qual è la colonna sonora perfetta di una tua giornata “da inviata”?
R: «Penso “Calling all angels” dei Train, amo quella canzone».


Se potessi intervistare te stessa tra 10 anni, quale sarebbe la prima domanda che ti faresti?
R: «Sei soddisfatta di ciò che hai raggiunto? Sei riuscita ad essere felice?»

C’è una frase o un gesto che ti fa subito capire che un calciatore sarà un’intervista “buona”?
R: «Ogni persona è una potenziale intervista buona, sta a me riuscire a fare le domande giuste per far brillare gli altri».

Più difficile: un rigore al 90’ o gestire i commenti sotto un tuo post virale?
R: «Sicuramente un rigore al 90’; i commenti, soprattutto le critiche sterili, lasciano il tempo che trovano».

Se non facessi la giornalista sportiva, in quale altro ruolo del mondo sportivo ti vedresti bene?
R: «Potrei provare social media manager ma anche essere un ultras non sarebbe niente male».

Hai un “portafortuna da campo”? Un gesto scaramantico o un oggetto che ti accompagna?
R: «Attualmente no, ci devo lavorare!».

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