Musica, 78, 33, 45 giri, le mille strade della musica dai vinili fino agli iPod
Elisa Acquaviva - Cd,
mp3, chiavette usb, ipod, youtube… tutti modi o mezzi con i quali potersi
alienare per un attimo dalla realtà circostante, ascoltando un po’ di musica.
Ma vi è capitato di pensare almeno una volta al gusto di ascoltare la propria
canzone preferita attraverso un disco vinile? Il disco vinile fu introdotto per
la prima volta in commercio intorno alla fine degli anni ‘40 ma le sue origini,
parlando di tecnica di costruzione, hanno radici ben molto tempo addietro, nel
1888, grazie ad un certo Berliner, il quale utilizzò la struttura del disco (un
primordiale vinile) per dare la voce alle prime bambole parlanti.
Fu così che
l’uomo capì che, l’arte di un cantante, poteva essere immortalata in uno di
quei dischi, destinata a rimanereper generazioni e generazioni, meravigliosamente
imprigionata per sempre, come una parola marchiata a fuoco. Iniziarono le prime
incisioni, la nascita delle prime case discografiche, la nascita di un nuovo
business protratto fino ai giorni nostri.
Inizialmente nacquero i 78 giri,
successivamente i 33 e i 45 giri… iniziarono le prime corse ai venditori per
comprare e avere a tutti costi il disco del proprio idolo, file e file di
teenagers degli anni ’50 e ’60 che, abbracciando un disco, sognavano ad occhi
aperti. La musica, così, prese il dominio nell’inconscio dei nostri nonni,
delle nostre nonne, e se oggi provaste a chiedere ad uno di loro, può darsi che
vi racconterebbero che, una semplice canzone, all’epoca, diventò la colonna
sonora della loro unione. In fondo, è un po’ quello che facciamo noi ragazzi
del ventunesimo secolo: dedichiamo canzoni, sogniamo con le canzoni, piangiamo
con le canzoni, ridiamo con le canzoni.
Nel testo di una canzone riconosciamo
noi stessi. La musica, a volte, è l’unica a “comprenderci”; non servono tante
chiacchiere, basta premere “play” e tutta la confusione che c’è intorno e
dentro di noi, tace. Oggi, per questo motivo, noi siamo sempre con un paio di
cuffie alle orecchie per lasciare la parola al nostro cantante preferito… ma vi
siete mai chiesti quale piaceredava quello “scricchiolio” prodotto da un 33
giri? Ultimamente io ho comprato un vinile dei Beatles, che adoro, e, una volta
posato sul giradischi,attraverso lo scorrere della sua puntina, produce quel
suono gradevole che propaga nell’aria tutta la nostalgia di anni passati, di
musica vissuta, di emozioni non dimenticate.
Chiudere gli occhi mentre il disco
continua a giraree immaginare tante ragazzine degli anni ’60 che si
accapigliavano per vedere dal vivo i loro miti, mentre tu ne ascolti le
fattezze musicali cinquant’anni dopo, è una sensazione che non ha paragone a
mio parere, ma bisogna anche avere una buona fantasia e immaginazione, oltre al
saper apprezzare certe ricchezze.
Le feste, i matrimoni, le ricorrenze, erano
accompagnati dalla musica dei vinili e da un mastodontico grammofono, in barba
alle nostre attuali feste, in cui c’è il dj che molto spesso ci fa ballare con
il suo computer, ovviamente con i programmi adatti per il mixaggio.
Da alcune
ricerche è emerso che, il 33 giri più caro al mondo, in tutto il mondo, è
“Yesterday and Today” dei Beatles e ne sono molto contenta visto che mi ci sono
appassionata tantissimo.
Mi
sveglio con i Beatles, faccio una pausa con i Beatles, cammino con i Beatles e
mi addormento con i Beatles.