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La Voce Grossa di...Guenda Goria(intervista):«In teatro con mia madre saremo le "Cognate"di Eric Assous»


Piero Chimenti - Guenda Goria si sta affermando nel teatro italiano sia come attrice che come regista; per lo spettacolo “Nel Buio d'America” ha voluto nel cast sua mamma Maria Teresa Ruta - volto noto della tv anni '90 - con cui ha dato inizio anche ad un sodalizio artistico, infatti madre e figlia faranno coppia nello spettacolo teatrale “Cognate”.
La trentenne, diplomatasi al conservatorio di Milano, inoltre ha dimostrato grandi doti di attrice  e di musicista, ha infatti dato il volto - ed eseguito col pianoforte le opere - a Clara Schumann, interpretazione che la rende unica nel panorama artistico italiano e non solo.

Le foto sono concesse dal fotografo Giuseppe Iadonisi.

In passate interviste ti sei definita naufraga e poi donna dell'800, come si sente Guenda Goria nel 2019?
R:«Una donna del 2019; sono nel periodo in cui mi trovo - dal punto di vista storico, esistenziale e personale -  a vivere abbastanza nel presente, con tutti gli annessi e connessi. I tempi in cui viviamo non sono semplici, ma da interpretare con le novità, le prospettive che ci sono oggi, che sono diverse da quelle di ieri, ma con l'attenzione al continuo cambiamento perché viviamo in tempi in continua evoluzione».

Cosa ti ha dato la partecipazione al reality e quindi ti chiedo se rifaresti tale esperienza?
R:«Non rifarei “L'isola dei famosi”, perché è stato molto faticoso dal punto di vista fisico. Ho perso tanto chili ed è stato molto impegnativo, ma è stata un'esperienza di vita straordinaria, in cui sono stata a contatto con me stessa, a contatto con la natura, la luna, il fuoco, la spiaggia, posti bellissimi come Nicaragua. Devo dire che è stata un'esperienza meravigliosa. Non lo rifarei perché l'ho già fatta, però mai dire mai. Guardo con interesse i talent e non mi dispiacerebbe parteciparvi, come concorrente dato che preferisco partecipare più che giudicare sempre e comunque. Mi piace mettermi in gioco, imparare linguaggi nuovi, esperienze nuove soprattutto se è artistiche».

Hai curato la regia di “Nel buio dell'America” in cui hai voluto anche tua mamma Maria Teresa Ruta. Come è nata la scelta?
R:«Mi sono innamorata di questo testo che parlava di televisione ed ho pensato che il ruolo potesse essere adatto a mia madre. Il mio rapporto con la televisione è connesso anche con l'infanzia, al rapporto che genitori - figli hanno con la televisione, ad esempio ho il ricordo di me da bambina in cui guardavo dentro il televisore e c'era mia madre, e mia madre guardava se stessa in televisione, quindi a volte la televisione è stato un gancio istintivo, in più avevo il piacere di condividere un'esperienza importante e delicata, come la prima regia. Con mia madre è stata un'esperienza di grande arricchimento e di grande condivisione profonda. Credo che sia un “lusso” poter condividere delle esperienze personali ed artistiche con qualcuno della famiglia, in quanto ci si conosce più a fondo, è un campo di scambio molto interessante. Mia mamma è una grande professionista, una donna capace sempre di mettersi in gioco in maniera libera, spontanea, ti dà fiducia, si fida di chi ha di fronte ed abbraccia completamente il progetto, si mette a servizio di quello che sta facendo, con grande coraggio professionale ed artistico, cosa che l'ha sicuramente premiata, perché ha avuto delle bellissime recensioni, ha interpretato un ruolo diverso da se stessa, molto intrigante e sfaccettato».

Potrebbe nascere una nuova coppia del teatro italiano?
R:«Assolutamente si. Quest'anno saremo in scena, con “Cognate” di Eric Assous, con la regia di Piergiorgio Piccoli, con Anna Zago e saremo di nuovo in scena come coppia artistica».

Hai interpretato in teatro Clara Schumann. Oltre alla passione per il pianoforte, cosa ti senti di aver in comune con lei?
R:«Il romanticismo. Lei vive nel pieno del periodo romantico, è il suo modo di vivere la vita, ed il periodo storico che ha dentro il romanticismo, è assolutamente profondo ed intenso, anche perché vive nell'epoca del romanticismo, il suo amore è un grandissimo amore, vissuto con la delicatezza e la profondità che ogni amore necessita. Su questo non mi trovo lontana da lei, mi piace dare significato alle cose che vivo arricchirle con sensibilità e fantasia».

Secondo te, cosa differenzia la tua 'Clara' dalle altre riproposizioni cinematografiche e teatrali?
R:«Io suono il pianoforte, sono la prima attrice che suona realmente il pianoforte. La cosa unica che io la interpreto sia come attrice che come artista. Lei era una grande pianista, una delle più grandi della storia. Credo che per un'interprete conoscere la passione, la dedizione che la musica richiede, aiuta ad interpretare il personaggio nella maniera più profonda. Per chi conosce la musica, ha la possibilità di capire chi ama la musica. La chiave che mi rende unica nel panorama italiano e non solo è, che io posso interpretare il personaggio anche nella veste  pianistica, che è poi la sua veste più profonda la sua grande passione di donna e di artista, perché lei era una grande artista».

Un abbraccio grande grande, ai lettori de La Voce Grossa, continuate a seguirmi. Spero di potervi dare presto mie notizie. Un abbraccio alla Puglia, ed al Sud Italia che amo, ho tanti amici pugliesi a cui voglio molto bene anche perché vivendo a Milano, tantissimi pugliesi vengono qui a vivere. Un abbraccio a voi.

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