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La Voce Grossa di…Gerolamo Sacco(intervista):«Vi racconto la storia di “Momo” e questi “mondi nuovi”


Di Redazione - È online dallo scorso febbraio il videoclip di “MOMO (QUI)”, il nuovo singolo del cantautore e produttore musicale bolognese GEROLAMO SACCO, terzo estratto dal concept album "Mondi Nuovi", su etichetta Miraloop e distribuito da Believe Digital.

Il brano, in radio e digitale dal 21 febbraio, vede una collaborazione inedita per la scena indie: la musica e la voce di Gerolamo Sacco con la penna di Jacopo di Donato, meglio conosciuto come Senatore Cirenga.

La canzone racconta la storia di Momo, che si trova ancora sulla Terra e decide, prima di partire per lo spazio, di visitare per l’ultima volta un luogo importante della sua storia personale.

Gerolamo ti do il consueto benvenuto sulle pagine del nostro giornale...
R:«Grazie a tutti le lettrici e i lettori della Voce Grossa!».

Partiamo da Momo(QUI) il tuo ultimo singolo estratto dal concept album "Mondi nuovi", da dove nasce la voglia di raccontare la storia di Momo?
R:«Nasce da cose che sentivo dentro, nasce da emozioni della vita di tutti i giorni, esigenze, sentimenti che percepivo nell'aria. Una necessità artistica, se vogliamo chiamarla in questo modo. Ricordo giorni interi a elaborare queste architetture e, giorno dopo giorno, veder venire fuori questa storia, questo racconto, questo film. In realtà è un album musicale, semplicemente, ma non riesco a chiamarlo solo così».

Chi sono i Momo della vita di tutti i giorni?
R:«Siamo tutti dei Momo, soprattutto in questo momento! Io racconto sin dal primo brano che il problema dell'umanità, oggi, è che siamo omologati nelle cose in cui dovremmo valorizzarci come individui, e invece siamo diversi in quello in cui dovremmo essere tutti alla pari. Per dirla spiccia ci piacciono le stesse canzoni, leggiamo gli stessi libri, scriviamo le stesse cose sui social ma nel diritto alla salute, ad una casa dove vivere, alle possibilità di crescere e di realizzarci in qualche modo siamo tutti diversi, a volte con distanze incolmabili. E non parlo dell'Italia, che a mio avviso è uno dei posti migliori da questo punto di vista, parlo del mondo. 
Ti dico questo perchè il protagonista dei Mondi Nuovi è stanco della situazione, c'è il casus belli di una storia che finisce (proprio nella canzone che si chiama “Momo”, che è la terza del disco) e così decide di fuggire dal pianera. Una volta partito per lo spazio, là nel buio assoluto e profondo, dovrà trovare delle risposte da se stesso, cercare la meraviglia che ha dentro, provare ad attingere dalle sue risorse. Spoiler? Ci riuscirà! Ma il percorso è magico, surreale. Per raccontarlo meglio che potevo sono andato a fondo innanzitutto di me stesso e ho esplorato tutto quello che potevo esplorare: la malinconia, la magia, l'adrenalina. Mi sono talmente immerso in quello che sentivo che in qualche modo sono andato al di fuori di me stesso. Proprio l'altro giorno riflettevo su alcune frasi tratte dalle canzoni del disco, che condivido con i vostri lettori:

- ”Ero un po' confuso ed indeciso tra un sorriso ed una lacrima, mi capitava solo al cinema”
(traccia 4, “Cinema”)
- “E Tu, l'hai mai visto un deserto esplodere di fiori?
(traccia 5, “Deserto”)
- “Viaggiavamo nello spazio da una settimana oramai, la Terra brillava nel buio lontana da noi
(traccia 6, “Mondi Nuovi”, da cui l'album prende il titolo)
- “E chissà, come sarà, la prima estate del mondo...
(traccia 7, “La Prima Estate del Mondo”)

- “Cammino più lento per arrivare da te”
(traccia 12, “Il Mondo di Fianco”)

Un giorno siederò qui, e mi andrà bene così, se vuoi mi trovi là, io e la mia libertà, e sara già passato tutto
(traccia 13, “E Sarà Già Passato Tutto”)


Mi stupisco io stesso di quanto questa storia possa attaccarsi alla realtà di tutti i giorni, anche perchè quando è uscito il disco era una storia di pura ispirazione, una fuga dal pianeta di un ragazzo come tanti per motivi soprattutto etici, sentimentali. Poi ho incominciato a vivere una sensazione particolare quando, all'uscita di Casa Mia (il primo brano del disco e anche il primo singolo uscito in radio), che in una frase recita “Verso Marte a cercare batteri mentre l'Amazzonia muore”, la realtà coincideva perfettamente con quello che cantavo: eravamo ai primi di settembre, e su tutti i social iniziarono a girare immagini dell'Amazzonia in fiamme. Allora ho pensato per la prima volta “No, Momo non sono solo io!” Momo è il terzo singolo dell'album, il video è un tango di due ragazzi in una Bologna deserta. Sembra quasi l'abbia fatto apposta ma ovviamente non poteva essere così. Sta di fatto che se questa storia parla di tutti noi allora nutro una speraza, perchè è una storia che finisce bene».

Quanto c'è di Gerolamo Sacco in Momo?
R:«Tantissimo. Nelle canzoni c'è tutto di me, dalla prima volta che ho visto la Luna con un cannocchiale al giorno che facendo il mio sito web ho contato le canzoni che avevo accumulato in vent'anni di musica, dalla fine di una storia importante alle domeniche al cinema a vedere la fantascienza. E poi lo spazio sono i momenti in cui la creatività e la solitudine, che fanno anche parte del mio lavoro di musicista. In Momo di Gerolamo c'è anche il bisogno di parlare, andare incontro alle persone, di sviluppare empatia, che è un mio pregio ma anche una cosa che mi può far soffrire quando questa necessità non ha riscontri nella realtà. Purtroppo o per fortuna ho un tipo di sensibilità che mi fa vedere le cose in anticipo, specie nelle relazioni o nelle amicizie, e questo mi può far stare male, un po' come capita i precog di Minority Report. Ci sono brani del disco dove parlo proprio in prima persona e sono io, anche se immerso nella storia del protagonista. Ci sono brani come “Abisso” e “Sei Come Me” dove tra l'attore e il personaggio non c'è più alcuna differenza. Non a caso sono due pezzi che anticipano il lieto fine della storia. Nel disco ci sono anche tante metafore, ma il confine tra la metafora e la descrizione di qualcosa “che non si può spiegare” in realtà è molto labile. A volte parlo di mondi surreali ma solo perchè, in qualche maniera, io vivo le esperienze della vita in questo modo».

Un pezzo che ha visto la collaborazione nella scrittura di Jacopo di Donato - alias Senatore Cirenga - come è nata questa collaborazione?
R:«Io e Jacopo ci siamo conosciuti in Miraloop, la casa discografica fondata da me, quando abbiamo pubblicato i primi brani di un suo progetto discografico, Licorice, con brani in inglese dalla sonorità un po' alla Royksopp . Poi ha iniziato a scrivere in italiano e ha dato vita, anzi, è diventato, “Senatore Cirenga”. Abbiamo tutti seguito col sorriso questa metamorfosi. Fin da “Il Banco Vince”, il primo brano, ho notato quanto fosse bravo a scrivere così, durante la stesura di Mondi Nuovi, gli ho proposto di buttare giù qualcosa insieme sulla storia che stavo costruendo. In quel periodo ricordo che ultimavamo gli studi di registrazione Miraloop, c'erano gli operai in giro, allora lui usava prendersi un posto libero in una scrivania libera dell'ufficio marketing e si metteva a scrivere su un foglietto, sorseggiando deca. Poi tornava giù in studio festante, sventolando i manoscritti che conservo tuttora. Dal lavoro di Mondi Nuovi sono nate cinque canzoni a quattro mani delle quindici che compongono il disco: Momo poi Deserto, il Mondo di Fianco, Sarà Già Passato Tutto e Buonanotte Terra. La nostra collaborazione ora come ora è invece concentrata su di lui, perchè proprio in questi giorni sto lavorando come produttore artistico e arrangiatore al suo primo disco “Semantica”. Una di queste canzoni la canterò con lui, come abbiamo fatto al contrario con “Buonanotte Terra”, dove canta una frase della canzone come cameo».

Qual'è il filo conduttore che lega i brani di questo concept Album?
R:«Il filo conduttore che lega i brani del disco è innanzitutto la storia, come ti dicevo poc'anzi, ma c'è anche il mood, l'esperienza di ascolto. Si tratta di brani arrangiati da un musicista, cioè io, che a un certo punto dice “ok, lavoro già come produttore per tanti artisti su generi musicali diversissimi: ora qui non mi do regole, seguo il testo, la canzone e vediamo cosa ne viene fuori”. Mi sono detto di rimanere fedele all'emozione del viaggio e a nient'altro. Quello che è venuto fuori lo direte voi ascoltatori, ma vi anticipo che, sebbene ogni traccia faccia riferimento a un genere musicale diverso, dal rock all'italiana, dall'elettronica pura alla musica orchestrale per il cinema, tutte le canzoni in realtà stanno dentro lo stesso flusso sonoro, come se fossero interpretate dalla stessa orchestra che ad ogni brano cambia disposizione degli elementi. Come la colonna sonora di un film. Ci sono alcuni elementi che non cambiano mai, per esempio le viole, i bassi “garage” e la mia voce; tutto il resto cambia, canzone per canzone».

Gerolamo anche se è difficile parlare di futuro in questo momento, cerchiamo di parlare di progetti e cerchiamo di guardare aldilà di questa crisi... Cosa bolla in pentola per il prossimo futuro?
R:«Ti dirò, abbiamo convertito tutta l'agenzia e le etichette discografiche di Miraloop in smart working e così abbiamo trovato il modo di non fermarci; l'arte è anche uno sfogo, così stiamo pubblicando tanti dischi e continuando a elaborare creatività nuove. Spero in qualche modo che quello che facciamo possa dare intrattenimento a chi ne ha bisogno per andare avanti. Penso a chi sta vivendo momenti difficili dovuti alla quarantena, a chi si sta dedicando a portare avanti la famiglia, a tutti coloro che stanno portando avanti il paese dai cassieri dei supermercati ai camionisti, medici, infermieri e mi fermo qui anche se sono tantissimi altri lavoratori a portarsi il peso sulle spalle. Dedico a tutti loro quello che stiamo facendo. Ora che tutti stiamo vivendo nello spazio, soli con noi stessi, abbiamo bisogno più che mai di Mondi Nuovi, di trovare le risorse che ci serviranno poi per ripartire, più sereni, più forti e soprattutto più uniti.
Seguiteci sulla mia pagina Facebook Gerolamo Sacco e sulle pagine di Miraloop. Vi abbraccio forte!».

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