La Voce Grossa di…Sena Santini(intervista):«Vi racconto “Avanti un altro” visto da qui»
Nicola Ricchitelli - La voce di quest’oggi arriva in qualche modo dal magico
mondo della nota trasmissione condotta da Paolo Bonolis “Avanti un altro”.
Sulle pagine de “La Voce Grossa” quest’oggi, una delle voci che compone
la triade di giudici composta dal simpaticissimo Stefano Jurgens, da Christian
Monaco e appunto Sena Santini.
Ed è proprio quest’ultima da quella sedia a raccontarci quest’oggi da
quella prospettiva il magico mondo di “Avanti un Altro”.
Sena, benvenuta quest’oggi nel nostro
spazio dedicata alle interviste, permettimi di aprire questa intervista
con la solita domanda che ai più può sembrare scontata, come stai?
R:«Ciao e grazie! Credo che la domanda che mi è stata rivolta sia una
delle domande più intime che si possano porre all’interlocutore, insomma se
dovessi davvero dirti come sto e come mi sento e qual è l’andamento dei miei
umori dovrei scrivere un piccolo trattato e non credo importerebbe qualcosa a
qualcuno. Risponderò a questa domanda con un convenzionale e sempreverde “Bene,
grazie e tu?”».
Ogni sera ti ci si vede al fianco al
fianco di Stefano Jurgens e del dottor Christian, nel ruolo di giudice, nel
noto programma condotto da Paolo Bonois e Luca Laurenti, nello specifico
quale la tua responsabilità in questo contesto?
R:«Sono lì a fare la bella statuina… no scherzo! Durante le
registrazioni ho il copione della puntata in mano e sono in collegamento con l’autore
Marco Salvati, l’eminenza grigia del programma, colui che tutto muove da dietro
le quinte o qualche volta con il suo collega Sergio Rubino. Loro sono i miei
capi e maestri nonché coloro che sovrintendono a tutto e mandano avanti il
programma e mi dicono quali domande saranno mandate e mi danno altre
informazioni che riferisco ai giudici, poi devo segnarmi le domande che sono
state lette e seguire il regolamento del programma. Fuori dalle registrazioni
lavoro in redazione cioè faccio parte di un fantastico team, in particolare io
scrivo le domande ed alcune domande filoni, cioè quelle che si ripropongono in
più puntate, come i documentari, il bauscia ed altri... Ognuno di noi in
redazione ne ha assegnati alcuni, cerchiamo di fare al meglio un lavoro di
squadra».
R:«È stato davvero un caso, mi ero appena laureata in giurisprudenza e
stavo finendo un tirocinio a Bologna con un magistrato per poter poi fare
l’esame di abilitazione in avvocatura e il concorso in magistratura. Il mondo
del diritto, però, mi era sempre andato stretto, mi lasciava respirare poco,
pur avendo studiato moltissimo, ho sempre scritto in particolare canzoni, ma
anche poesie e racconti e, durante gli anni universitari, ero nota per
inventare giochi di gruppo che scimmiottavano i quiz, tanto che per le
ricorrenze (come lauree o compleanni) mi incaricavano di inventarne di nuovi,
poi nel Collegio dove ho vissuto avevamo una web Radio ed adoravo scrivere e
fare la speaker. Poco prima di laurearmi, ho avuto la fortuna di conoscere, a
Reazione a Catena, l’autore Christian Monaco. Grazie a lui ho avuto
l’opportunità di fare un test di scrittura per il programma “Avanti un altro!”
e per questo gli sarò sempre grata. Avevano necessità di qualcuno che
scrivesse, così mi hanno chiamata 2 anni fa. Da lì ho iniziato a lavorare per la grande famiglia di Endemol,l'azienda che insieme a Mediaset si occupa della realizzazione del programma».
Chi sono Paolo Bonolis e Luca Laurenti,
spente le luci dei riflettori?
R:«Sono due professionisti e due geni. Paolo mi fa veramente
impressione per la sua intelligenza, la sua cultura enciclopedica e un
vocabolario e proprietà di linguaggio ipertrofici. Ha doti innate da showman,
non sbaglia mai, non si ferma un attimo, è una macchina da combattimento e non
so davvero dove trovi l’energia di reggere un programma così scoppiettante magistralmente,
non essendo mai sottotono e non mostrando un segno di stanchezza. È davvero un
mistero per me! Fuori è un gran signore, saluta sempre tutti, è gentilissimo
indipendentemente da chi si trovi difronte e scherza con tutti anche con
“un’ultima ruota del carro” come me, ha sempre la battuta pronta per tirare su
l’umore e sfotte tutti proprio come fa davanti alla telecamera. Luca è un
grande, gli voglio molto bene ed ho più confidenza perché la sua bravissima
assistente personale e truccatrice è stata anche la mia truccatrice, quindi
abbiamo avuto modo di conoscerci meglio. È una persona spassosissima e davvero
pura. Oltre ad apprezzare le sue doti musicali e la sua comicità innata, ho
scoperto che ha una conoscenza sconfinata in tanti campi e una spiritualità
notevole che gli ammiro molto. Un plauso va sicuramente anche ai loro autori
Marco Salvati e Sergio Rubino che sono davvero dei maghi e dei fenomeni,
riescono ad architettare e coordinare tutto da dietro le quinte. Da loro ho
cercato di carpire il più possibile e ho ancora molto da imparare».
Sena come descriveresti questo mini
mondo di “Avanti un altro”?
R:«Il mini mondo è una trovata geniale degli autori, un’accozzaglia di
furore dionisiaco e di personaggi assurdi, davvero unici nel loro genere. Grazie
alla SDL e a chi ci lavora, spuntano sempre volti nuovi, uno più esilarante
dell’altro».
Quale il momento che più ti diverte di
questo programma?
R:«Quest’anno ho trovato super divertenti i nuovi filoni di Luca, cioè
Luketta reginetta e Lo sponsor della “Vattelapiantercuneo.it”, ridevo
moltissimo anche grazie alle sigle scritte dal maestro Laurenti. Anche i siparietti
di Stefano Jurgens sono sempre davvero esilaranti, ha una comicità unica».
Da sempre quale è stato il tuo rapporto
con il mondo della televisione?
R:«Da piccola eravamo fidanzati io e la tivù, facevo già una vita da
anziana e adoravo guardare un sacco di programmi nazionalpopolari, in
particolare, anche se ero solo una pargola, con la mia prozia guardavo sempre
programmi da vecchia tipo “Ok il prezzo è giusto” e da casa urlavamo “Cento,
cento, cento”. Adoravo “Sarabanda” ai tempi dei supercampioni e anche
“Beautiful” proprio come le allegre comari. Come programmi serali, invece,
neanche a farci apposta, non aspettavo altro che vedere i grandissimi Paolo e
Luca in “Ciao Darwin” o “Chi ha incastrato Peter Pan”, era quasi un rito. Poi
la tivù l’ho mollata praticamente, ci siamo separati più o meno
consensualmente, quando mi sono trasferita a Pavia per l’Università perché ho
superato un concorso per un Collegio di merito, il Collegio Ghislieri, un posto
che è una seconda casa per me, lì non avevamo la tivù in camera ma una sala
video con un proiettore dove ci si riuniva per vedere film o programmi di
politica o lo sport. Le serate le passavo più che altro a studiare, oppure a chiacchierare
coi miei compagni organizzando incontri di attualità e politica in cui ci
scambiavamo idee o conferenze. Nonostante questo, prima di andare a letto, non
mi addormento se non guardo in streaming un po’ di tivù. La separazione con la
tivù è durata giusto il tempo dell’Università, non ho saputo resistere alla
tentazione e al richiamo e nell’estate del 2017, sotto tesi, ho trascinato due
miei compagni ad un provino per Reazione a Catena».
Cosa ti affascina di essa?
R:«Non so bene cosa mi affascini di questo mondo, ma in qualche modo
c’è come una forza magnetica che mi attrae ad esso. Adoro stare in studio e
sentire la carica di quando si accendono i riflettori, mi pare di essere nel
posto giusto o almeno quello in cui voglio essere in quel momento, una
sensazione che altrimenti non mi capita praticamente mai nella vita».
Era il 2017, anno della tua
partecipazione al programma “Reazione a catena”, cosa ci puoi raccontare di
questa esperienza?
R:«È stata una delle esperienze più belle e emozionanti della mia vita
(ho una vita abbastanza triste e monotona). Era estate e stavo per laurearmi,
mi mancava un esame molto tosto (procedura penale) e stavo per partire per il
Kenya per un’esperienza di volontariato e di ricerca per la tesi, forse
spaventata dai tanti cambiamenti e stanca di passare l’ennesima estate sui
libri, mi è capitato sott’occhio un articolo sul programma e mi sono ricordata
di quanto mi piacesse il suo funzionamento, il meccanismo di associazioni di
idee e così ho coinvolto due miei compagni di università che erano
completamente sotto con lo studio, come me. Ci siamo presi un momento di svago,
siamo andati a fare il provino avendo provato solo un paio d’ore e lì c’è stato
l’incontro con l’autore Christian Monaco che ci ha subito chiesto di partire il
giorno dopo per Napoli alla volta delle registrazioni. È stato divertentissimo,
mi sentivo proprio nel mio mondo, durante le puntate ero carica e inaspettatamente
spigliata, anche se facevo un sacco di gaffe divertenti (forse divertenti per
gli altri, per me erano abbastanza imbarazzanti). Siamo stati campioni per un
paio di settimane, quando siamo stati eliminati mi sono accorta di esserci
rimasta male, non per il gioco in sé, ma perché avevo trovato un mondo che mi
sapeva di magico e dovevo lasciarlo. In qualche modo, infatti, sono riuscita a
tornarci, grazie all’opportunità che mi ha dato Christian, e mi sento molto
fortunata».
In futuro cosa deciderai di fare dei
tuoi studi in giurisprudenza?
R:«Mi piace dire che mi sono laureata in giurisprudenza ed ora non a
caso faccio “la giudice” in tivù! Questa domanda finale che mi riporta alle mie
responsabilità non ci voleva proprio. Quando mi chiedono come faccia a
conciliare gli studi di diritto, la musica e il lavoro in tivù rispondo che
sono bipolare: la verità è che è difficile portare avanti tutto ma non mi sento
ancora pronta a fare una scelta. Sono riuscita a finire il mio tirocinio
abilitante per l’esame da avvocato e per il concorso in magistratura, per ora a
dicembre 2019 ho sostenuto l’esame di abilitazione da avvocato e sono in attesa
dei risultati, l’ho fatto se non altro per chiudere un percorso ed avere un
titolo, dopo tanti anni passati sui libri, anche se lavorare al programma e studiare
per l’esame è stata un’impresa ardua e ho dovuto azzerare la mia vita sociale,
già precaria. Non escludo di riprendere in futuro i miei studi o di metterli a
frutto in qualche modo, ma finché sono ancora abbastanza giovane mi piacerebbe
finalmente provare a darmi un’opportunità e dedicarmi a tempo pieno e con
un’attitudine più seria alle mie passioni: la tivù, la scrittura e la musica.
Se non altro credo di dovermelo».