Header Ads

La Voce Grossa di…Veronica Lepri(intervista):«”Ciao Darwin”? È un po' lo specchio della nostra società in chiave estrema e ironica»


Nicola Ricchitelli – La voce che si racconta in questa intervista è stata per anni una delle prime ballerine del corpo di ballo del noto programma televisivo condotto da Paolo Bonolis e Luca Laurenti, stiamo parlando di “Ciao Darwin”:«…è un programma che ha sempre fatto discutere e ha creato scompiglio. Ciao Darwin è un po' lo specchio della nostra società in chiave estrema e ironica. Tratta tematiche importanti in maniera leggera e scanzonata. È un programma a cui ti affezioni perché è tremendamente reale, la gente è vera e la verità finisce sempre per attirare».

È stata protagonista indiscussa dell’ultima edizione anche se sotto altra veste: «… quest'anno il mio ruolo è stato differente, sono stata assistente alle coreografie e ho avuto molte responsabilità proprio a livello gestionale. È stato bello curare ogni dettaglio, entrare ancora più nel vivo di questo viaggio, ho imparato molto da ogni singolo professionista che ha preso parte al progetto. Questa esperienza nuova ha delineato e chiarito ancora di più dove vorrei che andasse e proseguisse la mia carriera».

Sulle pagine de La Voce Grossa la voce di Veronica Lepri.

Veronica benvenuta sulle pagine del nostro giornale, come stai?
R: «Molto bene grazie e soprattutto vi ringrazio per questo invito».

Si è appena conclusa l’ennesima edizione di successo di “Ciao Darwin”, innanzitutto che sapore ha avuto per te questa edizione?
R:« Questa edizione è stata un po' diversa dalle precedenti. È cambiato il mio ruolo ma il sentimento è rimasto invariato. Darwin è un team di persone incredibili, siamo ingranaggi di una macchina già perfetta. Quest'anno il mio ruolo è stato differente, sono stata assistente alle coreografie e ho avuto molte responsabilità proprio a livello gestionale. È stato bello curare ogni dettaglio, entrare ancora più nel vivo di questo viaggio, ho imparato molto da ogni singolo professionista che ha preso parte al progetto. Questa esperienza nuova ha delineato e chiarito ancora di più dove vorrei che andasse e proseguisse la mia carriera».


Delle tante edizioni vissute quale quella che ti porti maggiormente dentro?
R: «Domanda complessa…Darwin è un viaggio meraviglioso e ogni edizione ha la sua unicità. Le ultime due sono state per me le più importanti perché hanno caratterizzato la mia crescita personale».

Passare dalla pista a divenire coreografa, cosa ha significato per te?
R: «Inizialmente è stato destabilizzante, interfacciarsi con tante persone, accordarsi tra reparti, curare le coreografie, organizzare le prove per far quadrare il tutto...mi preoccupava. È bastato poco tempo e senza nemmeno rendermene conto le cose sono andate lisce, questo perché ogni reparto è curato con estrema professionalità. Tra tutti noi c'è stima e profondo rispetto, c'è comprensione e accoglienza. Tutto questo mi ha aiutata a svolgere il mio compito al meglio. Ultima cosa ma non ultima per importanza, cambiare ruolo mi ha permesso di essere creativa ed è stato molto gratificante».

Quali sono le responsabilità di una coreografa?
R: «Le responsabilità sono infinite, le mie da assistente sono state diverse…Iniziando dalla cura delle coreografie, dei dettagli, della scenografia, del sincronismo tra danzatori, dai tagli musicali, dalla scelta dei costumi e soprattutto dalle esigenze della regia. È un lavoro che ne racchiude altri dentro sé».


“Ciao Darwin” cosa ha rappresentato negli anni per la televisione italiana?
R: «Ciao Darwin è un programma che ha sempre fatto discutere e ha creato scompiglio. Ciao Darwin è un po' lo specchio della nostra società in chiave estrema e ironica. Tratta tematiche importanti in maniera leggera e scanzonata. È un programma a cui ti affezioni perché è tremendamente reale, la gente è vera e la verità finisce sempre per attirare. Ciao Darwin è ognuno di noi, da voce alle minoranze e lo fa in modo folcloristico con una comicità alla portata di tutti. È criticato per questi motivi, d'altronde ridere dei propri limiti non è cosa semplice per molte persone. Infine è l'unico programma che da realmente importanza al balletto…non succede dagli anni 80!».

Che significa per te esibirti dinanzi ad una telecamera?
R: «Inizio con la risposta più semplice...mi piace! Sono un'artista sono un po' egocentrica e le attenzioni mi piacciono. Nonostante balli da tempo, quello che provo è sempre bello e autentico. Sono una persona a cui piace sedurre, la camera diventa il mezzo per suscitare interesse negli occhi di chi guarda. L'atmosfera in studio è bellissima, le luci soffuse, il regista che comunica i secondi che ci separano dall'inizio, la gente che ti sostiene e i compagni con cui scambi l'energia…è una sensazione incredibile».

Perché ad un certo punto della tua vita ti avvicini alla danza?
R: «Mi sono avvicinata da bambina, mamma e papà ci tenevano che avessi un obiettivo, una passione in cui potermi rifugiare una volta cresciuta. Proseguire è stata una scelta mia perché questa disciplina mi ha fatta innamorare ed è tutt'ora l'amore più longevo della mia vita. È cominciata per gioco e ora è il gioco più serio della mia vita».

Cos’è per te la danza?
R: «La danza è un rifugio, è la massima espressione di quello che sono, è il mio mezzo per gridare le emozioni. La danza è la penna con cui il mio corpo scrive la sua poesia».

Come speri evolva la tua carriera?
R:« Spero di coreografare, di dare sfogo alle mie folli idee, di costruire progetti miei e di portare un po' di ciò che sono in giro trasmettendolo a giovani sognatori come me».

Quali progetti bollono in pentola per il prossimo futuro?
R:« Come per ogni artista il futuro è sempre un'incognita… Forse è proprio questo che mi affascina, fa parte del lavoro anche la ricerca e il continuo studiare. Per ora non ho molte novità, c'è qualcosa che inizia a bollire ma non posso svelare nulla. Per adesso continuo a fare stage in giro e a sognare quel che sarà».

Nessun commento

Powered by Blogger.