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Voci di corsia, Magdalena:«Triste pensare che soltanto adesso ci si è accorti di noi...»

Questa voce non arriva direttamente dalla corsia, ma indossa ugualmente un camice, questa è la voce di Magdalena, lei è un infermiera domiciliare, e dalla sua Senise - provincia di Potenza - ha voluto raccontarci la sua esperienza: 

«Oggi non vi posterò un piatto di pasta, o un secondo o meglio ancora un dolcetto.... Oggi vi posto questa immagine.... Eccomi in tutto il mio splendore :) in camice, visiera,copricapo, mascherina e tanta paura ma allo stesso tempo un pizzico di coraggio e tanta dedizione per ciò che è la mia professione. Oggi ho deciso di parlarvi del mio lavoro. Come molti di voi sapranno, sono un'Infermiera. 

Quella categoria professionale, che molti hanno cominciato a conoscere ed apprezzare proprio in questo brutto periodo. È davvero triste pensare che soltanto adesso, ci si è accorti di noi e della nostra importanza,e a dirla tutta direi che questo discorso è abbastanza relativo, basta pensare, che leggo di colleghi additati come "untori", dai loro vicini di casa o magari schivati in coda al supermercato. Diciamo che nonostante tutto, purtroppo ci sono ancora sentimenti contrastanti verso la categoria. Veniamo a me. Dunque, non sono un'infermiera di corsia, bensì "domiciliare", o anche "infermiera di famiglia". È un lavoro molto delicato, il mio, poiché mi prendo carico non solo del paziente stesso, ma anche della propria famiglia, intesa come nucleo familiare, ed in particolare, sono responsabile delle cure domiciliari, vale a dire dell’insieme di tutti quei trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi al fine di stabilizzare il quadro clinico e rendere migliore la qualità di vita del paziente stesso, ovviamente in piena collaborazione medica. 

In questo momento, il nostro lavoro è estremamente delicato, poiché purtroppo non conosciamo a pieno chi abbiamo davanti o chi incontriamo,durante le ore lavorative. Per cui diventa estremamente importante per noi, per i nostri pazienti e le loro famiglie e per le nostre famiglie, ma in generale per la comunità tutta, considerare tutti come positivi e lo stesso discorso vale per noi operatori, ovvero considerarci come potenziali positivi. Credo sia molto importante questo concetto, in quanto proprio noi, infermieri domiciliari, potremmo essere dei possibili vettori e ciò comporterebbe una catena del contagio non indifferente. 

Lavorare in domiciliare ai tempi del Covid-19, è difficile, delicato e pericoloso per certi versi. Non sai mai se hai disinfettato bene le mani per esempio. Ecco vedete io ho allestito nella mia auto un, diciamo box, dove ho messo disinfettante, guanti, camici, mascherine, cestito per rifiuti ben riparato in modo da non contaminare l auto, insomma ho ricreato una sorta di "camera" dove mi vesto per entrare in casa del paziente e dove una volta ritornata in auto cerco ancora una volta di disinfettarmi per avere magari una certezza in più di essere, insomma pulita e pronta ad entrare in un altro domicilio. 

Capite bene che diventa quindi estremamente importante che tutti, noi e voi rispettiate le regole ed il buonsenso per il bene della collettività. Noi, professionisti della salute, ogni mattina ci carichiamo di coraggio, tanto, e cerchiamo di adempiere alla meglio al nostro dovere, mettendo in atto, tutta la premura e l attenzione possibile per evitare possibili contagi, ed allo stesso tempo, proprio in questo momento estremamente delicato, maggiore scrupolosità verso i nostri pazienti, In cambio, chiediamo che voi cerchiate di fare ciò che vi viene chiesto da tutti noi: Fare attenzione, osservare le norme igieniche e comportamentali descritte in ogni dove e vedrete che presto, insieme ne verremo fuori. Un grazie di cuore❤ ed un abbraccio virtuale a tutti i colleghi stremati, nelle corsie, a quelli purtroppo colpiti da Covid-19 e alle famiglie di chi invece non c'è più». 
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