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La Voce Grossa di…Zio Paolo(intervista):«Il mio tifo è per la non violenza…per me tifare significa stare in uno stadio per gioco e non per lotta»

Credits: Ruggiero Di Benedetto 


Nicola Ricchitelli – Tra i cori che partivano dalla curva e lo stadio che esplodeva ogni volta che si gonfiava la rete, tra i tanti che in questa stagione calcistica hanno popolato gli spalti del nuovo “C.Puttilli” qui a Barletta, vi è stata una presenza che vuoi per la sua posizione, inizialmente è passata inosservata: «mi ci si vede in gradinata, alla quasi Curva Sud… mi piace il fatto di vedere la partita sulla linea del calcio d’angolo, mi permette di vedere i movimenti dei calciatori, e vedere almeno per un tempo il momento in cui si gonfia la rete. Poi è anche una questione di spazi, amo ballare, saltare e chi più ne ha, più ne metta, altrove diciamo sarebbe impossibile…».

Poi su di lui si sono in qualche modo posati gli obiettivi delle fotocamere, foto e video hanno acceso in qualche modo i riflettori e raccontato il suo modo originale di tifare:«…per me tifare significa dimostrare il mio amore per questa città, per questi colori, per la nostra gente», il tifo biancorosso che ad ogni partita casalinga del Barletta calcio, dallo stadio “C.Puttilli” si fa sentire in tutta la città ha anche il suo volto, per tutto è Zio Paolo, e lo ringraziamo quest’oggi per aver accettato di rispondere alle nostre domande.


Zio Paolo innanzitutto ti dò il benvenuto sulle pagine del nostro giornale, come stai?
R:«Molto bene, grazie a voi per questa chiacchierata».

Chi è innanzitutto Zio Paolo?
R:«Caro Nicola questa è una domanda che in sé ne racchiude tante altre, nel momento che rispondessi a questa domanda credo che ne verrebbe fuori un libro, del resto va di moda scrivere libri sulla propria vita…Zio Paolo è semplicemente un artigiano in pensione per sopraggiunti limiti di età…».

Parto da una piccola curiosità tutta mia...come mai ti ci si trova spesso ai margini della gradinata?
R:«Più che in gradinata sono alla quasi Curva Sud, molti malignano sul fatto che sia per visibilità, ma mi piace il fatto di vedere la partita sulla linea del calcio d’angolo, mi permette di vedere i movimenti dei calciatori, e vedere almeno per un tempo il momento in cui si gonfia la rete. Poi è anche una questione di spazi, amo ballare, saltare e chi più ne ha, più ne metta, altrove diciamo sarebbe impossibile…».

Qual è il tuo rapporto con il calcio?
R:«Il calcio da sempre ha fatto parte della mia vita, posso dire di essere nato con un pallone tra i piedi, i miei erano i tempi delle partite per strada, i tempi in cui lanciavi la sfida a squadre di altri quartieri della nostra città…In quelle partite tante volte mi ritrovavo contro un portiere di nome Pietro Mennea, il grande Pietro Mennea – era mio vicino di casa - gli ho fatto goal diverse volte, tra l’altro ci siamo ritrovati alle superiori tra i corridoi della ragioneria ☺».

Dove ti ha portato nella tua vita quel pallone?
R:«Dopo la trafila nel calcio giovanile, vestii la maglia dell’Audace Barletta del grande Peppino Manzi, finito quel periodo non ho mai smesso di avere un pallone tra i piedi. Ho giocato sempre, nei campetti di periferia - fino a qualche anno esistevano solo quelli – fino ad arrivare alle moderne strutture di oggi. Ancora oggi scendo in campo, non ho mai appeso le scarpe al chiodo e non so se mai arriverà mai quel giorno…Ho segnato fino ad oggi 5964 goal e voglio continuare a segnarne ancora tanti altri».

Perché per tutti sei Zio Paolo?
R:«Mi chiamano Zio Paolo perché sono lo zio di tutti, iniziarono a chiamarmi così dai tempi di Foggiamare, ci andavo in vacanza, ero l’allenatore dei bambini e organizzavo tornei per piccoli ma anche per grandi».

Soprattutto qual è il tuo rapporto con i colori biancorossi?
R:«Il mio amore per questi colori è stato un qualcosa di naturale o una naturale conseguenza che dir si voglia, tornare al “C.Puttilli” dopo tanti anni è stato quel qualcosa che non si riesce a descrivere, lì dentro ho vissuto la serie B, e spero di riviverla nel giro di qualche anno…».

Che vuol dire per te tifare?
R:«Significa dimostrare il mio amore per questa città, per questi colori, per la nostra gente».

Quale il tuo messaggio che ogni domenica cerchi di comunicare?
R:«Cerco di comunicare l’attaccamento a questi colori, amare questi colori significa amare la nostra città, questi colori ci rappresentano, questi colori siamo noi…spero che quanti più barlettani amino la squadra della propria città, aldilà della categoria…in campo non scende solo il Barletta Calcio…in campo scende la città di Barletta…in quella maglia si identificano in tanti…il mio tifo è per la non violenza, il mio tifo significa stare in uno stadio per gioco e non per lotta, quella maglia è la maglia di tutti i barlettani».

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