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La Voce Grossa di…Stefania Pezzopane(intervista):«La politica per me è la cura delle persone e del bene pubblico»



Nicola Ricchitelli – La voce di quest’oggi è la voce di una vita fatta di coraggio e che del coraggio ne ha fatto una questione di vita.

Una vita in politica e al servizio di essa: «…al liceo facevo politica perché volevo fare la rivoluzione, cambiare il mondo, eliminare le ingiustizie e le diseguaglianze. Poi ho capito che era difficile assai cambiare il mondo ed ho dedicato la mia vita comunque al bene pubblico ed alle persone».

Nella sua lunghissima carriera politica è stata presidente della Provincia de L’Aquila per poi dividersi per quasi un decennio tra Palazzo Madama – dove dal 2013 al 2018 ha seduto come senatrice tra gli scranni del Partito Democratico – e quindi palazzo Montecitorio dove dal 2018 al 2022 ha ricoperto il ruolo di deputata sotto la stessa insegna.

Onorati accogliamo sulle pagine del nostro giornale la voce dell’onorevole Stefania Pezzopane.

Onorevole Pezzopane, benvenuta sulle pagine del nostro giornale, come sta innanzitutto?
R: «Bene, molto indaffarata ed in attesa della primavera. A L’Aquila è freddo e non vedo l’ora che finisca l’inverno. In Abruzzo ci sono le elezioni regionali e poi le Europee, un momento complesso dal punto di vista politico».

Onorevole, chi è oggi Stefania Pezzopane?
R: «Sono sempre io, mai stata camaleonte. Aver svolto il ruolo di parlamentare mi ha dato tante opportunità di fare cose utili per il paese e per la mia terra distrutta dal terremoto nel 2009. Ma non mi ha cambiata, non ho mai fatto parte dell’ambiente radical chic, sono e rimangono Stefania. Con gli anni che scorrono, e che ti arricchiscono».

Stefania Pezzopane è innanzitutto una donna impegnata in politica, cosa rappresenta e che peso ha avuto nella sua vita?
R: «Ho iniziato giovanissima, al ginnasio, nei movimenti femministi. Poi mi sono iscritta alla FGCI, l’organizzazione dei giovani del PCI. Poi il giorno che è morto Enrico Berlinguer decisi di fare anche la tessera del PCI. Ho sempre unito l’impegno politico allo studio (liceo classico e poi Scienze Politiche) e poi al lavoro. Non immaginavo minimamente che sarei diventata quello che sono. Finché mi fu chiesto di candidarmi in consiglio comunale fui eletta e da allora ho iniziato la mia esperienza nelle istituzioni dove sono stata consigliere e assessore regionale, Presidente della Provincia, assessore comunale, senatrice, deputata ed ora di nuovo consigliere comunale. E tutto mentre cercavo di vivere la mia vita e le mie passioni. Mentre ero assessore regionale, è nata mia figlia, mai una pausa. Nemmeno allora. Impegno permanente. Poi con il terremoto del 6 aprile 2009 è cambiato tutto, l’impegno per anni è stato totalizzante, h24».


Cosa significa per lei far politica?
R: «Al liceo facevo politica perché volevo fare la rivoluzione, cambiare il mondo, eliminare le ingiustizie e le diseguaglianze. Poi ho capito che era difficile assai cambiare il mondo ed ho dedicato la mia vita comunque al bene pubblico ed alle persone. Mi sono occupata di tante cose cercando sempre il risultato concreto, misurabile in benessere della comunità. La politica per me è la cura delle persone e del bene pubblico per migliorarne le condizioni individuali e di comunità. Va oltre la più semplice etimologia della parola, ma alla polis riconduco il significato profondo della politica».

Come vede la politica oggi?
R: «La politica è in una crisi enorme, morale e di obiettivi. Troppo spesso il bene pubblico è oscurato dagli interessi di parte e personalismi. Le lobbies economiche sono sempre più influenti e vince l’opportunismo. Leaders politici che fanno campagna elettorale assicurando di fare determinate cose, poi vincono ed al governo fanno esattamente l’opposto. La Meloni ha vinto le elezioni, se andiamo a rileggere quello che diceva in tv, sui social e nei comizi e lo paragoniamo a quello che sta facendo ora, ci rendiamo conto di cosa è diventata oggi la politica. Andrebbe aperto anche il capitolo “social”, che induce spesso alla ricerca del facile consenso. I leaders prima duravano decenni, oggi una media di due anni e mezzo, salgono nei consensi per crollare dopo un po’».

Quanto la sua storia con Simone Coccia ha potuto mettere in secondo piano il suo impegno politico?
R: «Volutamente, anche grazie al fuoco amico, è partita subito una campagna per delegittimarmi come personalità politica. Sono stata costretta a difendermi, a fare anche sulla mia storia, una azione di libertà e contro i pregiudizi. Con Simone, ho lavorato ancora di più, sono sempre stata instancabile, lo sono diventata ancora di più. Non mi fermavo mai perché purtroppo tentavano di oscurare il mio lavoro e di farmi passare per altro. Sono una combattente in politica e per la libertà della mia vita privata».


Come nasce la sua storia con Simone?
R: «Per caso, un incontro tra due persone che non si conoscevano pur vivendo a poche centinaia di metri l’uno dall’altra. Ci siamo stati subito simpatici, poi ci siamo piaciuti e poi ci siamo innamorati. Come accade a tutte le coppie. Sapevamo di essere diversi per età, ambiente sociale, ruoli. Ma a noi va bene così, perché gli altri devono infilarsi nella nostra vita? Mai e poi mai immaginavamo che queste differenze producessero tanta cattiveria, veleni, pregiudizi. Abbiamo subito minacce, insulti, ci siamo dovuti difendere anche denunciando gli autori delle peggiori incursioni nella nostra vita».

Quali i punti di forza e di debolezza della vostra relazione?
R: «Siamo insieme da quasi 10 anni, ci vogliamo bene, ci amiamo. Ad aprile ci siamo lasciati per un po’ di mesi, sentivamo la fatica di questo continuo combattimento. Ma poi ci siamo ritrovati. Tutto ciò che siamo può essere forza e debolezza insieme. Come in tutte le storie tra due persone che stanno insieme».

Perché la vostra storia è stata così chiacchierata?
R: «Perché io sono una donna in politica, soprattutto per questo. Anzi sono una “politica”, mi occupavo di cose delicate, dovevo essere attaccata e quindi tutto diventava gossip. Per chi mi voleva colpire e non trovava argomenti sul mio lavoro, era una occasione di esprimere il massimo della malvagità. Se fossi stata una insegnante o una cameriera, nessuno si sarebbe interessato della storia tra me e Simone».

Oggi con occhi vedi il futuro della vostra storia?
R: «Con gli stessi occhi di sempre, è una storia importante, ha avuto un momento di difficoltà. Abbiamo creduto fosse meglio riprenderci per intero le nostre vite. Ma dopo qualche mese ci siamo cercati e ritrovati».

Vi sarà una Stefania Pezzopane oltre la politica e il gossip? Tradotto in soldoni, ti piacerebbe vederti nella tv attuale in altri progetti?
R: «Non ci ho mai pensato, ma ora che mi fai questa domanda, ti rispondo, perché no? Mi occupo di tante cose e tempo fa avevo una rubrica seguitissima su una tv privata. Dove parlavo di fatti di cronaca, di vicende umane, di donne soprattutto, senza politica, solo umanità».

Cosa c’è nel futuro di Stefania Pezzopane?
R: «La mia famiglia, mia figlia, Simone, le donne a cui dare più potere, il mondo da cambiare, la mia città da ricostruire, l’interesse indomabile a migliorare la vita delle persone».

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