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La Voce Grossa di…Lorenzo Amoruso(intervista):«Per un calciatore italiano è sempre difficile imporsi in campionati esteri»


Piero Chimenti – La voce di quest’oggi è una voce figlia di Bari, è una voce figlia della Puglia ma soprattutto è la voce di un calcio che ancora oggi guardiamo con nostalgia.

Con la maglia biancorossa del Bari esordì nella stagione 1988/89 in serie B, poi il debutto in A contro l’Inter nell’ottobre del 1989, con la maglia de “I Galetti” giocherà fino al 1991 – con cui vincerà la storica “Mitropa Cup” - seguirono un paio d’anni di prestiti con le maglie di Mantova e Vis Pesaro e quindi il ritorno al San Nicola nella stagione 1993/94 in B e la successiva in A entrambe da titolare.

Arriva il grande salto, lo acquista la Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori nell’estate del 1995, era la Fiorentina di Batistuta e Rui Costa, vincerà una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana contro il Milan.

Quella italiana sarà quasi una parentesi per la sua carriera, perché è in Scozia che scriverà la storia, lo acquisteranno i Rangers, vincerà tutto quello che si può vincere a livello nazionale tra il 1997 e il 2003 ma soprattutto fu il primo capitano cattolico di una squadra avente tifoseria protestante.

Sulle pagine de La Voce Grossa ecco Lorenzo Amoruso.


Sei stato capitano dei Rangers, secondo te come mai, molti italiani faticano ad imporsi come lontano dai confini italici, come Gattuso e Grosso in panchina o Zaniolo nell'Aston Villa?
R:«Non è facile stare all'estero, nel senso che siamo noi gli stranieri. In Italia siamo un pò più “amiconi” abbiamo un modo di trattare gli stranieri diversamente, diamo un pò più di possibilità e poi siamo latini e quindi c'è un po' più calore nel trattare gli stranieri. All'estero questo non avviene. Abbiamo un concetto diverso del lavoro, la preparazione della partita, il cibo, quindi diventa complicato trovare la via di mezzo. Sono pochi quelli che riescono, soprattutto è gente che ha fatto tante esperienze come Carlo Ancelotti che ha trovato all'estero dei modi di relazionarsi con stampa e calciatori che funzionano alla grande. A volte c'è poi da capire la lingua perché per quanto si possa avere l'interprete è difficile, se non si è padroni della lingua, trasferire certe situazioni. Quando vuoi fare un ragionamento motivazionale ai calciatori, l'enfasi, il tono di voce se non lo percepiscono diventa davvero difficile».

Nelle ultime settimane c'è stato un terremoto sportivo in casa Bari dopo le dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis ed il terzo allenatore al San Nicola. Come vedi il futuro dei galletti?
R:«Le dichiarazioni sono spesso e volentieri delle frasi di circostanza. Sicuramente il periodo non era bello, considerando che lo scorso anno il Bari aveva perso la promozione all'ultimo istante, quest'anno c'è stata tanta delusione nella campagna acquisti perché ci si aspettava delle certezze ed invece tanti giocatori sono stati ceduti perché la squadra non è paragonabile a quella dell'anno scorso e neanche alle prime quattro in classifica, faccio riferimento a Parma, Como, Venezia e Cremonese. Il Bari non ha questa squadra. Ora è arrivato Beppe Iachini che sta facendo un ottimo lavoro ed è partito molto bene, conosce molto bene quella categoria perché se non erro ha vinto 4 campionati di B, se non ricordo male, però è chiaro che non è facile perché sei a 2-3 punti dalla zona playoff però sai che non puoi sbagliare nulla. Le prime due sono già andate quindi devi farti trovare alla grande, mantenere questa condizione di vittorie, di risultati fino alla fine e poi sperare nell'impresa importante così com'è successo lo scorso anno al Cagliari».


L'IFAB il 3 marzo ha discusso del cartellino blu. Come vedi questa riforma? Sarà utile al calcio?
Può essere una cosa importante, però bisognerà poi capire quali sono i parametri per farti espellere a tempo, perché sono straconvinto che usciranno delle problematiche per indicarne il limite. Credo che nel regolamento che verrà stilato per queste situazioni ci dovrà essere molta chiarezza, se non dovrà essere una cosa soggettiva. Dovrà essere una cosa molto oggettiva altrimenti si rischia di finire in un problema ancora più grosso. Sono comunque favorevole perché ci sono delle situazioni in cui l'espulsione è a volte esagerata ed in quel caso il cartellino blu può essere l'ideale. In Premier League dovrebbe essere fatta la prova e quindi auguriamoci che possa funzionare. Sono positivo».

Roma-Brighton, Milan-Slavia Praga, Sporting-Atalanta e Fiorentina sono attese dagli ottavi di Europa e Conference League. Un bilancio a caldo di questi sorteggi...
R:«Vedo tutte le italiane più forti. Il Brighton con De Zerbi gioca bene, ma a livello qualitativo la Roma è superiore. Lo Sporting Lisbona può essere un cliente tecnicamente importante perché comunque hanno una buona squadra, però l'Atalanta se gioca come sa è più forte non c'è paragone. Per l'intensità e per la forza l'Atalanta può battere chiunque. È stato un buon sorteggio e sarebbe una bella cosa se parlando di Champions League le partite di Inter, Lazio e Napoli finissero bene perché vorrebbe dire acquisire tanti punti importanti per il racking».

A giugno ci sarà Euro2024. In che condizioni si presenterà l'Italia di Spalletti in Germania?
R:«Secondo me sarà un mix di gente già avviata in Nazionale con Spalletti che porterà anche qualche giovane, un po' di novità. Mi aspetto lo zoccolo duro di chi ha fatto bene con la maglia azzurra. Ci sono tanti giovani che stanno facendo bene in questo periodo e lo stiamo vedendo. Non so cosa l'Italia riuscirà a fare ma sono convinto che Spalletti metterà tanto di suo, tanta voglia e la brillantezza nel gruppo necessaria per affrontare questa competizione perché non sempre il più forte quello che vince, non è vero, in queste competizioni ravvicinate hai bisogno di avere il gruppo che si cementi, si aiuti che sappia dove sono i propri limiti ed i propri pregi e difetti. Mi aspetto una squadra che possa lottare dall'inizio alla fine. È questo l'augurio che posso fare a Spalletti ed alla Nazionale».

Ciao a tutti è stato un piacere parlare con voi e come dico sempre io, alziamo la voce perché alzare la voce a volte serve.

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