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La Voce Grossa di…Luca Corrini(intervista): «Il mestiere di cameriere? Se noi non ci fossimo voi dove andreste a mangiare?»


Nicola Ricchitelli – Fare il mestiere di cameriere è un po' come fare il prete, ci devi avere innanzitutto la vocazione, in tanti lo fanno per bisogno e pochi per passione: «…oggi giorno il mestiere del cameriere è visto come un'alternativa a chi non riesce a trovare altro e forse è anche giusto così perché se ci riflettete sopra: il lavoro del CAMERIERE è un lavoro che non morirà mai, e se sai come farlo avrai sempre un piatto a tavola».

Turni massacranti, c’è chi inizia all’alba e finisce al tramonto e chi inizia al tramonto e si corica nel mentre vede il sole sorgere: «…una volta talmente sono andato a letto tardi che mi sono incontrato da solo quando uscivo per andare al lavoro».

Lo seguivamo da qualche mese a dire il vero, li su Tik Tok, i suoi sketch da sempre ci strappano un sorriso, sappiamo che significa quel lavoro, i suoi sketch seppur divertenti raccontano un mondo, chi lo fa vedendoli ha quella sensazione di non essere il solo a vivere certe situazioni lì tra tavoli e clienti, e chi non lo fa magari ci riflette su, magari così spero…ha 35 anni, è marito e padre ma soprattutto è un cameriere, è di Catanzaro ma vive a Napoli. I suoi video hanno superato il milione di visualizzazioni, ma aldilà dei numeri i suoi video hanno dei contenuti, sulle pagine del nostro giornale quest’oggi la voce di Luca Corrini.


Luca benvenuto sulle pagine del nostro giornale, come stai?
R: «Alla grande! Anche perché è la mia prima intervista e le cose nuove mi rendono pimpante».

Innanzitutto chi è Luca Corrini nella vita reale?
R: «Marito di una moglie che amo tanto e papà di due bellissime bimbe».

Ad una certa hai trovato il modo di ironizzare sul mestiere del cameriere, qual è il suo lato comico?
R: «Il lato comico è tutto ciò che succede ogni volta che indosso camicia e cravatta. Certo, quando si tratta di lavorare seriamente ci si rimbocca le maniche, ma quando c’è da divertirsi so come farlo e cerco sempre di coinvolgere tutti i miei collaboratori, sono del pensiero che per tenere vivo un gruppo ci deve essere sempre un personaggio solare. E poi mi ritengo molto fortunato perché da noi succede sempre qualcosa di divertente (ride)».

Il suo lato più drammatico a voler estremizzare il concetto?
R: «Il lato più drammatico è sicuramente quello di andare a letto tardi, pensate che una volta talmente sono andato a letto tardi che mi sono incontrato da solo quando uscivo per andare al lavoro».

Luca che significa essere un cameriere?
R: «Essere un cameriere per me significa far star bene le persone che cercano tranquillità mentale in quei pochi minuti di pranzo o di cena. Vedete, mangiare fuori è un relax totale, aprire quel menù e scegliere cosa mangiare ti porta tranquillità e serenità e quindi nel mio piccolo cerco di completare il tutto nel migliore dei modi anche strappando un sorriso».

Ad oggi essere un cameriere è più una vocazione o perché a molti non resta che fare quello?
R: «Oggi giorno il mestiere del cameriere è visto come un'alternativa a chi non riesce a trovare altro e forse è anche giusto così perché se ci riflettete sopra: il lavoro del CAMERIERE è un lavoro che non morirà mai, e se sai come farlo avrai sempre un piatto a tavola».

Con che occhi vede la gente ancora oggi la figura di cameriere?
R: «Ci sono persone che apprezzano il lavoro del cameriere e molti di questi lasciano anche una mancia profumata e poi ci sono altre persone che sottovalutano il mestiere, forse non hanno mai visto una busta paga di un cameriere!».

Con che occhi in realtà dovrebbe vederla?
R: «Dovrebbero vedere questa figura come quella di una persona che sta svolgendo un lavoro per far star bene gli altri oltre che a far star bene la sua famiglia. Ma se noi non ci fossimo voi dove andreste a mangiare?».

Il caso più comico o anche tristemente divertente vissuto durante i tuoi servizi?
R: «Ricordo una coppia over 50 che venne in pizzeria col proposito di creare problemi. Si fecero servire due birre alla spina ed una volta portate a tavola le assaggiarono e poi me le fecero riportare indietro dicendomi che avevano un brutto sapore e che non si potevano bere. Io stranito decisi di portarle indietro ma invece di cambiarle decisi di riempire di nuovo gli stessi bicchieri perché la cosa mi puzzava un po' e una volta riportate a tavola le bevvero e " aaaah ecco questa sì che è una vera birra e non quella di prima!". Come pensavo (ride)».

Aldilà dei tuoi sketch comici sulla professione sogni un Luca Corrini aldilà della tua professione di cameriere?
R: «Da piccolo mi è sempre piaciuto fare l'attore e quindi direi che l'unica persona che potrebbe farmi cambiare idea sul mio futuro da ristoratore è una chiamata di Adam Sendler (ride)».






La figura di cameriere raccontata da Luca Corrini potrebbe diventare un film?
R: «Se parliamo come figura di cameriere si potrebbe fare una pellicola divertente piena di avvenimenti unici. Se poi parliamo della mia vita personale allora ci sono tantissime cose da raccontare: ho avuto una bella vita movimentata in passato, alti e bassi che hanno inserito in me' un velo d'acciaio che credo e spero mi ripari da ogni colpo».

Luca cosa c’è nel tuo futuro?
R: «Non ho mai amato i progetti, preferisco vivere il presente intensamente ogni giorno uno dopo l'altro e tenere la mente aperta a tutto. Credo molto al Destino! Grazie a tutti voi per questa bellissima intervista e ricordatevi sempre che: Il sorriso dura un istante ma il suo ricordo può durare per tutta la vita».



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