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La Voce Grossa di…Ilaria Bianchi(intervista): «Mi ha sempre affascinata essere donna oltre gli stereotipi»


Nicola Ricchitelli – L’ospite di quest’oggi arriva direttamente dalla redazione sportiva di Sportitalia, lì dove da qualche tempo a questa parte si occupa di un argomento che da sempre fa molta presa sui calciofili di tutto il mondo: il calciomercato.

Le prime esperienze sul grande schermo però arrivano con “Donnaventura”, il celebre docu-reality incentrato sui viaggi, era l’estate del 2022 quando parte per la spedizione estiva in Sicilia dove la si vede per la prima volta in tv: «…da sempre sognavo di indossare quel famoso cappello e guidare la loro Jeep! E alla fine anche questo è successo…», fino all’estate scorsa quando entra a far parte della redazione di Sportitalia: «…feci il mio primo provino in quello studio dove poi ho passato mesi, e me ne andai con un mix di emozioni dentro di me, ma di sicuro una buona sensazione».

Sulle pagine de La Voce Grossa accogliamo Ilaria Bianchi.

Ilaria benvenuta sulle pagine del nostro giornale, innanzitutto come stai?
R: «Molto bene grazie, è un piacere essere qui, vi ringrazio per l’invito!».

Da “Donnaventura” ti sei ritrovata in un contenitore sportivo su Sportitalia a parlare di calcio, come è avvenuto questo passaggio?
R: «Me lo sto chiedendo ancora anch’io! Sono due contesti completamente diversi. È avvenuto tutto molto velocemente - esattamente un anno fa - avevo da poco concluso la mia avventura con “Donnavventura”, stavo lavorando a “I Migliori Anni” e Sportitalia mi chiese se avevo voglia di fare un provino. Ci pensai molto, inizialmente ero titubante. Mi ero appena diplomata nell’Accademia di recitazione cinematografica che frequentavo e non sapevo se fare un’esperienza del genere fosse la scelta giusta. Alla fine pensai “perché no” e andai a Milano. Feci il mio primo provino in quello studio dove poi ho passato mesi, e me ne andai con un mix di emozioni dentro di me, ma di sicuro una buona sensazione».


Da sempre che posto ha occupato lo sport nella tua vita?
R: «Lo sport per me è vita. Sono una gran sportiva, amo fare sport e avere uno stile di vita sano, non riesco a immaginare la mia vita senza! Fin da piccola ho frequentato nuoto - anche a livello agonistico - ma sono cresciuta tra i motori, mio padre infatti è da sempre appassionato di Moto GP e Formula 1, ed era un pilota di Go Kart, tanto che lo regalò anche a me! Sono andata qualche volta in pista, ma la maggior parte delle volte andavo per vedere le sue gare! Il gran rumore dei motori e l’odore del carburante sono uno dei ricordi più vivi della mia infanzia».

E il calcio?
R: «Il calcio è per me una scoperta più recente. Nessuno nella mia famiglia segue molto questo sport e fino a qualche anno fa era infatti un mondo molto lontano da me. Pian piano però, mi avvicinavo sempre di più e ho quindi deciso di iniziarne a capire le basi, più leggevo più mi incuriosiva. Mi sono informata su tutto, dalla storia fino alle parti più pratiche, e sto ancora studiando molto. Leggo tantissimo e guardo molte partite, quando capita mi piace andare allo stadio!».

Cosa ti affascina di questo sport?
R: «Rimango sempre stupita da quanto questo sport riesca ad unire. Ogni volta che c’è una partita importante sembra che l’intero paese o nazione si blocchi per quei 90 minuti! Suscita emozioni in chiunque ed è come se questo sport cancellasse le differenze mettendo al centro la voglia di divertirsi e mettersi alla prova».


Prima di ogni messa in onda quanto dedichi alla preparazione dei tuoi interventi?
R: «Dipende da vari fattori. Se parliamo di Donnavventura, scrivevo il mio pezzo prima di arrivare nella destinazione di cui dovevamo parlare: in hotel, nel van o nel ristorante mentre aspettavamo di mangiare. Alcune volte però capitava di non sapere dove fossimo dirette e quindi si improvvisava, reperendo qualche informazione da guide o dalle persone locali. Per Sportitalia invece, funzionava diversamente. Durante le giornate di calciomercato contattavo direttori, procuratori sportivi o amministratori delegati di diverse squadre per sapere se ci fossero novità o per confermare o meno una notizia. Verificavo poi il tutto e in puntata riportavo quanto ero riuscita ad ottenere durante la giornata».

In questo ambito qual è il più grande pregiudizio con cui una donna deve fare i conti?
R: «Qui ci sarebbe davvero molto da dire. Però ammetto che anche questo mi ha sempre affascinato: essere donna oltre gli stereotipi. Il problema principale secondo me si vede nel tipo di ambiente in cui si ritrovano le donne che vengono a contatto con questo mondo che è caratterizzato, lasciatemelo dire, da un maschilismo spesso becero e discriminatorio. Molti uomini, ma anche molte donne, non riescono ad andare oltre all’aspetto fisico e associano una bella donna a una donna vuota – del tipo - “sei bella e basta non puoi anche avere un cervello” - con i social poi è tutto amplificato, la facilità con cui chiunque può lasciare un commento fa notare quanto la maggior parte delle persone non si soffermi a riflettere prima di esternare un pensiero senza analizzarlo. Mostrare la propria bellezza, senza risultare volgari certo, e associare ad essa l’intelligenza, la capacità e il talento per me è qualcosa che va oltre, un legame perfetto».


Si faceva riferimento a “Donnaventura”, che esperienza è stata?
R: «”Donnavventura” è stata per me un’esperienza bellissima. Una delle mie più grandi passioni è viaggiare, chi mi conosce sa quanto amo farlo! Ho viaggiato tanto nella mia vita, sia per lavoro che per passione, avevo anche un blog di viaggi! Da sempre sognavo di indossare quel famoso cappello e guidare la loro Jeep! E alla fine anche questo è successo, sono andata a fare il provino a La Thuile e qualche settimana dopo ho ricevuto la chiamata dalla redazione per partire per la mia prima spedizione. Raccontare con “Donnavventura” i miei viaggi è stato bellissimo. Finalmente potevo esternare le belle sensazioni che provavo ogni volta che mettevo piede in un posto nuovo a più persone che condividevano la mia stessa passione ma non potevano essere in quel posto fisicamente».

Cosa ti ha lasciato in particolare?
R: «Sono troppe le emozioni che mi ha lasciato! Non dimenticherò mai quella notte su una spiaggia in Oman dove siamo riuscite ad assistere alla nascita delle tartarughe. Oppure le notti in tenda nel deserto Wahiba lontane da tutto. Ma anche tutte le persone conosciute nei viaggi e gli insegnamenti del “dietro le quinte”, del vero e proprio lavoro da redazione».

Oltre il giornalismo sportivo cosa ti piacerebbe fare nella televisione del futuro?
R: «Io sono una a cui piace sperimentare e mi adatto facilmente. Ad oggi ci sono diversi programmi che so per certo non mi piacerebbe fare e ho infatti rifiutato più volte, magari andando anche contro “questioni di visibilità”, ma so bene quello che è in linea con la mia figura e quello che invece non lo è. La televisione del futuro spero lasci meno spazio al (passatemi il termine) ”trash” che la caratterizza oggi. Senza dubbio mi piacerebbe molto mettere alla prova ciò che ho imparato in accademia e nei vari master di recitazione, magari su un set cinematografico».


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