La Voce Grossa di…Carmen Zarra(intervista): «Le mie canzoni? Spesso autobiografiche…ma canto anche storie dei tanti fans che mi scrivono»
Nicola Ricchitelli – La voce di quest’oggi è un gradito ritorno, l’occasione è l’uscita del suo ultimo singolo - “Ancora Cca” – uscito qualche settimana fa: «…il brano non è stato scritto da me, ma, ogni canzone che io canto, è come se l’avessi scritta io… ».
Pubblicato appena due settimane fa, “Ancora Cca” ha sfondato il muro delle ventimila visualizzazioni, un brano che nel breve ha fatto breccia nei cuori dei tantissimi che la seguono…sulle pagine de La Voce Grossa accogliamo la voce dell’artista neomelodica, Carmen Zarra.
“Ancora Cca” è un brano molto emotivo. Come nasce questa canzone?
R: «Il brano non è stato scritto da me, ma, ogni canzone che io canto, è come se l’avessi scritta io. Ci metto il 100% dell’interpretazione, i testi li faccio miei. La canzone la rendo mia».
Quanto è importante per te raccontare sentimenti autentici attraverso la musica?
R: «Tantissimo. Canto e metto passione in quello che faccio. Mi identifico in molte persone anche perché, quasi in tutte le mie canzoni c’è un passato dietro».
Carmen, ti ricordi la prima volta che hai cantato davanti a un pubblico?
R: «Certo. Ricordo ancora l’emozione e la paura di sbagliare. Non ricordo di preciso quanti anni avessi - forse 19/20 - ed ho cantato con Andrea Sannino al Teatro Totò. C’erano molte persone e la mia ansia?! Ti lascio immaginare. Trovarmi sul palco con un grande artista. Un’emozione unica».
Cosa ti ha spinto a intraprendere una carriera musicale?
R: «Ho sempre avuto la passione per la musica, sin da bambina. Cantavo ovunque. Crescendo volevo far arrivare la mia voce a più persone, così ho iniziato con delle cover su Facebook. E da Facebook ho avuto richieste di varie produzioni e case discografiche fino ad arrivare poi direttamente al palco».
Qual è stato il momento più significativo della tua carriera fino ad oggi?
R: «Non saprei. Ogni momento per me è significativo quindi non ne ho uno in particolare».
Ti consideri più interprete o cantautrice?
R: «Ho scritto poche canzone perché non riesco a scrivere, quindi mi considero un interprete al 100%».
Da dove nasce l’ispirazione per i tuoi testi?
R: «Non scrivo molte canzoni, non ho quella fortuna. Le uniche canzoni che ho scritto sono: “Dimmello ca te piace”, “Pe mme”, e ho aggiunto qualche frase in varie canzoni».
Quanto c’è di autobiografico nelle tue canzoni?
R: «Tanto. Io vado dall’autore e dico esattamente ciò che mi succede e voglio che quel racconto lo trasforma in musica. Ora sono felice quindi non ho tante “tragedie” da raccontare e allora, dai racconti di alcune amiche e fan, creo canzoni».
Hai un rituale particolare quando scrivi o registri un nuovo brano?
R: «Il mio rituale in studio è quello di togliermi le scarpe e cosa molto importante, registrare a luci spente. Non chiedetemi perché ma sono abitudini. Senza fare questo, non riesco a registrare».
Che rapporto hai con i tuoi fan? Hai una storia particolare che ti è rimasta nel cuore?
R: «Nelle ultime canzoni ci sono storie raccontate dai miei fan. Ho un bel rapporto con loro e si, scrivono spesso e sono tanto felice di questo. Felice anche che mi sentono come un’amica e possono parlare con me».
Come vivi l'esposizione sui social?
R: «Mi sento felice e libera di postare ciò che voglio. Il social è mio e faccio ciò che voglio. Se a qualcuno non piace non mi segue. Non posso essere una persona sui social e nella vita vera un’altra».
Se non avessi fatto la cantante, cosa avresti voluto fare?
R: «Non lo so. Ho sempre saputo che sarei diventata un artista ma, non ti nego che un negozio di abiti mi sarebbe piaciuto».
Hai progetti in cantiere che puoi anticiparci?
R: «Per ora niente in programma. Vivo la giornata così come viene. Le cose belle accadono all’improvviso non c’è bisogno di programmare».
Ti piacerebbe portare la tua musica fuori dall’Italia? Credi che il tuo stile possa parlare anche a un pubblico internazionale?
R: «Si, ti dico, ho molti fan fuori dall’Italia e sono felice di questo. Quella di interpretare canzoni che puntano ad un pubblico internazionale potrebbe essere un’idea…».
Come ti immagini tra cinque anni come artista?
R: «Come ho detto prima, non programmo nulla. Prendo la vita come viene però spero che arrivo sempre più in alto».