Giuseppe Schiavone(intervista):« Fare politica significa essere a servizio…»
Nella corsa per uno dei 32 seggi di consigliere c’è anche questo ragazzo di belle speranze, un ragazzo che nonostante la sua giovane età ha idee e contenuti. Lui è Giuseppe Schiavone, è candidato in una delle quattro liste - “Coalizione civica” – che sostengono la candidatura a sindaco di Carmine Doronzo, abbiamo approfittato quindi della sua disponibilità per qualche domanda.
Giuseppe ti do il benvenuto sulle pagine del nostro giornale, come stai?
R:« Decisamente bene e carico per questa nuova esperienza elettorale, a servizio della Comunità Cittadina e in particolar modo al nostro progetto della Coalizione dell’Alternativa e della lista Coalizione Civica per la Città Futura-Sinistra Italiana».
Cosa significa per un giovane come te avvicinarsi alla politica?
R:« Devo dire che non è per me la prima volta. Nonostante i miei 22 anni, sono stato già nel 2018 ad appena 18 anni, durante l’ultimo anno di Liceo, ancora rappresentante di istituto del Casardi di Barletta, candidato nella lista di Città Futura, che ha portato all'elezione del nostro compagno Ruggiero Quarto. Poi negli anni a venire sono stato a strettissimo contatto con i Consiglieri Comunali Carmine Doronzo, Ruggiero Quarto e successivamente Michelangelo Filannino con un impegno sempre forte e controcorrente rispetto alla deriva dell’amministrazione Cannito. Nel Dicembre 2021 sono diventato presidente del direttivo ANPI “Dante Di Nanni” di Barletta, e con esso, seppur in maniera differente, sono stati ottenuti dei risultati importanti. In primis, con i collettivi antifascisti, abbiamo ufficializzato definitivamente il murales dei Fratelli Vitrani, con una targa del Comune di Barletta. In secundis, ma non meno importante, abbiamo rimesso al centro della collettività l’Anpi. Dal 3 Maggio scorso, dopo aver ufficializzato la mia candidatura, e seguendo lo statuto nazionale, ho auto sospeso il mio ruolo, poiché l’Associazione non deve avere condizionamenti politici, e deve essere a servizio della Comunità e non del singolo Candidato. Ciò, in sintesi, per affermare che la giovane età non è sempre sinonimo di inesperienza. A me è stata data l’opportunità di crescere e di formarmi nella politica istituzionale, accanto ai consiglieri, nelle associazioni con una forte storia, come l’Anpi, soprattutto nella nostra Città e nel mondo Cattolico».
Soprattutto cosa significa per te fare politica?
R:« Fare politica significa essere a servizio. Ciò che noto, non solo tra i giovani, ma soprattutto tra tutte le fasce della Cittadinanza, è che la politica ha perso quel compito. Basti pensare al lavoro fatto dagli operatori e le operatrici dello spettacolo, durante il periodo della pandemia, in cui la politica non ha saputo rispondere alle esigenze forti del settore. C’è uno stretto filo conduttore che unisce tutti noi, nel nostro progetto, ovvero la voglia di essere e sentirsi chiamati a servizio della collettività. Non è semplicemente un motto elettorale, è la realtà che ci contraddistingue».
Cosa possono dare giovani come alla città di Barletta?
R:« Ritengo che sia fondamentale una premessa: i giovani portano un punto di vista diverso dal resto della cittadinanza. Questo è dovuto non solo per essere nati in una generazione tecnologica, ma perché, a differenza del passato, c’è l’opportunità di fare molte esperienze che un tempo sarebbero state impossibili. Faccio riferimento ai progetti Erasmus, Interscambi Culturali, ma anche solo il frequentare le Città vicine per studio. I giovani quindi sono il vettore attraverso il quale Barletta può cambiare mentalità, può aprirsi alle novità e alle diversità, senza perdere le proprie radici e tradizioni. C’è un netto divario che è necessariamente da colmare, quello culturale, tra varie fasce di popolazione. Divario culturale significa non rispettare l’ambiente, significa deturpare il territorio, significa sfruttare la manodopera, significa restare ancorati ad un sistema, che è anche quello politico, che porta a risultati nefasti per tutta la Cittadinanza».
Quale la molla che ti ha spinto a partecipare a questa tornata amministrativa?
R:« Più che una molla lo definirei un fuoco, infatti il mio motto elettorale è ‘nuova luce’. Il fuoco si è acceso in maniera dirompente quando proprio il 25 Aprile scorso, grazie al Commissario Straordinario è stato possibile rendere finalmente pubblico e riconosciuto il murales dei Fratelli Vitrani, presso i Giardini De Nittis. Ricordo che davanti a decine di istituzioni del territorio, e tantissimi concittadini, gridai a gran voce che “i luoghi liberi fanno libere le persone”. C’è un secondo punto sul quale mi sto battendo già da tempo che è quello dei luoghi di aggregazione e dell’istruzione. La riconversione dell’area della ex Cartiera Mediterranea nel centro per lo sviluppo giovanile e la nascita di facoltà universitarie nel territorio comunale, come quello già presente all’Ospedale ‘Dimiccoli’. Ecco, ridonare alla collettività quel murales e progettare un futuro attivo per le generazioni future, ha sicuramente alimentato un fuoco che non è stato mai spento, grazie al lavoro che dal 2018 ad oggi, con Carmine Doronzo e con Coalizione Civica è stato portato avanti».
Con che occhi guardi la città di Barletta?
R:« Guardo la Città con gli occhi di un bambino, perché non smetto mai di provare stupore. La bellezza di questi luoghi, del mio Quartiere di appartenenza, quello di Santa Maria al quale sono legato in maniera indissolubile, e alle particolarità che ogni zona di questa Città possiede, sono però rovinati dai soprusi che questa Città ha subito e continua a subire. Mi stupisco quotidianamente per ciò che accade alla luce del sole, come se fosse normale. Nella scorsa consiliatura, riporto un esempio, in consiglio comunale una nostra domanda di attualità riportava all'attenzione dell’amministrazione il problema delle strade e della sicurezza stradale. L’assessora di riferimento ci riferì che sarebbero partiti i lavori a breve, ma ciò, dopo quasi un anno e mezzo non è avvenuto. Guardare Barletta con stupore e con un senso forte di appartenenza significa voler essere sempre pronti al cambiamento, alla miglioria e soprattutto al voler creare le condizioni migliori per la Città Futura».
Giuseppe di cosa ha bisogno Barletta?
R:« Barletta ha bisogno sin da subito di una rivoluzione. Ciò che è accaduto negli ultimi 10 anni non è accaduto probabilmente in nessuna Città d’Italia. È per questo che il nostro programma, unito a quello del Candidato Sindaco Carmine Doronzo, è un programma composito, tematico, che abbraccia tutte le necessità della Cittadinanza. Personalmente, oltre che alla cultura, come detto poc'anzi, Barletta ha bisogno di legalità, di spazi di aggregazione per i giovani, ha bisogno dei polmoni verdi (quelli veri), ha bisogno di aree per bambini e di un rafforzamento dell’istruzione pubblica attraverso progetti che non lascino indietro alcuna bambina o alcun bambino, in collaborazione con le parrocchie e le associazioni Cittadine; abbiamo bisogno dei luoghi accessibili, quali le litoranee, le strutture sportive e quindi soprattutto dell’eliminazione delle barriere architettoniche in tutto il territorio; abbiamo bisogno del turismo e quindi di patti con gli enti, come è il caso dell’Arcidiocesi di Trani per la visita delle nostre Chiese e dei luoghi che negli anni la politica locale ha sottovalutato, come Canne della Battaglia, Montaltino, la zona umida dell’Ofanto; dei tavoli di concerto per le attività commerciali per comprendere giorno dopo giorno le necessità per lo sviluppo socioeconomico e del lavoro, abbiamo bisogno di costruire con i Cittadini e le Cittadine la Città Futura».
Cosa ti affascina della politica e del modo di fare politica di Carmine Doronzo?
R:« A Carmine sarò grato per sempre per aver acceso in me questa fiamma del servizio politico alla Cittadinanza. Quando Carmine nel 2018 mi chiese di incominciare con lui e tutte e tutti i compagni questo percorso di cambiamento, quello di Coalizione Civica, non c’è stato un attimo di titubanza. Da quel momento in poi ci siamo uniti l’un l’altro senza mai perderci di vista, perché il bello di essere una squadra è quello di vincere insieme ma soprattutto di essere insieme nelle difficoltà. Carmine è una persona che non perde mai il sorriso, che sa sempre trovare le risposte adatte. È questo che colpisce di Carmine: la voglia di essere sempre insieme e mai un passo avanti o indietro».
Che tipo di campagna elettorale stai facendo?
R:« La campagna elettorale che abbiamo impostato tutte e tutti, in maniera partecipata, è pluritematica. Basti pensare che nello scorso mese di Marzo 2022, in tre giorni, abbiamo tenuto degli eventi tematici che sono stati per noi fonte di ispirazione per il programma amministrativo. La nostra forza non è quella del singolo candidato o della candidata, ma è quella del collettivo. Nel mio piccolo, quella che sto portando avanti è una forte battaglia sulla consapevolezza al voto. Si deve votare per opinione, perché i programmi e i temi sono più importanti dei singoli».
Perché votare Giuseppe Schiavone al consiglio comunale il prossimo 12 giugno?
R:« Votare per me non significa votare per una singola persona, ma significa votare per un progetto e per le battaglie e le lotte che sono state fatte in questi anni. Significa anche votare per i giovani, per una parte di cittadinanza che cerca delle risposte ai loro perché e che sempre più sente la necessità di una nuova luce nella nostra Città».
Perché Carmine Doronzo sindaco della città di Barletta?
R:« Sarebbero tantissimi i perché. Sintetizzo tutti i miei perché ad uno solo: perché il futuro è una scelta. Scegliere Carmine Doronzo significa essere dalla parte di chi in questo territorio non ha mai smesso di lottare, di sperare, di andare avanti nonostante tutto. Noi non ci sentiamo partecipi di un sistema che ogni tornata elettorale cambia casacca per i propri interessi. Noi siamo convinti che l’unico futuro possibile è quello costruito passo dopo passo, rispondendo alle necessità e ai bisogni dei nostri Concittadini e Concittadine. Insieme, si può».