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Barletta, i barlettani vincono la loro Disfida, ecco la domenica di quarantena nella città della Disfida


Nicola Ricchitelli – La solitudine di Arè, quella Croce posta fuori all’ingresso della chiesa di Sant’Agostino, le chiacchiere che si rimbalzano da un balcone all’altro, e quel si ride per non piangere, c’è voglia di cantare per non gridare dalla disperazione, tra le viuzze echeggiano i Ricchi e Poveri ma anche Vasco e Liga, tra le viuzze di San Giacomo c’è una banda che suona il rock ma anche Carmelo Zappulla e Franco Staco, foglie di bambù e drogati che “so buoni guaglione”.

C’è un bel sole primaverile e tanto basta, ci sarebbe pure la voglia di tuffarsi in strada ma è meglio ingabbiarla nelle quattro mura di una casa.

Dal quartiere Sette Frati, ci lasciamo alle spalle la Chiesa dello Spirito Santo e la scuola “Musti”, tiriamo diritti verso via Milano, alla volta di Piazza Aldo Moro. Una toccata e fuga verso piazza Caduti e quindi una visita ad “Arè” – Eraclio mai lo si è visto cosi solo negli ultimi secoli – una preghiera al Santo Legno nella Basilica del Santo Sepolcro, e si batte la ritirata costeggiando l’orologio di San Giacomo – con occhio indirizzato alla Madonna in piazza Plebiscito – fino al vecchio ospedale dove ad accoglierci c’è una Croce posto fuori la chiesa di S.Agostino.

Anche i barlettani provano a vincere questa ennesima disfida, questa volto contro il nemico Coronavirus, la strada è ancora lunga, ma con questo coraggio vinceremo contro tutti e tutto.














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