La Voce Grossa di…Erik Ivan Montagner(intervista): «Sono di Pordenone e sono friulano ma tifo il Barletta come se fossi un barlettano»
Nicola Ricchitelli – La voce che vi raccontiamo quest’oggi arriva da un’aula della scuola primaria "P. D. M. Turoldo" di Montereale Valcellina – paese di 4.186 anime in provincia di Pordenone - lì dove non di rado capita di veder scritto su di una lavagna “Forza Barletta”, il tributo di qualche alunno al suo maestro, il suo nome è Erik Ivan Montagner ed è nato a Pordenone ma soprattutto cresciuto in terra friulana.
Erik non ha nessun legame con la città di Barletta, non ha parenti di origini pugliesi, è un friulano doc.
La storia che vi raccontiamo quest’oggi arriva da Pordenone ma ha tinte biancorosse, una storia che ha il suo inizio in un pomeriggio del lontano 14 gennaio 1990, siamo su Rai 3, lì dove un giovanissimo Piero Chiambretti conduce il programma sportivo "Prove tecniche di trasmissione", quel giorno il conduttore torinese è al “C.Puttilli” di Barletta, lì dove si gioca la 20° giornata del campionato di serie B 1989/90 che vede una dinanzi all’altra la squadra di casa contro il Pescara, i biancorossi allenati da Mario Corso avranno ragione degli abruzzesi allenati da Edoardo – detto Edy – Reja, con un goal di Francesco Vincenzi.
Le immagini di quel momento sono tutt’ora visibili su Youtube, quel momento lì fu la scintilla che mise sulla stessa strada un friulano di Pordenone e i colori biancorossi del Barletta….vedere il video sotto attorno al minuto 2.00.
R: «Esatto, immagina il loro stupore, si aspettano una qualche squadra di serie A, ed invece rispondo che non seguo il calcio minore, ma tifo Barletta. A quel punto non di rado capita di entrare in classe e veder scritto sulla lavagna “Forza Barletta”».
Pur non essendo nato a Barletta, ma soprattutto pur non avendo alcun legame genealogico con la nostra terra…
R: «Seguo il Barletta da oramai quarant’anni, ho conosciuto questa squadra in televisione, non ricordo il canale ma ricordo benissimo che c’era quel tal Piero Chiambretti, era circondato dagli Ultras biancorossi e cercava di ricostruire in televisione e per la sua trasmissione al “C.Puttilli” il goal dell’attaccante biancorosso Francesco Vincenzi con cui i biancorossi avevano battuto il Pescara – era il 14 gennaio del 1990, 20° giornata del campionato di serie B 1989/90 – e mi so detto “guarda un po' che tifoseria incredibile hanno lì a Barletta…”, ma la cosa che mi conquistò del tutto fu il momento in cui i tifosi chiesero a Piero Chiambretti di salutare degli amici, fu portato a bordo pista dove c’erano dei ragazzi in carrozzina, fu una cosa che mi colpì molto».
La prima volta a Barletta?
R: «Al viaggio di nozze, non persi occasione di perdermi uno 0-0 contro la Salernitana».
Per te che segui da fuori il Barletta esistono solo trasferte, una memorabile?
R: «Sono molto legato ad una trasferta a Benevento – campionato serie C 1993/94 - ci andai con un mio amico, fu una trasferta davvero lunghissima – circa 24/36 ore di viaggio - si giocava su campo neutro e l’avversario di turno era la Salernitana, perdemmo 3-1, era il 24 aprile 1994 e si giocava all'allora "Santa Colomba" di Benevento. Di quella trasferta conservo tutt’ora una sciarpa che chiesi in dono ai ragazzi del Gruppo Erotico, ma soprattutto in quella partita assieme a tutti i tifosi biancorossi mi sono sentito barlettano ma soprattutto un ultras del Barletta».
Quella del cuore?
R: «Sicuramente Ancona, mia moglie in dolce attesa di 7 mesi, decidemmo di passare qualche giorno fuori, inizialmente si decise di andare in qualche posto vicino, poi vado al bar e sulla Gazzetta dello Sport leggo di un Ancona – Barletta 1° turno di Coppa Italia in programma al “Del Conero” di Ancona – arbitrava un certo Pierluigi Collina – era il 21 agosto del 1991, a quel punto convinco mia moglie a girare un po' l’Umbria, mi so dovuto fare 5 giorni in giro tra Assisi, Todi e chi più ne ha più ne metta…».
Poi come ci arrivi ad Ancona?
R: «Li scatta il piano B, propongo di visitare Ancona, lei coglie al balzo la proposta perché vuol farmi vedere il punto dove aveva preso il traghetto per la Grecia…nel mentre al porto lei mi spiegava dove avesse preso il traghetto per la Grecia, io cercavo un qualche manifesto della partita, lo trovai appeso in un bar, fingendo un certo stupore le propongo di andare a vedere la partita…lei senza accorgersi minimante accettò…il mio piano aveva funzionato».
Ed ecco che si entra al “Del Conero”, che succede?
R: «Che non vedo nessuno dei nostri, entriamo ugualmente ma non vedo comunque nessuno, mia moglie indicando uno striscione mi chiede cosa volesse dire CUCS, mi rendo conto che abbiamo sbagliato settore, chiedo all’addetto di raggiungere i tifosi del Barletta, faccio presente che con me c’è una donna incinta di sette mesi, calai l’asso insomma visto che il tipo non voleva farmi passare, nel frattempo i tifosi dell’Ancona avevano iniziato ad insultarci, poi riuscì a raggiungere i nostri, non eravamo tanti, credo una ventina, ma fu una notte magica nonostante la sconfitta del Barletta, finì 1-0 per i dorici».
Una delle trasferte più curiose?
R: «Un Udinese – Barletta, ero con un amico, mostrai la mia inseparabile sciarpa biancorossa del Gruppo Erotico, pensa gli udinesi che ci gridano “Terroni fuori dai coglioni….”, noi che eravamo di Pordenone e friulani come loro…».
Qualche calciatore cui sei maggiormente legato?
R: «Non sono tanti i giocatori cui posso dire di essere legato, per me conta sempre la squadra, però dentro mi sono rimasti un giovanissimo Vincenzo Lanotte – era molto giovane a quei tempi ed era barlettano – ma soprattutto Andrea Pistella, pensa mi sono legato a questo calciatore dopo un rigore sbagliato a Barletta, quando la curva intonò il coro: “Pistella ora la curva si innamora ora segna ancora”…era la stagione 1990/91, mise a referto 9 goal…lui mi è rimasto molto, sarà anche per via del suo cognome un po' originale».
Sarai a Teramo il prossimo 10 maggio?
R: «Sarò a Teramo così come sono stato a Rieti e in molte parti dell’Italia per amore del Barletta, a Teramo ci sarò anche se stare in tribuna è davvero dura, il mio posto è tra i ragazzi del Gruppo Erotico, tra gli Ultras del Barletta».