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Carmine Doronzo(intervista):«Sogno una Barletta libera dai giochi di potere fatti sulla pelle delle persone»


Nicola Ricchitelli – Si entra quest’oggi nuovamente nella contesa amministrativa che darà a Barletta il nuovo sindaco ed un nuovo consiglio comunale.

Nella corsa a quattro verso lo scranno più alto di Palazzo di Città c’è Carmine Doronzo, nella sua campagna elettorale non esistono proclami ma semplicemente c’è un progetto e una visione di Barletta e quindi un soffermarsi a guardare una città:« …sempre più grigia, in affanno. Barletta non riesce più a stare al passo con i cambiamenti sociali che la attraversano, sembra soffocare sotto il peso dell’indifferenza…».

Non un intervista dai toni propagandistici, semplicemente si prova a dare delle risposte ad una città da troppo tempo incapace di sfruttare appieno le proprie risorse, incapace allo stesso tempo di trovare una propria identità…


Dott.Doronzo le do il consueto benvenuto sulle pagine del nostro giornale, come sta?
R:« La ringrazio, sto molto bene. Sono settimane impegnative ma il crescente sostegno e la spinta ad andare avanti che arrivano dalla città per il nostro progetto di alternativa danno la carica necessaria a me e a tutta la coalizione».

Dopo quella della 2018 ha scelto anche in questa tornata elettorale di correre verso lo scranno più altro di Palazzo di Città, innanzitutto quanto coraggio ci vuole nell'intraprendere una sfida di questo tipo?
R:« Non le nascondo che di coraggio ce ne vuole molto. Viviamo in una città lacerata da anni di politiche clientelari e di disinteresse per i bisogni reali, e tracciare una strada diversa non è stata cosa semplice. Eppure c’è una Barletta che desidera percorrere quella strada, che vuole dare un futuro alla città».

Dott.Doronzo, secondo lei che sindaco dovrebbe essere colui – o colei – che venisse eletto alla massima carica politica di questa città?
R:« Dovrebbe essere una persona dalle mani libere e con tanta voglia di ricucire il tessuto sociale della città. Realizzare qualcosa di rilevante per la città, come l’approvazione del PUG, l’avvio di un serio piano di recupero dei beni immobili per mettere fine al consumo del territorio, la creazione di aree verdi accessibili e curate, un chiaro programma di tutela ambientale, è possibile solo per chi non deve rendere conto a qualcuno sopra di lui, ma al benessere e allo sviluppo della città. Le mani libere dagli interessi di pochi quindi, e lo sguardo al futuro, un futuro che sia inclusivo e non escludente: la ferita sociale che questa città sta vivendo va ricucita facendo estrema attenzione ai bisogni dei più giovani e di chi si è ritrovato ai margini della società».


Quali i criteri nella scelta dei canditati delle varie liste a supporto della sua candidatura?
R:« La coalizione nasce dalla volontà di allargare il percorso, a partire da chi con noi ha condiviso il lavoro di opposizione all'amministrazione Cannito con fermezza e trasparenza, lavorando sulla base della condivisione di temi e programmi e metodi. In seguito alle primarie, l’organizzazione delle liste di candidate e candidati si è basata sulla volontà di moltissime persone di essere parte di un progetto che parte dal basso, che fa della scelta di mettersi a disposizione della città il suo punto centrale: così si sono formate liste di giovani studenti, insegnanti, piccoli imprenditori, lavoratori della cultura, precari, disoccupati, professionisti di ogni età. Ognuna ed ognuno di loro desidera fare la propria parte per un progetto che va oltre le preferenze sulla scheda elettorale, che non è personale ma collettivo, ognuno con le proprie conoscenze e competenze, chi venendo da percorsi di volontariato e lavoro nel terzo settore, chi nelle scuole coi più giovani, chi dalle proprie esperienze di collaborazione e solidarietà di quartiere».

Se volge lo sguardo alla nostra città che Barletta vede?
R:« Vedo una città sempre più grigia, in affanno. Barletta non riesce più a stare al passo con i cambiamenti sociali che la attraversano, sembra soffocare sotto il peso dell’indifferenza di amministrazioni senza alcuna visione del futuro. è sotto gli occhi di tutti: lo sviluppo della città è terribilmente fermo, le scorse amministrazioni si sono lasciate sfuggire occasioni che avrebbero fatto la differenza solo per incompetenza o disattenzione. In questo contesto diventa ogni giorno più facile per la criminalità organizzata prendere terreno, tenere sotto scacco intere generazioni senza alternativa. In questo grigiore c’è però una scintilla di cittadinanza attiva che non si ferma, che con spirito di solidarietà guarda al futuro costruendo una risposta collettiva ai problemi, che cammina imperterrita verso un modo diverso di vivere la città, pulito, colorato, solidale».

Che Barletta sogna di poter costruire?
R:« Sogno una Barletta libera dai giochi di potere fatti sulla pelle delle persone, in cui si sceglie di restare perché ci si può costruire un futuro degno di tale nome. Una Barletta in cui i genitori abbiano accesso ad asili nido e strutture scolastiche adeguate, in cui non manchino manifestazioni sportive e culturali aperte alla città, in cui l’occupazione sia in crescita grazie al lavoro in rete di imprese, associazioni e amministrazione. Una Barletta inclusiva, che rispetti la sua aria, il suo mare, la sua arte, che da a partire da questi pilastri costruisca il suo sviluppo».

Dott.Doronzo la prima elezione tra i banchi del consiglio comunale nel 2011, quindi si sono susseguiti undici anni tra i banchi dell’assise comunale, quale è stato il suo apporto alla città nelle vari anni?
R:« Le proposte, gli ordini del giorno, le domande di attualità sono state numerosissime. Tra queste voglio ricordare l’approvazione del Reddito di Formazione, ottenuto grazie anche alle lotte delle studentesse e degli studenti, che ha permesso a giovani studenti con famiglie in condizioni economiche difficili di accedere ad un contributo economico per un anno, attraverso cui frequentare cinema, teatri, vivere la vita sociale coi propri coetanei senza dover gravare sulle famiglie. A questo si aggiunge il prolungamento dell’orario di apertura della Biblioteca Comunale, ad oggi unico spazio pubblico a disposizione della comunità studentesca della città, contributi per trasporto pubblico per gli studenti a basso reddito, ordini del giorno sulle trivelle nei nostri mari, interventi sull'incenerimento di rifiuti in città, sulla gestione di bandi di dubbia trasparenza, e, più recentemente, emendamenti al Documento Unico di Programmazione che mettessero al centro le istanze sociali ed ambientali più rilevanti in città».


Quale il panorama politico barlettano entro cui i cittadini si ritroveranno a scegliere propri rappresentanti?
R:« Il panorama politico attuale, intorno a noi, è incredibilmente piatto. Le candidature di Scommegna e Cannito non potrebbero essere più simili tra di loro: si tratta di una politica impostata sui personalismi, lontana dai principi di democrazia che dovrebbero essere alla base delle consultazioni elettorali. Alla cittadinanza chiedono un favore, non propongono una visione ed un programma. Si tratta di due proposte in cui le storie politiche vengono ignorate, calpestate, e la centralità appartiene agli accordi tra classi dirigenti. La coalizione di cui sono a capo, al contrario, ha seguito un percorso di consultazioni e di confronto con la cittadinanza e con le forze politiche più vicine sui temi innanzitutto, sulle modalità poi, attraverso giornate di discussione aperta sulle proposte e sui programmi, fino alle primarie celebrate ad aprile per la scelta democratica del candidato sindaco. In città è mancata a lungo la capacità di ascoltare i bisogni e di dare risposte mettendosi al servizio di cittadine e cittadini, senza chiedere qualcosa in cambio, senza tenerli sotto scacco. Siamo pronti a riportare questo modo di vivere la politica e le istituzioni a Barletta».

In questa tornata elettorale sento parlare poco di voto scambio, qual è la situazione in vista di queste elezioni in tal senso?
R:« Mi duole doverle dire che ne ho sentito parlare più del solito. Durante questa campagna elettorale si sta addirittura parlando di un rialzo del tariffario, da 50 a 70, 80 euro. Si tratta di un problema di dimensioni sempre crescenti, che sembra stia coinvolgendo anche un’ampia fascia di neomaggiorenni. La parte peggiore della politica dà sfoggio delle sue uniche armi: contentini inutili, dalle decine di euro a promesse di favori e posti di lavoro, complicatissime da perseguire legalmente, dati alle generazioni e alle famiglie a cui ha rubato il futuro, ha tolto la possibilità di un lavoro dignitoso, ha tolto la forza di lottare per qualcosa di diverso. Ma noi non ci fermiamo, c’è una Barletta che di favori e clientele non vuole più sentirne parlare, ed è il momento che si faccia sentire».


Che sindaco sarà Carmine Doronzo in caso di elezione?
R:« Sarò un sindaco attento all'ascolto dei bisogni della città. Credo che sia fondamentale saper far incontrare la propria visione e la voce ed il punto di vista di tutte e tutti coloro che vivono la città ogni giorno, condividere con loro le scelte che andranno a cambiare il volto di Barletta. Di pari passo sarò un sindaco concreto: lavorerò per l’attuazione dei piani previsti dal programma, senza perdermi in scambi di favori e ridicoli contentini: la città ha bisogno di risposte chiare e trasparenti, e ne ha bisogno urgentemente».

Perché votare Carmine Doronzo sindaco?
R:« Perché Barletta merita più di quello che ha vissuto negli ultimi anni. Barletta merita un riscatto sociale e culturale, merita un sindaco ed un’amministrazione competente e attenta ai bisogni, che conosce i tecnicismi ma anche i problemi quotidiani della città. Perché, a differenza di altri, non ho le mani legate ai fili di qualche padrone o padrino che mi comanda dall'alto. Questo mi permetterà di lavorare esclusivamente con il benessere della città come obiettivo, di guardare lontano per lo sviluppo di Barletta, per la riqualificazione dell’ambiente, per le possibilità lavorative, per i servizi e la tutela dei cittadini. Mi permetterà di affrontare scogli davanti a cui in tanti hanno fatto marcia indietro, perché la loro carriera politica, la loro libertà, era in mano a qualcun altro. Perché Barletta ha bisogno di essere ascoltata e rispettata, di tornare a splendere, ed il mio progetto è proprio questo».


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